CONSULTA LINK:

OGIGIA SEARCH

http://ogigia.altervis


CONSULTA LINK:

STORIOLOGIA.IT

http://www.storiologia.it/universale/politica/cap154.htm

 


CONSULTA LINK:

STORIOLOGIA.IT

http://www.storiologia.it/biografie/federicopruss.htm


 

La guerra dei sette anni fu un conflitto che si svolse tra il 1756 e il 1763 e coinvolse le principali potenze europee dell’epoca, fra cui la Gran Bretagna, la Prussia, la Francia, l’Austria e l’Impero russo. Questa guerra venne definita da Winston Churchill come la prima vera “guerra mondiale, poiché fu il primo conflitto della storia ad essere combattuto non solo sul territorio europeo, ma anche in varie parti del globo dove le potenze europee avevano dei possedimenti coloniali.

 

Al contrario delle varie guerre di successione, la Guerra dei sette anni non fu un “conflitto dinastico”, ma un “conflitto moderno” finalizzato sia alle conquiste territoriali, per ottenere l’egemonia in Europa, sia al dominio commerciale, garantito dal controllo sui traffici marittimi al quale miravano Gran Bretagna e Francia. I due schieramenti in conflitto furono la coalizione formata da Austria, Francia, Russia, Polonia e Svezia e l’alleanza fra Gran Bretagna e Prussia, la nuova potenza europea che disponeva di una formidabile macchina da guerra e, soprattutto, di un grande e ambizioso condottiero, il re Federico II.

 

prima di andare nel dettaglio di questo conflitto, dobbiamo analizzare le CAUSE che hanno fatto scoppiare questa guerra:                                                                                                                       La prima metà del XVIII secolo si era conclusa con il trattato di Aquisgrana, sottoscritto il 18 ottobre 1748 tra tutte le maggiori potenze d’Europa, che aveva messo fine alla lunga guerra per la successione al trono d’Austria. Gli accordi di Aquisgrana avevano premiato soltanto la Prussia e il Regno Sardo, avendo anche restituito il Ducato di Parma e Piacenza alla nobile dinastia dei Farnese. Invece a Federico II Hohenzollern, Re di Prussia, diedero il possesso della Slesia a danno dell’Austria, invece a Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna, gli avevano dato due province della Lombardia Vigevano e Voghera. Elisabetta Farnese, vedova da tre anni dal marito Re Filippo di Spagna, gli era stato consegnato il ducato di  di Parma e Piacenza, che diede, a sua volta, al proprio figlio secondogenito, don Felipe, dando origine, in tal modo, alla quarta dinastia Borbone in Europa.                                                                                                                                                                   Invece Maria Teresa d’Asburgo, Imperatrice d’Austria, era insoddisfata per la perdità della Slesia a favore della Prussia, soprattutto perché il sacrificio territoriale era stato compensato soltanto con una prammatica sanzione che garantì così la successione di Maria Teresa, che era diventata sovrana dei domini ereditari degli Asburgo nel 1740, ma il riconoscimento era già avvenuto dopo la pace di Vienna che aveva chiuso, nel 1738, la guerra di successione polacca.                                                                                                                                                                                                                     Le alleanze erano schierate con la Francia di Luigi XV di Borbone e la Prussia di Federico II Hohenzollern da una parte, dall’altro l’Inghilterra di Giorgio II di Hannover e l’Austria di Maria Teresa d’Asburgo, Queste ultime con il sostegno del Regno Sardo, della Spagna di Ferdinando VI di Borbone e  dell’Olanda e della Russia.                                                                                                                                                                                                        Si può dire che alla base della guerra ci sia l’inasprimento della rivalità coloniale tra la Francia di Luigi XV e l’Inghilterra di Giorgio II, poiché la Francia, nella prima metà del Settecento, si era aperta importanti sbarchi commerciali con la Turchia, nel bacino del Mediterraneo e nella stessa America spagnola, a danno dei concorrenti inglesi, che dopo la guerra di successione spagnola sembravano aver ottenuto l’egemonia del commercio in Sudamerica, Inoltre i francesi avevano una posizione di primo piano nel traffico delle merci coloniali grazie allo zucchero delle loro colonie nelle Antille. Anche l’India venne invasa di manufatti francesi, poiché la Francia era da tempo interessata al commercio con l’India, dove dall’età di Luigi XIV aveva ottenuto il centro di Chandernagore e la base di Pondichéry da dove si allargò fino a competere con olandesi e inglesi nel commercio della cannella e delle cotonine indiane, e questi successi commerciali francesi fecero allarmare gli Inglesi. I punti di forza della Francia erano le alleanze con le tribù Indiane nell’America settentrionale, e i minori costi degli schiavi in Africa e dello zucchero nelle Antille, ma vi erano anche dei punti di debolezza, cioè che lo stato francese era ancora in mano all’aristocrazia feudale e la borghesia francese risultava dunque priva di qualsiasi sostegno statale al contrario della borghesia inglese. Poi ci fu la decisa volontà di Maria Teresa di riappropriarsi della Slesia, divenuta prussiana dopo la guerra di successione austriaca, per riportarla nel territorio d’Austria fu il motivo da cui ebbero inizio le ostilità e la brillante manovra diplomatica passata alla Storia con il nome di rovesciamento delle alleanze vide il riavvicinamento di due nemici, la Francia e gli Asburgo, rivali da sempre. Il merito di questo avvicinamento è dell’abile marchese di Kaunitz, cancelliere austriaco, che fece nascere l’alleanza dove aderiscono anche Russia, Svezia, Polonia e Baviera, allo scopo di distruggere il regno di Prussia e di spartirsene i territori. Comincia così un nuovo conflitto su basi mondiali, conosciuto come guerra dei sette anni, che ebbe inizio nel 1756 e vide la conclusione nel 1763.

LA SLESIA E MARIA TERESA
L’oggetto del desiderio di Maria Teresa era la provincia della Slesia, Da sempre legata al regno di Boemia, la provincia di Slesia era stato un possedimento asburgico sin dal 1526, ma dopo due secoli di dominio, essa era andata perduta, durante la guerra di successione austriaca, in favore della Prussia. La Slesia, si colloca a Nord Est della Boemia e della Moravia, e si trova ai confini con il Regno di Polonia, aveva per capoluogo la città di Breslavia, e costituiva, per l’Austria, una zona strategica che collegava la Prussia e la Polonia, e, per la Prussia era fondamentale, data la scarsità della estensione territoriale, e l’imperatrice Maria Teresa per arrivare alla conquista di questa terra fondamentale volle usare le brillanti capacità politico-diplomatiche del suo primo ministro, ovvero il Cancelliere di Stato, il conte Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg. Nell’impresa di riprendere la Slesia  pensò che, per poter raggiungere lo scopo, era necessario sciogliere la solida alleanza franco-prussiana.


WENZEL ANTON VON KAUNITZ
                                                                                                                        Di nobile famiglia, si dedicò agli studi giuridici nella città di Lipsia e si perfezionò in Italia, Olanda e Francia. Nato nel 1711, all’età di 31 anni fu nominato ambasciatore presso i Savoia e, due anni dopo, fu nominato ministro presso il Governatore dei Paesi Bassi austriaci. Fu il ministro plenipotenziario per conto dell’Austria ad Aquisgrana,e infatti  nel 1748, firmò il  trattato di pace per la fine della guerra di successione austriaca. Un anno dopo,Nel marzo 1749, suggerì  all’Imperatrice che per poter rientrare in possesso della Slesia dovevano spezzare l’alleanza franco-prussiana, La sovrana approvò il piano e nel 1750 lo inviò a Parigi come ambasciatore, con l’obiettivo di farsi alleato re Luigi e sottrarlo all’alleanza con Federico II.                                                                  Kaunitz restò a Parigi fino al 1752, ma in un primo momento  non riuscì a convincere Re Luigi sia della inaffidabilità del prussiano, cui lo univa un trattato difensivo che sarebbe scaduto nel giugno del 1756, sia ad allearsi con gli Asburgo, poichè erano, ed erano sempre stati, gli storici nemici della Francia. Pur tuttavia, al suo rientro a Vienna, l’ambasciatore rassicurò Maria Teresa dicendo che il Re di Francia aveva cominciato a porsi il problema della inaffidabilità del Re di Prussia.   Kaunitz aveva oltretutto in mente dei veri e propri piani di smembramento della Prussia, e aveva pensato ad un triplice attacco (austriaco, russo e francese) a danno dei prussiani, ma Luigi XV si dimostrerà contrario  a tali piani e per questioni di prestigio anche al ribaltamento delle alleanze.

Fu infatti solo la stipula di Westminster a far precipitare gli eventi con rapidità, con il ribaltamento delle alleanze conosciuto come Rivoluzione diplomatica del 1756, insieme al trattato di Versailles, e l’estensione del conflitto tra Francia e Gran Bretagna.

 

 

LA RIVOLUZIONE DIPLOMATICA DEL 1756                                                                                                                                                                 Mentre l’Austria era impegnata in complesse manovre diplomatiche per rientrare in possesso della Slesia, il governo inglese, sollecitato da Giorgio II, garantiva la sicurezza dei possedimenti ereditari hannoveriani, fertili e ricchi di miniere ma scarsamente difendibili.                                   La Gran Bretagna dotata di un esercito terrestre poco numeroso, era solita fornire dei contributi  militari alleati in cambio di finanziamenti.                                                                                       Il governo Inglese fin dal 1753 si era rivolto a quello russo, ma secondo l’uso del tempo si presumeva la presenza di un partito filo-inglese nella corte Russa, allora il conflitto con la Francia divenne aperto e il timore per un’entrata in campo della Prussia al suo fianco aumentò. Il governo inglese decise quindi di accelerare un accordo con i russi per poterlo utilizzare contro l’ambizioso Federico, dopo tutto le relazioni tra Gran Bretagna e Prussia erano pessime, poichè Federico si rifiutava di ripagare il cosiddetto “debito slesiano”, in contraccambio la Gran Bretagna aveva sequestrato navigli commerciali prussiani e nel 1755 vi erano stati contatti diplomatici diretti, con  discussioni  per la sicurezza dell’Hannover.
La zarina Elisabetta di Russia, dimostrando più perspicacia politica del suo ministro Bestuzev che spingeva per un’alleanza anglo-russa, riteneva troppo diversi gli interessi delle due potenze. Inoltre aveva un’antipatia personale verso Federico II e un’ammirazione per la cultura francese, malgrado l’amicizia verso Svezia, Polonia e Impero Ottomano era però contraria agli interessi russi. Alla fine si fece però convincere, poiché temeva le mire espansionistiche del piccolo ma agguerrito Stato prussiano, e nel settembre 1755 venne siglata una convenzione, detta di San Pietroburgo, confermata solo nel febbraio 1756, mediante la quale, in caso di invasione, si offriva di intervenire militarmente a favore degli Hannover, ma che i costi dell’intervento militare e delle truupe russe fossero sostenuti dall’Inghilterra, e questo trattato indusse la Zarina a riprendere e a stringere ancor di più i rapporti di alleanza con l’Austria e la Francia, a cui si unirono anche la Sassonia, la Polonia e la Svezia, poiché la Prussia, forte degli accordi sottoscritti con gli inglesi, avrebbe potuto riprendere facilmente la politica espansionistica verso oriente a danno della Polonia, minando quindi gli interessi della Russia, e oramai il cosidetto “Ribaltamento delle alleanze” era ormai compiuto. Le due dinastie che si erano sempre combattute, cioè gli Asburgo e i Borboni, ora si ritrovavano alleate. Mentre l’Inghilterra, tradizionale alleato dell’Austria, ora si ritrovava alleata della Prussia, sul fronte opposto.
I ministri inglesi recapitarono a Federico il trattato anglo-russo e una bozza di accordo volto a garantire come sempre la sicurezza dell’Hannover.               Allora Federico II che era ancora forte dell’alleanza con la Francia, che riteneva però indebolita soprattutto per il fatto che la Francia stava subendo una serie di sconfitte militari ad opera dell’Inghilterra, per cui non sembrava in grado di poter intervenire militarmente a sostegno della Prussia, in caso di aggressione di una qualsiasi potenza straniera, quindi lo indusse a rompere a rompere con l’alleata per cercare sicurezza mediante altre alleanze, attraverso i canali diplomatici.                                                                                                                                                                                                      All’attacco austro-russo che riteneva in preparazione da tempo, Federico II colse l’occasione e propose al governo britannico la neutralizzazione degli stati tedeschi e dell’equilibrio dello stato, chiedendo unicamente di escludere i Paesi Bassi Austriaci a favore dell”alleato francese. Venne così siglato   nel 1756 il trattato di Westminster ,concluso da Federico II e Giorgio II, espresso in termini difensivi,  che però non costituiva da tutte e due le parti un’alleanza nè un mezzo per garantire la reciproca sicurezza da un conflitto, infatti per la Prussia ci doveva essere la neutralità in un eventuale conflitto anglo-francese, Tuttavia ebbe conseguenze gravi e inaspettate sul  equilibrio europeo e segnò l’inizio del rovesciamento delle alleanze,cioé il preludio della guerra dei Sette anni, mentre in Francia nel frattempo ci fu un forte sdegno verso gli alleati, per l’accordo che conclusero i Prussiani senza interpellare o informare l’alleato.                                                                                                                                                                                                Gli emissari del governo Inglese vollero firmare i due trattati, con i russi e i prussiani, solo con lo scopo di limitare l’espansionismo prussiano e che la Gran Bretagna si sarebbe così potuta impegnare a proteggere i Paesi Bassi austriaci da un intervento francese. Anche Federico II calcolò male le conseguenze, sopravvalutò infatti l’influenza inglese sulla corte russa e che non riuscì a rassicurare Luigi XV,  essendo venuto a sapere dell’accordo fra l’Inghilterra e la Prussia, decise infatti di punire diplomaticamente la Prussia. Aveva perciò deciso già di non rinnovare l’alleanza, che scadeva  a giugno 1756, ma intendeva continuare l’alleanza difensiva franco-prusso-svedese, che sarebbe scaduta solo l’anno seguente. E intendeva farsi una nuova alleanza insieme all’Austria, che per loro si trattava di un ulteriore passo verso una generale guerra europea contro Federico.
Elisabetta, che aveva ricevuto notizia dell’accordo anglo-prussiano due giorni dopo la conferma del trattato di San Pietroburgo, intese immediatamente che costituiva una minaccia diretta, visto che costringeva la Prussia a volgere le sue mire ad est anziché verso la Germania. Intanto Il filo-francese Voroncov convince Bestužev e riesce ad assecondare l’odio della zarina per Federico II.
Il 13 marzo 1756 Maria Teresa disse al suo ambasciatore a San Pietroburgo di informare la zarina delle trattative tra Austria e Francia e della possibilità di accordarsi per un attacco combinato contro la Prussia nel 1757, allo scadere dell’alleanza franco-prusso-svedese. Questo non fece altro che accelerare i preparativi russi per la guerra, mentre gli austriaci si limitavano a preparativi più lenti. la Russia aderì al trattato di Versailles il 31 dicembre 1756, dove i Russi avrebbero dovuto aiutare i francesi in caso di attacco inglese sul continente e i francesi avrebbero dovuto aiutare con sussidi i Russi in caso di attacco turco. La corte russa non venne comunque messa a conoscenza degli accordi stipulati tra Francia e Austria.

 

SCOPPIO DEL CONFLITTO                                                                                                                                                                                                Nel 1756 il governo francese inviò in Nordamerica rinforzi e un nuovo comandante, Montcalm,  quello Britannico invece inviò come comandante, il governatore della Virginia John Campbell, conte di Loudoun.     L’attacco francese di aprile alla base navale inglese di Mahón, nelle Baleari, portò a una dichiarazione di guerra da parte della Gran Bretagna il 17 maggio, quando oramai da due anni lo scontro nella valle dell’Ohio era aperto.  Re Giorgio allora faceva riferimento agli scontri in Nordamerica e credeva a una presunta intenzione francese di invadere le isole britanniche. Il 20 avvenne la battaglia di Minorca tra la flotta francese e quella inglese, guidata dall’ammiraglio Byng. La sconfitta costò all’ammiraglio inglese la corte marziale e l’esecuzione. Il 28 1756 Minorca cadde.

 

INVASIONE PRUSSIANA DELLA SASSONIA
Re Federico di Prussia, avendo accettato lo scioglimento dell’alleanza con la Francia, il trattato fra l’Austria e la Russia e ritenendo che l’Inghilterra non era in grado di intervenire sul continente, si sentì accerchiato e, per evitare una probabile aggressione e per dirigersi verso la ricca Boemia austriaca, neutralizzando cosi l’esercito austriaco prima dell’arrivo dei russi, effettuò lui la prima mossa, allora nel  29 agosto 1756 invase la Sassonia, tradizionale alleato francese, senza preavviso e senza una formale dichiarazione di guerra.                                                                                                        Questa penetrazione fu suddivisa in tre colonne, con la principale al centro condotta da Federico in persona, praticamente incontrastata. Federico ripeté pertanto lo stesso gesto che nel 1740 lo aveva portato ad invadere la Slesia asburgica e che poi aveva dato inizio alla guerra di successione austriaca.                                                                                                                                              Con l’invasione della Sassonia ebbe inizio il lungo conflitto passato alla storia come la guerra dei sette anni. Lo scoppio della guerra e le azioni della Prussia nel 1756 si presentano quasi analoghe agli eventi che condussero alla prima guerra mondiale,  la Prussia, sentendosi accerchiata, prese l’iniziativa contro l’Austria invadendo la Sassonia, così come la Germania nel 1914 decise l’invasione preventiva del Belgio per anticipare la Francia, il più temibile fra i suoi nemici.

 

EUROPA
I Prussiani nel mese di ottobre 1756 portarono a termine due immediate vittorie. La prima sugli austriaci, che comunque ottennero un parziale successo occupando parte della Slesia, nella battaglia di Lobositz, in Boemia, e la seconda sui Sassoni nella battaglia di Pirna, sul fiume Elba presso Dresda.                                                                                                                                   La  Gran Bretagna invece, dopo l’invasione della Sassonia era rimasta sorpresa dalle mosse prussiane e siccome capi che la situazione sarebbe arrivata anche sul continente, iniziò a inviare rifornimenti e denaro all’alleato, venne inoltre organizzata un armata di osservazione di alleati tedeschi al comando del duca di Cumberland (figlio di Giorgio II), allo scopo di proteggere l’Hannover da iniziative francesi. I britannici tentarono anche di coinvolgere nell’alleanza le Province Unite dei Paesi Bassi, che però preferìrono restare completamente neutrali.
A metà aprile Federico prese l’iniziativa, penetrando in Boemia alla ricerca di una vittoria decisiva sulle forze austriache, allora ci fu la sanguinosa battaglia di Praga il 6 maggio 1757, dove costrinse gli austriaci sopravvissuti a trincerarsi dentro le mura della città. Pose quindi l’assedio alla città, ma le forze prussiane erano in minor forza numerica per un attacco diretto e dovettero accontentarsi di bloccare gli Austriaci al suo interno.
Siccome un esercito austriaco era in arrivo per aiutare gli assediati,  Federico raggiunse quel esercito a Kolin e per l’inferiorità numerica non riuscì in una manovra di accerchiamento, allora dovette attaccare frontalmente gli austriaci, che si erano fermati in una buona posizione difensiva a Kolin, il 18 giugno 1757. Questa fu la prima, pesantissima sconfitta per Federico, che fu costretto a togliere l’assedio a Praga, ma che portò anche all’occupazione della Slesia e di Berlino.

 

LA RIPRESA DELL’INGHILTERRA IN AMERICA & IN AFRICA
Il conflitto si era esteso anche in Nord America, dove francesi e inglesi avevano cominciato a combattere; i francesi al comando del maresciallo Louis-Joseph de Montcalm, avevano sconfitto le truppe di Re Giorgio, liberando la regione dei Grandi Laghi agli Inglesi.                                                                                              Gli Inglesi, scoraggiati per le battaglie perse ebbero una speranza, grazie all’entrata di Whig William Pitt nel governo di Newcastle, assumendone nel 1757 la guida. Con l’arrivo di Pitt le operazioni militari in terra americana subirono un netto rovesciamento, dalle sconfitte si passò ad una lenta e costante ripresa per la Gran Bretagna, sopratutto grazie alla strategia di William che riteneva che la potenza britannica dovesse combattere nelle terre d’oltre mare e non sul continente europeo, quindi per Pitt l’Inghilterra era una nazione coloniale imperiale. Grazie agli invii di rifornimenti militari verso il Nord America portarono alla conquista dell’intero Quebec nel mese di settembre del 1759 e alla presa della città di Montreal nel 1760, decretando, la definitiva uscita di scena della Francia da tutto il Nord America.
Anche nell’area caraibica la Francia dovette subire ulteriori sconfitte da parte degli Inglesi, cedendo anche, la Martinica ed altre isole, compresa la Guadalupa. Mentre l’Avana fu conquistata dalla Spagna, entrata nel conflitto nel 1762.
La Gran Bretagna riuscì anche a conquistare il Senegal in Africa strappandolo ai francesi e Manila nelle Filippine strappandola alla Spagna

 

 

ULTERIORE CONFLITTO IN EUROPA
Nel momento in cui in terra americana si stava svolgendo un conflitto, William Pitt decise allora di aprire un nuovo fronte contro la Francia sul continente europeo, per impedire altri rifornimenti alle truppe Francesi oltre l’Atlantico e consentire ulteriori conquiste a favore dell’Inghilterra, sopratutto perchè il conflitto in Europa non aveva avuto un buon inizio per i Britannici,cominciando con la sconfitta degli Inglesi a favore dei Francesi nella battaglia di Hastenbeck, il 26 luglio 1757, con l’occupazione sia dell’Hannover  che del duca di Brunswick. Ma Pitt riuscì a riformare l’esercito dell’Hannover che, un anno dopo, il 23 giugno 1758, sotto il comando del Duca di Brunswick riuscì a sconfiggere i francesi nella battaglia di Krefeld, nella Renania-Westfalia, respingendo le truppe nemiche fino al fiume Reno.
Nel frattempo, nell’alleanza austro-francese,  l’invasione della Sassonia portò una grande indignazione, ma anche un rafforzamento fra le due potenze, facendoli firmare anche un secondo trattato di Versailles, nel 1 maggio 1757, questa volta di natura offensiva,  con l’obiettivo dello smembramento dello stato prussiano.                                                                                                                                                                                                                           In cambio al sostegno militare all’Austria, Luigi XV otteneva una parte dei territori dei Paesi Bassi, quindi con questo trattato le due maggiori dinastie europee, Asburgo e Borbone, dopo essersi combattute per secoli ora si trovavano alleate.
Dopo  questo secondo trattato di alleanza, le operazioni belliche contro la Prussia subirono risultati alterni, a volte a favore della Prussia, isolata e priva dell’aiuto inglese, impegnati sia nelle loro rivincite contro i Francesi sia perchè non erano ancora forti per intervenire sul continente, e a volte degli austro-francesi, forti nella loro alleanza.

 

 

LA FIGURA MILITARE DI FEDERICO IL GRANDE
Il re di Prussia, Federico di Hohenzollern, detto anche “Federico il grande”, figlio di Federico Guglielmo I, nacque a Berlino il 24 Gennaio 1712.
Il padre voleva educare il figlio secondo i rigidi canoni del luteranesimo, e dato che era l’erede al trono, doveva essere preparato ad essere uomo di stato, quindi lo preparò ad una rigida esperienza, alla competenza e al comando militare, ma il giovane era più propenso ad una vita letteraria e filosofica e il padre gli impedì queste tendenze letterarie.
Morto il padre appena salito sul trono, a 28 anni nel 1740, Federico mutò improvvisamente atteggiamento e si inclinò verso quel potere frutto di forza e astuzia, e quindi  il suo unico scopo era quello di aumentare la potenza dello stato che ormai governava.                                                                              Infatti dopo quarantasei anni di regno, il suo “testamento politico” è infatti una specie di teorizzazzione del principio della potenza statale,militare ed economica, come unico valido criterio per regolare i rapporti tra nazioni diversi; questa concezione militare dello stato, è stata applicata per molto tempo, e infatti migliora profondamente tutto il paese della Prussia, economicamente, politicamente e demograficamente.
Assunto il potere nel 1740, Federico iniziò quasi subito con questi nuovi principi che poi diventarono una ideologia: “il nazionalismo”. governò secondo agli insegnamenti del padre, che lui prima criticava, ma che poi superò in modo brillante; e attraverso una serie di abili, fortunate e tempestive  iniziative militari seppe approfittare del caos e del vuoto di autorità che si era creato per invadere e occupare il ricco terrirorio minerario della Slesia conquistandola nel periodo tra il 1742 e 1745, ed era un possedimento Asburgico che poi verrà rivendicato dall’imperatrice d’Austria, Maria Teresa d’Asburgo.
Fino ad arrivare alla guerra dei sette anni, dove Federico sfruttò nuovamente i suoi brillanti principi militari, che portarono alla Prussia molte vittorie.
Ma prima delle vittorie a favore della Prussia, e di tutti i trattati svolti, il primo vero attacco della Prussia nella guerra dei sette anni, con ovviamente a capo Federico, fu l’invasione della sassonia, che portò molta indignazione e molti trattati negli altri pesi, ma Federico fu quasi costretto a compiere questa penetrazione.
Re Federico però conobbe una prima sconfitta per mano austriaca nella battaglia di Kolin in Boemia, il 18 giugno 1757, che portò anche all’occupazione della Slesia e di Berlino. Ma qualche mese dopo, il 5 novembre 1757, ci fu invece, una trionfale vittoria sui francesi nella battaglia di Rossbach, forse la vittoria più spettacolare della sua storia. Un mese dopo, il 5 dicembre 1757, gli austiaci guidati da Carlo di Lorena, e  furono sconfitti nella battaglia di Leuthen, dove poi Federico  riconquistò la Slesia perduta.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Una volta riconquistate le posizioni perdute, Re Federico poté dedicarsi in modo più astuto alle operazioni belliche, che per tutta la Germania. Così, mentre Ferdinando di Brunswick teneva impegnati i francesi sul fronte occidentale, Re Federico aveva come avversari, sul fronte orientale, gli austriaci sostenuti dalla Russia, oltre che dalla Svezia e dall’esercito imperiale. Anche se doveva affrontare il nemico in condizioni di inferiorità numerica, il fronte, però, era uno soltanto. Dopo un difficile successo contro i russi nella battaglia di Zorndorf, il 25 agosto 1758, Federico II dovette registrare il 12 agosto 1759 una pesante sconfitta nella battaglia di Kunersdorf contro gli eserciti riuniti austro-russi.