Con la rivoluzione francese si aprì un grande dibattito sullo status e sui diritti dei cittadini e delle donne. A causa della costante instabilità del paese l’organo governativo veniva messo costantemente in discussione e le donne approfittarono della situazione per mettere in discussione la loro stessa posizione all’interno della società. Infatti sono numerose le figure femminili che, durante la rivoluzione francese,  combatterono per contrastare l’idea della donna che era stata costruita nei secoli e che era radicata nei meandri della psiche umana; la stessa idea che Jean-Jacques Rousseau aveva contribuito a tenere viva.

Olimpe de Gouges: i diritti della donna e della cittadina - Cinque Colonne MagazineTra le varie figure di donne emergono quelle di  Pauline Leon, una giovane esponente della classe artigiana, caparbia e indomita affiliata a gruppi radicali anti-monarchici  come il club dei Cordeliers, che alimentarono il suo spirito rivoluzionario tanto da indurla a partecipare al famoso Assalto alla Bastiglia. Inoltre, un paio di anni dopo, nel 1791, si unì a una folla e rischiò la vita firmando la petizione repubblicana dei Cordeliers al Champs de Mars. La sua figura ha idealmente assunto le fattezze edulcorate delle protagoniste di cartoni animati Lady Oscar e la Stella della Senna.

Il 6 marzo 1792, insieme ad altre donne, si recò all’Assemblea legislativa, il primo organo di rappresentanza nazionale di stampo moderno, e lì si fece portavoce di altre 320 parigine e lesse un documento in cui chiedeva il permesso di organizzare una guardia nazionale femminile in modo che le donne potessero proteggere le proprie case dagli assalti controrivoluzionari usando le seguenti parole: “La società non può toglierci questo diritto che la natura ci dà; a meno che non si affermi che la Carta dei diritti non ha alcun valore per le donne, che dovrebbero lasciarsi macellare come agnelli”.

L’ idea di milizia femminile era sorprendentemente radicale perché includeva le donne tra coloro che avevano il diritto di portare armi. Questo diritto era strettamente associato alla piena cittadinanza e non era quasi mai stato considerato appropriato o addirittura necessario per le donne. Anche se la milizia che Léon voleva non fu mai formata, molte donne francesi combatterono con tutte la forza che avevano in corpo. 

Un’altra figura femminile di spicco durante la rivoluzione francese fu Claire Lacombe anche lei giovane donna che,  dopo aver abbandonato la sua carriera da attrice, si trasferì a Parigi dove cominciò a frequentare le riunioni dei Cordeliers; partecipò alla presa della Bastiglia, evento che le assicurò il soprannome di “Eroina del decimo agosto”

Il 13 maggio 1793, Pauline Léon e Claire Lacombe fondarono la Società dei cittadini repubblicani rivoluzionari nella Biblioteca dei Giacobini, in rue Saint-Honoré. Pauline Leon ne divenne presidente il 9 luglio del 1793;  questa società era principalmente composta da donne appartenenti alla classe operaia. Queste donne si batterono per l’applicazione di leggi che garantissero uguaglianza tra i generi, condannarono una società che incentivava la prostituzione, promossero la formazione professionale per le donne. Infine si batterono in favore dell’ampliamento delle opportunità educative e dell’adozione di una politica di  in grado di garantire la sussistenza economica a tutto il popolo; il loro obiettivo ultimo era quello di spingere le masse verso la rivoluzione sociale. Purtroppo Pauline ricoprì la carica di presidente per un periodo breve, infatti solo otto mesi dopo la società venne chiusa dalle autorità perché ritenuta un’organizzazione pericolosa che si opponeva alla “vera” femminilità. Inoltre il loro sostegno ai nemici e il loro desiderio di agire politicamente si scontrarono con l’ostilità dei membri della Convenzione. La detenzione illegale di Jacques Roux il 5 settembre segnò un arresto alle loro richieste.

I membri della Convenzione, tra cui François Chabot e Claude Basire, diffusero delle voci contro Pauline Léon e Claire Lacombe. Le donne della Fraternal Society si rivoltarono contro di loro, quando scoppiò la lite sull’uso delle coccarde da parte delle donne negli spazi pubblici, evento che segnò la chiusura della società; Nonostante la sua breve esistenza alle riunioni parteciparono fino a duecento  donne. Sulla destra possiamo vedere un segno in Francia che riconosce Pauline Léon come fondatrice della Società delle donne.

 

Olympe de Gouges, la seconda donna ghigliottinata dopo Maria Antonietta

Olympe de Gouges, figure de l'Histoire et emblème du féminismeUna delle prime sostenitrici dell’emancipazione femminile fu Olympe de Gouges che, con la dichiarazione dei diritti della donna, pose la società di fronte al ruolo negato nello spazio pubblico alle donne. Marie Gouze decise così del proprio destino come del proprio nome, che cambiò in Olympe de Gouges. 

Marie Gouze nacque a Montauban il 7 maggio 1748. Figlia di un macellaio benestante e di una madre appartenente a una famiglia di avvocati, ricevette un’educazione borghese. Molti ritenevano però che fosse la figlia naturale del marchese Jean-Jacques Lefranc de Pompignan, poeta e accademico di fama nazionale, da cui era certa di aver ereditato l’amore per la scrittura. A 17 anni venne data in sposa, contro la sua volontà, a un ristoratore parigino, di trent’anni più vecchio, che morì tragicamente un anno dopo durante un’inondazione. Marie rimase sola con il figlio appena nato, Pierre, e decise di non risposarsi mai più vedendo il matrimonio  come un ostacolo per la sua carriera da scrittrice. A quel tempo, infatti, le mogli avevano bisogno del consenso del coniuge per pubblicare le loro opere.

A Parigi  iniziò a scrivere opere teatrali e nel 1774 la rivista l’Almanach de Paris, molto nota a quel tempo, la mise al quinto posto nella classifica dei parigini più importanti. Fu in quello stesso periodo che maturò lo pseudonimo di Olympe De Gouges, Olympe era infatti il nome della madre, cui Marie era molto legata, mentre Gouges potrebbe essere una storpiatura del cognome originale, come a dire “Ho il cognome di mio padre, che però non è mio padre”. A questo proposito anche l’aggiunta della particella nobiliare De potrebbe far pensare al padre naturale, il marchese Lefranc de Pompignan. Olympe Era così ingegnosa da far credere ai suoi detrattori di condurre una vita da semplice cortigiana, come tante altre, ma non era così, Marie infatti era solita frequentare i circoli letterari, era un’appassionata studiosa e seguiva sia il dibattito politico che quello filosofico.

Crescendo e andando avanti con i propri studi Olympe De Gouges capì che fino a quel momento era vissuta in uno stato di profonda ignoranza a causa del suo essere donna, e con il sopraggiungere della Rivoluzione si convinse che quella fosse giunta l’occasione per lottare per i diritti di tutti. Peccato che, alla firma della sospirata Costituzione, ispirata dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, la parte riservata ai diritti delle donne fu davvero irrilevante, così Olympe si indignò moltissimo. Fu proprio quest’evento a far nascere in lei l’idea di scrivere quella che sarebbe passata alla storia come la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Olympe non consegnò il documento solamente all’Assemblea legislativa ma si recò di persona al palazzo delle Tuileries, dove risiedeva allora la famiglia reale, per presentare una copia accompagnata da una lettera indirizzata all’attenzione della regina Marie-Antoinette. La principessa di Lamballe, intima amica della sovrana, ricevette il documento dalle sue mani dicendole queste esatte parole «Sostenete, Madame, una sì bella causa; difendete questo sesso sfortunato e avrete presto dalla vostra parte una metà del reame e almeno un terzo dell’altro»

Articolo primo:

‘La donna nasce libera e vive uguale all’uomo nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune’. Uomo, sei capace d’essere giusto?
È una donna che ti pone la domanda; non la priverai anche di questo diritto.
Dimmi, chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il Creatore nella sua saggezza; percorri la natura in tutta la sua grandezza… e dammi, se osi, l’esempio di questo potere tirannico.

Il tentativo di Olympe non ottenne alcun seguito; dei 14 articoli della Dichiarazione solo quello sul divorzio venne preso in considerazione dall’Assemblea legislativa poiché tornava comodo agli uomini. Più tardi, con il diffondersi delle sue lettere pubbliche traboccanti di denunce e di indignazione nel confronti dell’Assemblea, Olympe si espose alle peggiori ingiurie, la maggior parte legate al suo sesso. La situazione per lei degenerò solo quando, dopo l’instaurazione del regime del Terrore, denunciò gli eccessi cruenti del governo, soprattutto dopo il massacro del 10 agosto 1792, giorno dell’assalto al palazzo delle Tuileries sede della famiglia reale. Olympe ebbe persino l’ardire di attaccare Robespierre in persona al quale rivolse queste parole:

Coraggio Maximilien, tenta la fortuna fino all’estinzione, […] quale che sia il tuo trionfo del momento […] non governerai mai degli uomini illuminati. 

Olympe continuò senza sosta a denunciare gli eccessi del Regime del Terrore. Fino al momento in cui qualcuno decise che non poteva più parlare. Fu arrestata, portata in prigione e davanti al tribunale rivoluzionario. Sebbene malata, si difese strenuamente, ma la condannarono comunque a morte. Chiusa nella Conciergerie, l’anticamera della ghigliottina, scrisse a suo figlio.

“Addio figlio mio, domani la mia testa sarà tagliata …. credono di tagliare l’erbaccia ma ormai è troppo tardi, qualcosa è in marcia e ormai è troppo tardi”

Fiera e pallida  il 3 novembre del 1793 salì sul patibolo di quella che oggi è Place de la Concorde, circondata da una folla ostile e silenziosa. Prima di essere ghigliottinata, disse “Figli della patria, vendicherete la mia morte”. Morì così, a soli 45 anni, dopo aver scritto una trentina di romanzi e altre opere, 71 pièce teatrali e 70 pamphlet e articoli.

 

 

 

 

SITOLOGIA:

https://www.anarcopedia.org/index.php/Soci%C3%A9t%C3%A9_des_R%C3%A9publicaines_R%C3%A9volutionnaires usato

https://it.qaz.wiki/wiki/Society_of_Revolutionary_Republican_Women

https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_delle_repubblicane_rivoluzionarie

Pauline Léon – https://it.qaz.wiki/wiki/Pauline_L%C3%A9on

https://it.wikipedia.org/wiki/Donne_nella_rivoluzione_francese#:~:text=Agitazioni%20femministe,-La%20marcia%20su&text=Pauline%20L%C3%A9on%20il%206%20marzo,in%20caso%20d’invasione%20militare.

https://it.qaz.wiki/wiki/Pauline_L%C3%A9on

https://it.qaz.wiki/wiki/Claire_Lacombe

https://it.qaz.wiki/wiki/Society_of_Revolutionary_Republican_Women