Nato in Norvegia nel 1861, Fridtjof Nansen si distinse come scienziato, esploratore, diplomatico e filantropo. Oggi, il coraggio e la compassione che lo hanno caratterizzato continuano a ispirare milioni di persone.

All’età di 27 anni, Nansen aveva già ultimato la tesi di dottorato sul sistema nervoso centrale e portato a termine la prima traversata dell’insidiosa calotta glaciale della Groenlandia. Non molto tempo dopo avrebbe guidato una spedizione lunga 25 mesi attraverso il mar glaciale Artico, avvicinandosi al Polo Nord come nessun altro aveva mai fatto.

Eppure Nansen oggi è conosciuto soprattutto per il lavoro visionario svolto a favore dei rifugiati. Negli anni in cui l’Europa stentava a riprendersi dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, Nansen diresse la prima importante operazione umanitaria della Società delle Nazioni: il rimpatrio di 450.000 prigionieri di guerra. L’intelletto, il valore e il carisma che lo contraddistinguevano si dimostrarono determinanti per ottenere l’appoggio di governi e agenzie non governative.

“Dobbiamo issare la nostra bandiera in ogni Paese e forgiare i legami di fratellanza in tutto il mondo”. Fridtjof Nansen

Nansen ha ricoperto per primo l’incarico di Alto Commissario della Società delle Nazioni per i Rifugiati dal 1920 al 1930, aiutando centinaia di migliaia di rifugiati a fare ritorno nei propri Paesi. I suoi interminabili sforzi hanno permesso inoltre a molti altri di divenire legalmente residenti nei Paesi in cui avevano trovato rifugio e di trovarvi lavoro.

Nansen comprese che uno dei maggiori problemi riguardanti i rifugiati consisteva nella mancanza di documenti d’identità che fossero riconosciuti a livello internazionale. La soluzione da lui trovata, che divenne poi nota come “Passaporto Nansen”, costituì il primo strumento legale volto alla protezione internazionale dei rifugiati.

Quando scoppiò la carestia in Russia nel 1921-1922, Nansen organizzò un programma di soccorsi per milioni di vittime. Per il fondamentale lavoro svolto, fu insignito del Premio Nobel per la pace nel 1922. Nansen trascorse il resto dei propri anni lavorando instancabilmente per la causa dei rifugiati, e preparando un’ultima spedizione al Polo. Uomo sempre lungimirante e votato all’azione, progettava di sorvolare in aeroplano l’Artico quando morì nel 1930, all’età di 69 anni. In suo onore, l’UNHCR ha istituito il Premio Nansen per i rifugiati nel 1954.