LA VITA

Maria Tecla Artemisia Montessori nasce a Chiaravalle, in provincia di Ancona, il 31 agosto 1870. I genitori sono Renilde Stoppani, figlia di proprietari terrieri, e Alessandro Montessori. Alessandro era nato a Ferrara e, dopo aver lavorato come impiegato di concetto nelle saline di Comacchio, negli anni settanta era stato trasferito a Chiaravalle per un lavoro di controllo. È in questo luogo che incontrò la donna con la quale poi si sarebbe sposato, Renilde Stoppani. Renilde era originaria di Monte San Vito, paese nelle vicinanze di Chiaravalle, e proveniva da una famiglia di piccoli proprietari terrieri; era una donna istruita e amava molto la lettura. Come il padre, anche lei era cattolica, con una spiccata simpatia per gli ideali risorgimentali.  La giovane Maria Montessori ebbe nell’abate Stoppani un punto di riferimento e nella madre un costante sostegno alle sue idee innovative e alle sue scelte di vita insolite per l’epoca, anche in contrasto con un certo conservatorismo del padre. Nel febbraio del 1873 Alessandro venne trasferito a Firenze, dove rimarrà con la famiglia per due anni. Pochi anni dopo la famiglia affrontò un altro trasferimento: a Roma, divenuta da poco capitale, Maria venne iscritta alla scuola preparatoria comunale di Rio Ponte. Nel febbraio del 1884 si era aperta a Roma una scuola governativa femminile: la “Regia scuola tecnica” . La fondazione di questa scuola rientrava nel piano di politica scolastica dell’Italia post-unitaria. Maria fu tra le prime dieci alunne e si diplomò con 137/160. Dopo la maturità, ottenuta con ottimi voti, Maria Montessori, che possiede una grande passione per la matematica, decide di iscriversi all’Università di Roma presso la facoltà di Fisica, Matematica e Scienze Naturali.  Nel 1892 viene ammessa al corso di Medicina e in seguito entrerà nella Clinica Psichiatrica di Roma. La tesi di laurea di Maria Montessori, sul tema “Allucinazioni a contenuto antagonistico”, è seguita da Sante De Sanctis, psichiatra e psicologo, considerato il padre della neuropsichiatria infantile in Italia. Fin dai primi anni di studio la ragazza manifestò interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con il padre, il quale avrebbe voluto avviarla alla carriera d’insegnante; la madre, invece, non smise mai di sostenerla. Maria Montessori non poté inizialmente iscriversi alla facoltà di Medicina, come era sua ferma intenzione, per la mancanza del diploma di maturità classica. Per superare la difficoltà all’iscrizione, s’iscrisse alla Facoltà di Scienze e, dopo due anni, poté trasferirsi presso la Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma, sostenuta dal ministro Baccelli ed anche da papa Leone XIII, che dichiarò: Tra tutte le professioni, quella più adatta per una donna è proprio quella di medico. Entrata nella Facoltà, Maria Montessori dovette seguire norme rigide per riuscire a far parte di una comunità scientifica composta prevalentemente da uomini dato che, nel campo della medicina, erano ancora molti i pregiudizi nei confronti del sesso femminile. Inoltre, la Montessori era obbligata a fare pratica in anatomia principalmente di notte, così da non creare scandali poiché, in quel periodo, era irragionevole che una donna si trovasse alle prese con un corpo nudo di un defunto e che lavorasse con altri studenti uomini. Maria Montessori sarà la prima donna a laurearsi in Medicina in Italia. Dopo la laurea inizia a prestare servizio all’Ospedale San Giovanni in qualità di assistente, dove lavora al fianco di De Sanctis e Montesano. Giuseppe Ferruccio Maria Montesano, psicologo, psichiatra e tra i fondatori della neuropsichiatria infantile in Italia, insieme a Maria contribuisce alla realizzazione della Lega nazionale per la protezione del fanciullo, nel 1901. Fra i due si crea una profonda unione a livello professionale e umano: divampa la passione e dalla relazione nasce Mario. Tuttavia, un figlio al di fuori del matrimonio costituisce una vergogna per l’Italia dell’epoca e la madre di Montesano rifiuta categoricamente le nozze. Giuseppe Montesano, che non riconoscerà mai il figlio, inizialmente dice a Maria di voler dare al bambino il suo nome e decide di affidarlo alle cure di una terza persona fin dalla nascita. Promette alla compagna che un’unione per la vita, pur senza matrimonio, invece meno di un anno dopo si sposa con un’altra donna. Maria è devastata; avendo ormai accettato di abbandonare il figlio, vede raramente il bambino, che non conosce l’identità della vera madre. Questa donna di successo, coraggiosa e intelligente, cade in una profonda crisi, eppure dal tormento e dal dolore di una vita travagliata nasce uno sguardo capace di andare oltre la propria storia per aprirsi alla sorte di tutti i bambini coltivando speranza, accoglienza, amore. Nel 1907 nasce la prima Casa dei Bambini nel quartiere San Lorenzo di Roma, fino ad allora un luogo difficile, con un’alta mortalità infantile, povertà e condizioni igienico-sanitarie allarmanti. Il celebre Metodo Montessori inizia a essere tradotto in tutto il mondo, le scuole si diffondono ovunque. Tuttavia, gli anni del fascismo interrompono questo momento di grande entusiasmo e apertura. Sembra che Mussolini di lei abbia detto: “Una gran rompiscatole!”. Maria prende la decisione di continuare altrove i suoi studi e inizia a viaggiare molto. Sarà l’India ad accoglierla: in questo Paese, che la chiama Grande Maestra, si sveste degli abiti neri per indossare, finalmente, il colore bianco. 

IL METODO MONTESSORI

Il metodo Montessori è un sistema educativo creato e sviluppato da Maria Montessori che si basa sull’indipendenza e la libertà di scelta del bambino, rispettandone i suoi sviluppi fisici, psicologici e sociali e i suoi tempi. Il metodo Montessori ha come obiettivo la libertà del bambino nel manifestare la sua spontaneità. Si tratta di un approccio basato principalmente sull’osservazione dei bambini, senza intervento esterno, e sulla sperimentazione con l’ambiente, i materiali, in cui le lezioni vengono pensate appositamente per loro. Per la prima volta, grazie a Maria Montessori, qualcuno osservava il bambino con occhi nuovi, restituendone un’immagine totalmente diversa dalla pedagogia dei 200 anni precedenti. Quando la Montessori ideò il metodo, infatti, fu una vera rivoluzione. All’inizio del 900 l’educazione infantile era molto rigida e diversa da quella odierna; i bambini erano costretti in banchi dai quali non potevano muoversi e l’insegnamento era basato su nozioni molto teoriche. Molte idee del metodo Montessori, quali ad esempio l’uso di arredamento “a misura di bambino”, o il divieto di dare voti, hanno completamente modificato il rapporto con il bambino, segnando profondamente l’educazione infantile dei giorni nostri. Il modello della Montessori ha due elementi fondamentali. Il primo afferma che i bambini devono formare il proprio carattere attraverso l’interazione con l’ambiente. In secondo luogo, ai bambini deve essere concessa la libertà di scegliere e agire liberamente all’interno di un ambiente preparato per loro, per contribuire a uno sviluppo intellettuale ottimale. L’adulto si limiterà ad essere l’angelo custode del bambino e, non interferendo, permetterà al bimbo di autocorreggersi e pensare a soluzioni per risolvere eventuali problemi. Maria Montessori, dunque, affermava che non bisogna intervenire nelle situazioni in cui il bambino pensa di poter avere successo. Lasciando il bambino libero di agire in un ambiente studiato appositamente per lui, gli si offre la possibilità di responsabilizzarsi e prendere coscienza delle proprie azioni.

I PRINCIPALI PUNTI DEL METODO MONTESSORI

La pedagogia Montessori considera il bambino un individuo da supportare concedendogli autonomia e assecondando la sua spinta a “fare da solo”, per favorire l’acquisizione della sicurezza e del rispetto verso sé stesso e gli altri. Quindi, per seguire la pedagogia di Maria Montessori, genitori e insegnanti devono essere pronti a fare un passo indietro a favore di maggiore libertà e indipendenza dei bambini. Il compito degli adulti è aiutare i bambini a compiere da soli le loro azioni, come imparare a camminare, correre, lavarsi. Bisogna permettere di vivere le loro emozioni e le loro situazioni senza interferire.
Le capacità dei bambini non devono essere giudicate in base all’età; è bene lasciarli fare i compiti più facili dandogli fiducia. Non impedire a un bambino di fare qualcosa perché è troppo piccolo.
I bambini sono naturalmente attratti dai particolari e dal compiere con esattezza determinate azioni. Imparare ad agire con precisione è un ottimo esercizio per armonizzare il corpo e imparare a controllare i movimenti. Uno degli esercizi più consigliati da Maria Montessori è insegnare ai piccoli ad apparecchiare e servire a tavola, mangiare composti, lavare piatti e riporre le stoviglie.
L’adulto e l’insegnante, in particolare, devono rispettare il bambino nelle sue azioni, non intervenendo ma indirizzandolo a correggersi da solo. Chiaramente l’educatore deve intervenire quando il bambino fa qualcosa di pericoloso per sé e per gli altri.
Bisogna rispettare le volontà del bambino, il riposo dalle attività e i suoi momenti di osservazione, in cui non è predisposto a partecipare a una situazione in atto.
Educare i bambini al contatto con la natura è un ottimo esercizio per sviluppare la parte motoria e le energie muscolari. Molto importante è il lasciarli fare rispettando i loro tempi.
Educate il bambino a prendersi cura degli esseri viventi, piante e animali, permette di insegnargli la previdenza e il senso del domani che non è sviluppato nei bambini, abituati a vivere il momento. Inoltre, la cura di piante e animali educa al rispetto dell’ambiente circostante.
L’educatore deve riuscire a sviluppare i talenti del bambino, evitando di parlarne male o di giudicarlo. L’adulto deve incoraggiare ciò che di positivo c’è nel bambino.
L’ambiente del bambino deve essere un ambiente accogliente e familiare in cui tutti i mobili e gli oggetti siano creati e pensati sulle misure e sulle esigenze dei piccoli. Un bambino posto nell’ambiente idoneo e con la guida di un insegnante attento e discreto potrà sperimentare e affinare le sue potenzialità.
Gli adulti devono accompagnare i bambini nel viaggio della vita e, come ciceroni, indirizzarli a osservare e agire in modo da favorire le loro libertà come individui.


BIBLIOGRAFIA

https://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_Montessori

https://www.donnamoderna.com/mamme/montessori-maria

https://www.corrieredelledame.it/metodo-maria-montessori.html


ARTICOLO DI LORENZO BIANCO DELLA CLASSE IV I DEL LICEO LINGUISTICO