Un nome che spesso viene messo in secondo piano quando si scrive riguardo alla vita del più giovane generale d’Europa è quello della madre: Maria Letizia Ramolino. Si tende appunto a nominare soltanto Joséphine de Beauharnais, prima moglie di Napoleone, e Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, seconda moglie. In questo modo si tralascia la figura di Letizia e di conseguenza l’importanza e l’influenza che ebbe sulla vita del secondo genito; infatti, il carattere severo con cui viene indicata questa donna fu fondamentale nelle scelte compiute dal figlio durante la sua ascesa all’impero.

Carlo Bonaparte

Maria Letizia Ramolino nacque nel 1750 ad Ajaccio, in Corsica, e questa sua discendenza croata caratterizzò tutte le sue scelte di vita, che la portarono a essere una donna rigida e severa ma anche piena di amore verso i suoi numerosi figli. Indicata come una figura mitologica a causa della sua bellezza unica, fu data in matrimonio a soli tredici anni all’aspirante avvocato Carlo Maria Buonaparte, colui che divenne poi il padre di Napoleone. Il primo capitolo della vita di questa donna croata venne caratterizzato dai primi anni del turbolento matrimonio con Carlo. Questo matrimonio può essere indicato con l’aggettivo turbolento per svariati motivi, sia a causa della difficoltà nel raggiungere una solida situazione economica ma soprattutto a causa della lotta per l’indipendenza della Corsica promossa da Pasquale Paoli. Infatti, la situazione che stava vivendo l’isola del Mediterraneo all’inizio del 1750 non era affatto una situazione di pace e stabilità. La Corsica si trovava protagonista di un’estenuante guerra di indipendenza contro la Repubblica di Genova, iniziata per merito delle idee illuministiche promosse nel territorio e consolidata nel 1750 con l’elezione di Pasquale Paoli come generale in capo della Nazione Corsa. Essendo Carlo Buonaparte legato da rapporti di amicizia con la famiglia di Paoli, appoggiò la lotta di quest’ultimo e combatté al suo fianco durante tutte le battaglie contro l’esercito francese nel momento in cui la regione corsa venne venduta alla Francia. La battaglia decisa avvenne il 9 maggio 1769 a Ponte Nuovo in cui l’ideale indipendente di Paoli venne sconfitto e la Corsica venne sottomessa alla Francia. In questo scenario di lotte e sconfitte Letizia Ramolino non si trovò in secondo piano perché, sostenendo i valori per cui Paoli promuoveva la sua guerra, cavalcò fianco a fianco con il marito durante gli spostamenti nella regione portando in grembo il futuro imperatore Napoleone. Riguardo a questo fatto lo scrittore Guido Gerosa, nella biografia di Napoleone, scrive: “Durante la ritirata e nel corso di tutti quegli spostamenti, Letizia sentì sempre il figlio che si agitava prepotentemente nel suo grembo. Era fiera di quei mesi disperati passati in guerra. Sui monti selvaggi e nei boschi profondi, ora a cavallo ora a piedi, arrampicandosi sulle rocce scoscese, aprendosi la strada attraverso il folto degli arbusti spinosi, passando a guado i fiumi, sentendo fischiare i proiettili, aveva portato un bambino in braccio (il primogenito Giuseppe) e il secondo in seno, senza nulla temere.” 

Con la nascita di Napoleone, il 15 agosto dello stesso che segnò la sconfitta della Corsica, iniziarono anni di illusoria tranquillità; mentre Lucrezia badava e allevava i suoi due figli, Carlo cercava invece di ottenere un posto nella nobiltà francese dopo aver rinnegato gli ideali promossi dall’amico Pasquale Paoli. Il desiderio di Carlo di potersi considerare membro della nobiltà si realizzò con l’aiuto del conte de Marbeuf, il quale fece cambiare il cognome della famiglia Buonaparte in Bonaparte. Grazie a questa concessione, il primogenito Giuseppe si poté iscrivere al Seminario di Autun in Francia mentre il giovane Napoleone iniziò a frequentare la scuola militare di Brienne, la quale formò quello che poi tutti conosceranno come il più giovane generale d’Europa. Probabilmente lo sforzo che Carlo fece per farsi accettare all’interno del ceto più elevato di Francia fu un vano capriccio e forse costituì anche l’unico sforzo che fece per aiutare economicamente la numerosa famiglia, di cui si prendeva cura esclusivamente la povera Letizia. Carlo era infatti un uomo vanitoso, ambizioso e dedito al gioco che non badò mai troppo alle cure famigliari e che morì giovane, a soli trentasette anni a causa di un tumore allo stomaco, lasciando Letizia sola ad accudire con severità e parsimonia i figli.

Napoleone, nel corso della sua vita, non ricordò il padre rendendogli onore ma lo indicò sempre come un villano che tradì la sua patria per un puro scopo personale; forse però fu proprio questa l’unica caratteristica che Napoleone ereditò dal padre, in quanto lo stesso imperatore invase poi la Corsica per mezzo dell’Armata d’Italia. Dunque Letizia, trovandosi ad allevare otto figli senza l’appoggio di una figura su cui contare, formò ancora di più un carattere intransigente e rigoroso per cui veniva tanto temuta dai figli; infatti, il giovane imperatore raccontò che la madre “era di mano svelta e molto temuta”. D ’altro canto però era una donna che ogni giorno celebrava la tradizione croata con la sua disponibilità a sacrificarsi per difendere ognuno dei propri figli e con la sua forza d’animo nel mantenere solido il rapporto famigliare, cosa che appunto fece per cercare di conciliare Napoleone e l’altro amato figlio Luciano. Quindi, per colmare il vuoto lasciato dalla morte del marito Carlo, Lucrezia dovette essere una madre severa, con saldi fondamenti religiosi e morali, a causa dei quali lo stesso Napoleone descrisse la madre come una donna che “ha testa di uomo in un corpo di donna”.

Incoronazione a imperatore

Il secondo capitolo, se così si può dire, della vita di questa donna forte e determinata, ha come sfondo l’ascesa al trono imperiale del secondogenito Napoleone. Nel momento stesso in cui il giovane generale visse gli anni della sua massima espansione grazie alle numerose conquiste, il rapporto con la madre Letizia si incrinò. La causa maggiore di questo conflitto fu il dissenso al progetto politico portato avanti dal figlio; la megalomania di Napoleone non poteva sicuramente convivere con la parsimonia di Lucrezia. Infatti, la madre del generale era ben consapevole dell’esagerazione dell’ambizioso piano del figlio e di conseguenza riconosceva la possibilità di un fallimento. A tal proposito si racconta infatti fosse solita esclamare “Pourvu que ça dure! “(“Spero solo che duri!”). Anche dopo che tutti i figli vennero incoronati da Napoleone, oramai divenuto imperatore, Lucrezia non si fece illudere dalla temporanea ricchezza della quale godevano, mantenendo sempre un comportamento regolato e senza eccedere mai. La sua parsimonia può venire descritta tramite un’altra frase che era solita dire “Chi sa se non sarò poi obbligata a dare del pane a tutti questi re?”; cosa che inoltre avvenne con la sconfitta definitiva di Napoleone e di conseguenza del ritorno al vecchio regime di cui godeva ogni territorio conquistato. Con questa esclamazione non voleva apparire pessimista nei confronti della potenza dei figli ma semplicemente razionale, caratteristica che la descrive al meglio.

Ulteriore causa che portò all’incrinamento del rapporto tra Letizia e Napoleone fu il matrimonio del figlio con una delle donne più influenti dell’aristocrazia francese: Joséphine de Beauharnais. Infatti, se il carattere ambizioso ed eccessivo del figlio non trovava appoggio da parte della rigorosa madre, nemmeno quello ancora più stravagante della nuora poteva sperare di trovare un punto di incontro con quello di Letizia. Come protesta a questa unione e al progetto politico del figlio, la donna non assistette all’incoronazione ad imperatore il 2 dicembre 1804. Nonostante il dissenso della madre, Napoleone le diede comunque il titolo di Madame Mère e la possibilità di stabilirsi al castello di Pont- sur-Seine dal quale la donna apprendeva le conquiste del figlio, mantenendo però sempre un certo distacco. La goccia che fece traboccare il vaso e spezzò quasi del tutto il rapporto tra madre e figlio fu il secondo matrimonio di quest’ultimo con Maria Luisa D’Austria che allontanò completamente la donna dalle vicende imperiali. Ma la grandezza d’animo di Lucrezia si può notare anche nella sua capacità di trascurare il rancore che provava nei confronti del figlio e di riunirsi ad egli soprattutto nel momento del bisogno, cioè dopo la costrizione ad abdicare. Infatti, con una forza d’animo incredibile seguì il figlio all’Isola D’Elba dove era stato esiliato e appoggiò il suo tentativo di riconquista pur essendo consapevole dell’impossibilità dell’impresa.

 

Napoleone e i suoi desideri espansionistici ebbero definitivamente fine il 18 giugno 1815 a Waterloo e conseguenza di questa sconfitta fu la prigionia nell’Isola di Sant’ Elena di colui che un tempo era stato ammirato da tutti come il miglior generale mai esistito. Nel momento in cui Napoleone si imbarcò sul “Bellerofonte” Letizia riponeva ancora una speranza nel poter rivedere il figlio in futuro, ma purtroppo non fu così e quella donna che si era sempre mostrata forte si ritrovò a dover convivere con un dolore che la portò a vivere in modo appartato rispetto a una società che sarebbe invece stata ben contenta di accoglierla.

 

Maria Letizia Ramolino, gli ultimi anni della sua vita

Per questo motivo il capitolo conclusivo della vita di Letizia si svolge in un’atmosfera silenziosa e triste che può essere percepita nelle parole con cui Bausset, prefetto del palazzo imperiale, racconta una visita che recò alla donna: “Passa l’inverno a Roma e l’estate ad Albano, che non è molto distante. Così tanti dolori hanno toccato il suo animo, che ella non ha trovato altra consolazione che l’esercizio di una beneficenza illuminata e di una pietà melanconica che le hanno meritato la stima e il rispetto di tutta l’Italia”. Il 2 febbraio 1836, nella camera da letto del Palazzo di Piazza Venezia, Letizia chiuse gli occhi per l’ultima volta e pose fine a una vita passata a ricercare il bene dei figli e a mantenere una moderatezza caratteriale, che le rese onore. Infatti, non rinnegò mai i valori della tradizione con la quale era cresciuta e aveva vissuto pur essendo la madre dell’Imperatore Napoleone I, nonna del futuro Imperatore III, madre del Re Giuseppe I di Spagna, del Re Luigi d’Olanda, del Re Gerolamo di Vestfalia, della Regina Carolina di Napoli, della Granduchessa Elisa e della principessa Paolina.

 

 


ARTICOLO DI TROTTO ASIA DELLA CLASSE IV B DEL LICEO CLASSICO


SITOGRAFIA 

https://www.barbadillo.it/84460-storia-madame-mere-dava-alla-luce-napoleone-limperatore-dei-francesi-250-anni-fa/

https://napoleone1769.blogspot.com/2020/12/la-madre-di-napoleone.html