Cartesio nacque il 31 marzo del 1596 a Descartes un piccolo paesino situato nella Francia Centrale; Cartesio non ebbe un’infanzia felice, infatti, ad appena un anno dalla sua nascita dovette subire la morte della madre, e le continue assenze del padre, che molte volte lo lasciava solo, il piccolo René insomma, venne cresciuto dalla nonna e dalla sua nutrice, Cartesio inoltre, venne sempre tormentato da una forte tosse secca, che per molto tempo fece dubitare i medici sulla sua probabilità di vita.
Nel 1618 recuperato dagli acciacchi, e più tormentato che mai, decise di arruolarsi in maniera totalmente volontaria in un reggimento francese di stanza a Breda, nei Paesi Bassi, sotto il comando del Principe D’Orange. Questa permanenza fu completamente rivoluzionaria per lui, si dice che il 10 novembre di quello stesso anno Cartesio ebbe l’incontro con Isaac Beeckman, un medico molto importante, che lo aiutò a scoprire la sua passione maggiore che sarà la matematica, che scoprì essere poi l’unica materia che veramente gli interessava.
Con la matematica infatti, provò a rispondere ad alcune domande e dubbi che si era posto nel corso della sua vita: secondo Cartesio io posso dubitare di tutto, ma se dubito di dubitare, ho la certezza di dubitare; dubitare significa appunto pensare con un pensiero dubitante. “Io sono una sostanza dubitante, sono il mio pensiero, un insieme delle idee di cui non posso fidarmi, dato che potrebbero avere 3 origini diverse”:
- Avventizie, idee che vengono da fuori e che provengono dai nostri sensi
- Fittizie, idee che derivano dall’assemblaggio di due avventizie che provengono da fuori
- Innate, sono delle idee di Dio, non possono quindi venire da fuori perché i sensi finiti non possono trasmetterci l’assoluto, il finito e l’eterno; questa idea infatti viene da sè stessa, solo pensando a quest’idea dimostro l’esistenza di Dio.
E proprio su quest’ultimo punto si sofferma la riflessione di Cartesio che partorisce quindi il secondo dubbio: il dubbio “iperbolico”, che quindi si pone domande come: “Ma se Dio volesse ingannarci?”, “Se ci avesse donato la ragione per ingannarci?”: per rispondere a queste domande Cartesio fonda quindi una nuova materia: la Metafisica, la quale gli permetterà di ragionare matematicamente e quindi di potersi fidare delle idee, in quanto dimostrate secondo un processo matematico.
Cartesio morì l’11 febbraio del 1650 in seguito ad una polmonite fulminante, non è però questa, la teoria più accreditata per la sua morte, si pensa infatti che Cartesio venne ucciso tramite Arsenico, un veleno potentissimo, proprio dal Vaticano, e quindi dalla Chiesa, che per paura che la Svezia abbracciasse le teorie rivoluzionarie di Cartesio, non si sarebbe unita alla Chiesa di Roma, pagando quindi delle imposte, facendogli perdere un’importante risorsa di guadagno.
ARTICOLO DI RAMELLA BON PIETRO DELLA CLASSE IV DDEL LICEO LINGUISTICO
Sitografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cartesio
https://www.studenti.it/cartesio-vita-filosofia-pensiero.html
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