Per secoli, i grandi filosofi del passato si sono interrogati sull’esistenza di un’entità superiore all’uomo, una forza generatrice che avesse dato vita al nostro pianeta, una personificazione del Destino, un giudice supremo dei peccati umani: in breve, sull’esistenza di Dio. L’uomo, infatti, ha da sempre avuto bisogno di immaginare un Creatore supremo, per spiegarsi l’impossibilità di rispondere ad alcune domande definibili esistenziali. Ma i filosofi, noti per interrogarsi su ogni cosa, non si sono mai accontentati di accettare semplicemente l’esistenza di Dio, radicatasi nei secoli per mezzo della Chiesa e delle varie dottrine religiose di tutto il mondo, ma hanno provato, ognuno a modo loro, di spiegare il motivo per cui esistesse o meno un dio, e, cosa ancora più difficile, hanno tentato di definirlo. Nel XIII secolo, un frate domenicano, tale Tommaso d’Aquino, provò a porre fine a questo lungo dibattito: si decise a dimostrare razionalmente che Dio, il dio della Chiesa cattolica, esistesse, e che fosse illogico pensare diversamente.


TOMMASO D’AQUINO- LA VITA E GLI STUDI

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Stemma della famiglia d’Aquino

Tommaso nacque nel 1225 ad Aquino dalla famiglia dei conti locali, paesino che ora corrisponde all’incirca alla città di Roccasecca, in provincia di Frosinone. Ai tempi la contea di Aquino rientrava nel Regno di Sicilia, e i due conti, genitori di Tommaso, erano Landolfo d’Aquino e la consorte Donna Teodora Galluccio. Nelle famiglie nobiliari dell’epoca, i destini dei vari figli erano ben definiti fin da prima della loro nascita: al primogenito sarebbe toccata in sorte l’intera eredità e avrebbe mantenuto i titoli nobiliari, mentre i figli più piccoli avrebbero intrapreso la carriera ecclesiastica, godendo sì di molti privilegi ma non dividendo quindi il patrimonio di famiglia.

Questo accadde anche a Tommaso, che a soli cinque anni fu inviato dal padre nella vicina Abbazia di Montecassino, dove il piccolo fu avviato negli anni ai primi studi delle lettere e fu iniziato alla vita religiosa benedettina. Nel 1239 poi, si iscrisse all’università degli studi di Napoli, centro di studi d’eccellenza, che infatti fu fondato nel 1224 da Federico II per formare i più eruditi funzionari del suo Impero. Fu proprio a Napoli che Tommaso entrò a contatto con l’ordine domenicano e, all’età di 18 anni, vi prese parte. Ma questa decisione fu causa di diversi disguidi per lui, con la sua famiglia che lo avrebbe voluto Abate di Montecassino, tanto che fu rapito dai suoi fratelli e rinchiuso per ben due anni nel Castello di Monte San Giovanni campano, di loro proprietà, dove i genitori tentarono invano di fargli cambiare idea riguardo al suo futuro. Tornato a Napoli fra i Domenicani, decisero di inviarlo a Roma dal maestro dell’Ordine, Giovanni Teutonico, che portò Tommaso nei suo viaggi, a Parigi e a Colonia.

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Alberto Magno

A Colonia, dove fu discepolo di Alberto Magno, doctor universalis della Chiesa, continuò e approfondì gli studi di filosofia e teologia. Quando giunse, nel 1252, a Parigi, Tommaso aveva appena 27 anni, eppure fu mandato da frate Alberto come insegnante di teologia, su richiesta di Giovanni Teutonico di un nuovo maestro. Formalmente, però, servivano almeno 29 anni per poter accedere all’insegnamento di questa materia, ma nonostante ciò Tommaso fu comunque accettato, grazie al ruolo fondamentale di mediatore che svolse Ugo di Saint-Cher, cardinale francese. Istruito con una educazione classica, gli fu permesso di commentare i libri di Aristotele dalla Facoltà delle Arti: grande seguace della dottrina aristotelica, scrisse anche i Commenti agli scritti del filosofo greco.

Da questo momento il suo nome divenne sempre più noto all’interno della Chiesa, e i suoi vari scritti costituirono uno dei più importanti lavori sulla metafisica medievale. Nella vita di Tommaso d’Aquino si susseguirono poi vari viaggi, tra qui diversi ritorni in Italia, ultimo dei quali quello del 1272, quando fu richiamato dall’Università di Napoli, in cui aveva studiato, per riorganizzarne gli studi. A quel punto, papa Gregorio X lo convocò a Lione per il Concilio, dove però Tommaso non arrivò mai: già in condizioni di salute precarie, durante il viaggio verso Lione a Fossanova peggiorò ulteriormente e trovò la morte nel 1274, a 49 anni. Tommaso sarà fatto beato, nel 1323, da Giovanni XXII, con il titolo di dottore angelico.


METAFISICA E TEOLOGIA RAZIONALE

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Estratti della somma teologia di Tommaso d’Aquino

Il pensiero di Tommaso d’Aquino si basa sugli scritti, a lungo da lui studiati, di Aristotele, naturalmente reinterpretato secondo i dogmi della religione cristiana. Lo spirito aristotelico della filosofia come mezzo di indagine scientifica fu il caposaldo delle varie teorie elaborate dal domenicano, che credeva che la filosofia potesse arrivare a dare risposte riguardo alla natura, ma mai oltrepassare il campo naturale: ad alcuni interrogativi definiti appunto metafisici (=oltre la natura), si poteva rispondere solo attraverso la fede. Così, Tommaso arrivò a dimostrare quanto più razionalmente possibile l’esistenza di Dio, senza mai sconfinare però nel campo della fede, non potendo dunque spiegare la trinità, per esempio. La sua attenta analisi si basava su analogie e contraddizioni, in questo caso tra Creatore e Creato. Confrontando quindi tutto l’essere, inteso appunto come Creato, tentò di dimostrare razionalmente che Dio esiste, sulla base delle cosiddette Cinque Vie.

  1. Ex motu: tutto ciò che si muove esige un movimento originario, ma, come dice Aristotele, non si può andare a ritroso all’infinito alla ricerca di questo movimento; esiste un primo motore immobile (Dio)
  2. Ex causa: secondo il concetto di causa-effettualità, tutto succede come effetto di una causa antecedente; proprio per questo deve esistere una “prima causa incausata”, e Tommaso vede Dio come questa causa efficiente
  3. Ex possibili et necessario: per spiegare questa Via, bisogna introdurre i concetti filosofici di possibilenecessario. Il primo rappresenta tutto ciò che è ma potrebbe anche non essere o essere diversamente, il secondo tutto ciò che è e non potrebbe essere altrimenti. Le possibilità nel mondo naturale sono infinite, ma è necessario che abbiano avuto origine da un punto primo: Dio diventa così una necessità
  4. Ex gradu: tutte le cose hanno dei gradi di qualità (intese come virtù quali la bontà e la nobiltà) diversi, ma a tutti i gradi parziali deve corrispondere un grado universale di perfezione, da cui derivano tutte le parzialità (Dio). Questa prova fu dimostrata per la prima volta da Anselmo d’Aosta, e in seguito rielaborata da Tommaso d’Aquino

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    Anselmo d’Aosta

  5. Ex fine: questa è forse la più innovativa tra le varie prove, perché Tommaso si proietta verso il fine, non la causa dell’essere. La quinta via si desume quindi dal governo delle cose. Noi vediamo che alcune cose, le quali sono prive di conoscenza, cioè i corpi fisici, operano per un fine, come appare dal fatto che esse operano sempre o quasi sempre allo stesso modo per conseguire la perfezione: dunque appare che non a caso, ma per una predisposizione raggiungono il loro fine. Ora, ciò che è privo d’intelligenza non tende al fine se non perché è diretto da un essere conoscitivo e intelligente. Vi è dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine: e quest’essere è ciò che noi chiamiamo Dio.

Tommaso non si ferma qua, ma dimostrato che è necessario che esista un essere superiore all’essere naturale, ne definisce le varie caratteristiche, ricavabili secondo ragione:

  • Se Dio è massimo grado di tutte le qualità, è sommo bene e sommo amore
  • Dunque, a lui nulla manca: è immutabile, semplice e indivisibile, perché un essere perfetto non ha bisogno di cambiare
  • Se ha posto in essere il Creato, esiste da prima di quello; è anzi eterno, ovvero fuori dal tempo
  • Essendo fuori dal tempo e fuori dallo spazio, è infinito
  • Onnisciente, per poter aver creato ogni cosa
  • Unico: neppure Dio può creare un altro Dio, se questi è indivisibile
  • Per sé: non riceve la vita da nessuno, può esistere in assenza dell’essere, poiché è eterno e creatore
  • Trascendente: se tutti gli essere creati  sono una parte di Dio, che possiede tutte le qualità al massimo grado, Dio non può essere tra gli enti da lui creati (viene così negato il panteismo)

Come abbiamo visto, sulla base del confronto attraverso analogie e differenze con l’essere Tommaso d’Aquino definisce Dio, non con prove empiriche, inapplicabili su un essere metafisico, ma con ragionamenti razionalmente dimostrabili: ecco perché si parla di teologia razionale. L’opera di Tommaso sarà un pietra miliare della Chiesa cattolica, e per questo fu insignito post mortem dalla Chiesa del ruolo di patrono dei teologi, nonché degli accademici, dei librai e degli studenti.


LE CRITICHE EMPIRISTICHE E DI KANT

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Immanuel Kant

D’altra parte, la visione di Tommaso andò incontro a diverse critiche nel corso del tempo, soprattutto durante il Seicento da parte degli empiristi e, un secolo più tardi, da parte di Immanuel Kant. Per i primi, infatti, non solo le prove trovate non erano empiricamente (ovvero secondo il metodo scientifico) dimostrabili, ma soprattutto le varie caratteristiche assegnate a Dio erano inconcepibili per l’essere umano: del resto, come si può pensare a un essere fuori dal tempo o inesteso? Questa è una domanda a cui nessuno ha ancora trovato risposta, e inoltre è ciò che spinge molte persone ancora oggi a non credere in un essere superiore così perfetto. Inoltre, il filosofo Immanuel Kant, considerato uno dei più famosi di tutti i tempi, ragiona proprio in questo modo per spiegare come Dio non sia dimostrabile attraverso le Cinque Vie, che si basano su concetti estrinsechi alla concezione umana: spiega dunque che si può credere a Dio solo avendo fede, ma che questi non è davvero razionalmente dimostrabile. Proprio questa, del resto, era la premessa di Tommaso d’Aquino: la ragione umana si può spingere fino a un certo punto, ma i veri fedeli credono a prescindere dalle leggi naturali, a cui Dio non può obbedire, avendole egli stesso create.

Detto ciò, Tommaso provò sicuramente a dimostrare nel modo più ragionato e concepibile all’uomo possibile l’esistenza di Dio, ovvero quello che forse è l’interrogativo più grande dell’umanità. I suoi meriti, come detto, gli furono del resto riconosciuti, tanto che per chiudere si possono citare le parole di Leone XIII, che nel 1879 ricorderà ancora questo grande filosofo teologico, durante l’enciclica Aeterni patris:

Per la verità, sopra tutti i Dottori Scolastici, emerge come duce e maestro San Tommaso d’Aquino, il quale, come avverte il cardinale Gaetano, “perché tenne in somma venerazione gli antichi sacri dottori, per questo ebbe in sorte, in certo qual modo, l’intelligenza di tutti” . Le loro dottrine, come membra dello stesso corpo sparse qua e là, raccolse Tommaso e ne compose un tutto; le dispose con ordine meraviglioso, e le accrebbe con grandi aggiunte, così da meritare di essere stimato singolare presidio ed onore della Chiesa Cattolica. […] Clemente VI, Nicolò V, Benedetto XIII ed altri attestano che tutta la Chiesa viene illustrata dalle sue meravigliose dottrine; San Pio V poi confessa che mercé la stessa dottrina le eresie, vinte e confuse, si disperdono come nebbia, e che tutto il mondo si salva ogni giorno per merito suo dalla peste degli errori. Altri, con Clemente XII, affermano che dagli scritti di lui sono pervenuti a tutta la Chiesa copiosissimi beni, e che a lui è dovuto quello stesso onore che si rende ai sommi Dottori della Chiesa Gregorio, Ambrogio, Agostino e Girolamo. Altri, infine, non dubitarono di proporlo alle Accademie e ai grandi Licei quale esempio e maestro da seguire a piè sicuro. A conferma di questo Ci sembrano degnissime di essere ricordate le seguenti parole del Beato Urbano V all’Accademia di Tolosa: “Vogliamo, e in forza delle presenti vi imponiamo, che seguiate la dottrina del Beato Tommaso come veridica e cattolica, e che vi studiate con tutte le forze di ampliarla” . Successivamente Innocenzo XII, nella Università di Lovanio, e Benedetto XIV , nel Collegio Dionisiano presso Granata, rinnovarono l’esempio di Urbano.


SITOGRAFIA