Pochi cavalli hanno governato un impero. Meno ancora sono stati considerati come i coniugi di antichi imperatori.

Ma tale era il destino di Incitatus. Il suo proprietario, l’imperatore romano Caligola, (37-41 a.C) tristemente noto per i suoi estremi psicotici, era coerente in almeno un aspetto, la totale devozione al suo cavallo. Anche se a volte questa particolare passione ha preso una piega che non era necessariamente a vantaggio dell’animale.
Il nome originale dello stallone pare fosse Porcellus ma, Caligola, decise che il nomignolo “Porcellino” non fosse adatto e lo rinominò, in onore della sua velocità, Incitatus.

Incitatus era uno stallone da corsa con le bighe di notorietà non indifferente. Si diceva che non avesse mai perso una gara. Per garantire la migliore forma fisica del suo preferito, la notte prima di una gara, Caligola obbligava tramite i suoi soldati, al  silenzio tutti gli abitanti residenti nei pressi della stalla di Incitatus in modo che il cavallo potesse riposare in pace. Alla fine di ogni gara e con la vittoria in pugno, Caligola organizzava una festa trionfale.

Nelle corse dei carri i cavalli erano bardati in modalità diverse: una coppia era una biga, tre erano una triga, e la più popolare, era composta da quattro cavalli denominata quadriga. Ognuna doveva percorrere uno stretto ovale lungo 340 metri per un massimo di sette volte.

Col passare degli anni lo scopo di Caligola divenne quello di creare una discendenza e avere eredi a cui lasciare il suo regno. Sposò Cedonia, ma per lungo tempo rimase indeciso tra lo sposare la donna o Incitatus. E ‘un enigma, il motivo per il quale, nonostante la follia, Caligola potesse pensare che un cavallo ma soprattutto uno stallone avrebbe potuto dargli un erede! Caligola sorprese tutti ancora una volta quando dopo il matrimonio pensò che Incitatus si sentisse rifiutato. Per rimediare, costruì per lui un nuovo palazzo, dove poterlo mantenere in un ambiente adatto. Situato accanto alla residenza reale, fu progettato per incorporare molti degli edifici più antichi di Roma. Incitatus aveva una camera da letto in marmo con una stuoia di paglia enorme per letto, che veniva cambiata ogni giorno, una mangiatoia d’avorio con un secchio d’oro per bere e le immagini di artisti famosi sulle pareti. Era avvolto in coperte di porpora regale e sfoggiava un gioiello tempestato di pietre preziose al collo. Aveva i suoi schiavi personali che provvedevano ad esaudire ogni suo capriccio. Inoltre, ogni volta che vinceva una corsa, Incitatus sedeva al posto d’onore al tavolo dei banchetti reali, di fianco all’imperatore. In tutte le feste, gli ospiti riuniti dovevano brindare alla salute di Incitatus per ben 20 volte. Secondo Caligola, tutto questo non consolò il cavallo respinto e desolato dopo il suo matrimonio con una donna. Così la fedeltà di Incitatus fu premiata ulteriormente con la nomina di sacerdote e vice capo, tramite le quali acquisì la responsabilità di sovrintendere i riti del tempio, ricevendo uno stipendio eccellente.

Caligola era così eccessivamente affezionato, che lo nominò anche Primo Cittadino di Roma e successivamente Senatore. Infine, come futuro candidato per il consolato. Alcuni fonti riferiscono che Incitatus alla fine stanco dei suoi doveri e privilegi morì di vecchiaia, altre che invece fu ucciso.