Chi era Marie Josèphe Rose Tascher de la Pagerie?

La creola Giuseppina, il cui vero nome era Marie Josèphe Rose Tascher de la Pagerie, nacque il 23 giugno del 1763 nella colonia francese della Martinica, nei Caraibi, dove la sua famiglia possedeva delle piantagioni di zucchero. Qui Rose ricevette una scarsa educazione presso un convento, nonostante ciò imparò a leggere, scrivere, disegnare e danzare. Con il passare degli anni però la situazione economica della famiglia Tascher si fece sempre più difficile a causa dei frequenti uragani che colpivano l’isola, causando danni alle piantagioni e obbligando il capofamiglia a contrarre forti debiti. La famiglia di Rose cercò quindi un modo di risollevare le proprie sorti e per questo la figlia fu segnata da una decisione che molte famiglie del ‘700 prendevano per accrescere la loro posizione socio-economica: la ragazza venne promessa in matrimonio ad Alessandro, figlio del marchese Francesco di Beauharnais, ex governatore della Martinica.

Alessandro di Beauharnais, il primo marito

Il 13 Dicembre 1779, in Francia, Rose, appena sedicenne, sposò Alessandro di Beauharnais, allora diciottenne. Questo matrimonio venne celebrato con il semplice scopo di trarne profitto, sia per la famiglia della sposa che per quella dello sposo, infatti permise al giovane Alessandro di disporre dell’eredità paterna e a Rose di alleviare le difficoltà economiche dei suoi genitori. Non essendo un matrimonio d’amore, l’unione tra i due non fu semplice, infatti Rose non tollerava l’arroganza e i continui tradimenti del marito e questo, a sua volta, accusava la moglie di superficialità e di mancanza di buone maniere. Da questo matrimonio nacquero due figli, ma neanche questi due avvenimenti risollevarono le sorti del matrimonio. In questi anni Rose si legò a una zia di Alessandro, Fanny di Beauharnais, che la introdusse nei salotti di Parigi e da quel momento iniziò a svolgere una vita sempre più mondana. Ma intanto, la Rivoluzione era alle porte della Francia, e Alessandro si era unito alla corrente rivoluzionaria comandando l’esercito del Reno. Si trattò di un grave errore in quanto la campagna ebbe esito negativo. Beauharnais tornò in patria sconfitto, il governo di Robespierre alla ricerca di capri espiatori, lo mandò alla ghigliottina il 23 luglio del 1794. Anche Rose, oramai separata dal marito, era stata incarcerata per alcuni mesi, ma si salvò grazie alla tempestiva caduta dello stesso Robespierre, che salì alla ghigliottina cinque giorni dopo l’esecuzione di Alessandro. Rose si trovò sola e in gravi difficoltà economiche, ma queste furono presto risanate, in quanto nel 1795 si proclamò una legge per la quale le venivano restituito tutti i beni sequestrati al marito.

L’incontro con Napoleone

Così, a 32 anni, Rose era una vedova giovane e ricca, con sufficiente libertà per godere della sua nuova condizione sociale. La futura imperatrice di Francia era una donna affascinante, piccola (era alta un metro e cinquanta) e aggraziata nei modi, con vivaci occhi castani, lunghe ciglia, capelli ricci anch’essi castani e un fisico agile e snello. Allegra e gioviale, era anche dotata di una voce molto piacevole. L’unica pecca in tanto fascino era rappresentata dai denti, che pare fossero piuttosto brutti, ragione per cui Rose evitava di ridere apertamente. L’aspetto e il carattere della vedova Beauharnais le spalancarono le porte delle feste e dei principali salotti parigini, dove i nobili scampati alla ghigliottina si abbandonavano ai piaceri e ai lussi più sfrenati in reazione al periodo buio e triste del Terrore, appena terminato. In questi ambiti le vennero attribuite relazioni sentimentali con diverse figure politiche importanti. Proprio in occasione di una delle tante feste a cui partecipava, Rose fece l’incontro che avrebbe condizionato il resto della sua vita, quello con il generale corso Napoleone Bonaparte, più giovane di lei di sei anni. Il generale e Rose diventarono presto amanti e fu proprio Napoleone che iniziò a chiamarla Giuseppina, dal momento in cui il nome di Rose non era di suo gradimento. Il futuro imperatore di Francia si innamorò appassionatamente dell’affascinante creola e le chiese di sposarlo. Napoleone e Giuseppina si sposarono il 9 marzo 1796 e, dopo una luna di miele di soli due giorni e subito dopo le nozze Napoleone partì per guidare l’esercito in Italia, ma non mancò di mandarle lettere d’amore per tutto il tempo della sua assenza. Lei, meno romantica, rispose più raramente. Ciò era forse dovuto al fatto che nei primi anni di matrimonio, Giuseppina non fu una moglie fedele, infatti non tardò a intraprendere una relazione extraconiugale con Hippolyte Charles, tenente molto apprezzato nei salotti parigini. Nel frattempo Bonaparte, continuava a non ricevere risposta alle lettere che le mandava, fatto che gli suggerì il dubbio riguardo appunto, la fedeltà della moglie. Dopo molte insistenze, però, Napoleone ottenne che lo raggiungesse in Italia. Le vittorie del giovane generale e la sua crescente fama avevano reso anche Giuseppina un personaggio pubblico: i parigini la chiamavano “nostra Signora delle vittorie” e ormai non poteva più sottrarsi agli impegni del suo nuovo ruolo. Anche in Italia, tuttavia, Napoleone la lasciava spesso sola; Giuseppina riuscì quindi a proseguire la relazione con Hippolyte, che l’aveva seguita nel suo ruolo di tenente. Intanto le voci di un rapporto tra i due si fecero insistenti e arrivarono a Napoleone, il quale scoprì inoltre alcuni traffici illeciti che procuravano buoni guadagni sia alla moglie sia all’amante. Giuseppina riuscì però a superare la crisi che ne seguì. Ma quando il generale partì per l’Egitto, Giuseppina si riunì di nuovo a Hippolyte nella residenza che lei stessa aveva appena acquistato a Malmaison, poco fuori Parigi. Ancora una volta le voci della relazione clandestina tra i due raggiunsero Bonaparte, che tornato dall’Egitto era deciso a divorziare. Ma dopo averlo supplicato, Napoleone decise di perdonarla, ma da quel momento la loro relazione cambiò: lei chiuse con la sua vecchia vita, i tradimenti e i raggiri e si innamorò sempre di più del marito; lui invece, pur continuando ad amarla, si allontanò a poco a poco da lei, distratto dalle guerre e dalle relazioni con altre donne. Dopo questi avvenimenti, la relazione sembrava essere stabile e nel 1799, Napoleone era diventato Primo console e si era trasferito con la moglie nell’ex palazzo reale delle Tuileries. Giuseppina seppe sostenere il suo nuovo ruolo, conquistando sempre di più l’affetto popolare. A questo proposito, pare che un giorno Napoleone disse di lei: “Io vinco solo battaglie. Con la sua bontà, Giuseppina conquista i cuori della gente”. In questo modo, Giuseppina ebbe un ruolo molto importante anche in ambito politico e giovò alla carriera di Napoleone.

La fine del matrimonio

Napoleone aspirava al posto di imperatore, questo creò in Giuseppina un senso di sconforto tale da portarla ad opporsi a questa decisione in quanto sapeva che, se egli avesse occupato il posto di imperatore, avrebbe voluto un erede, erede che Giuseppina non poteva dargli. Proprio per questo motivo Napoleone il 30 Novembre 1809, annunciò il divorzio alla moglie. Napoleone lesse emozionato una lettera in cui dichiarava di volersi separare da Giuseppina solo per il bene dello Stato. Elogiò la moglie da cui si stava separando, definendola colei “che aveva illuminato quindici anni” della sua vita e il cui ricordo sarebbe sempre stato “scolpito” nel suo cuore. Poi fu la volta di Giuseppina, che iniziò a leggere un testo preparato, ma le lacrime la soffocarono e un funzionario dovette concludere la lettura. Napoleone le lasciò una buona rendita e il titolo di imperatrice. Il loro legame non si interruppe mai del tutto, neppure dopo il matrimonio dell’imperatore con Maria Luisa d’Austria e la nascita del tanto agognato erede. Anche dopo la sconfitta di Lipsia e l’esilio sull’Elba, Napoleone continuava a scriverle lettere affettuose. Giuseppina Bonaparte trasse beneficio dal fatto di essere stata ripudiata. Il nuovo re francese Luigi XVIII, che perseguiva una politica conciliatrice, si dimostrò amichevole con lei e Giuseppina ottenne anche la protezione dello zar Alessandro I di Russia. L’ex imperatrice di Francia morì improvvisamente nella sua residenza di Malmaison per le complicazioni di una polmonite. Era il 29 maggio del 1814 e aveva cinquant’anni. Lo zar inviò delle truppe per renderle omaggio al funerale. Napoleone non la dimenticò mai. Napoleone non cessò mai di amare Giuseppina. Ella rimase per sempre la sua unica donna. Le amanti erano uno passatempo, uno puro esercizio fisico che non lo appagavano. Giuseppina, fu la sua compagna ideale la donna che lo aveva accompagnato quando ancora la sorte non gli arrideva, la sposa che l’avrebbe seguito anche nella cattiva sorte e per questo Napoleone l’amava e l’amò per sempre.