2002: nuovi mercati

14 Gennaio 2002

Primo appuntamento del 2002 dedicato

ad un rapido sorvolo in prospettiva

sull’economia sportiva nazionale

ed internazionale del nuovo anno da

poco nato.

Per la difficile situazione finanziaria

dello sport italiano molto interessante

risulta essere la disposizione della Legge

Finanziaria approvata il 22 dicembre

scorso che, all’articolo 11, comma 1

inserisce per la prima volta fra i settori

meritevoli di sostegno da parte della

fondazioni bancarie l’attività sportiva.

Nell’anno dell’euro il vecchio continente

sarà assente nell’organizzazione

di grandi eventi: dollaro e yen infatti

saranno i protagonisti, sfidandosi sulla

scena mondiale legati rispettivamente

alle prossime Olimpiadi invernali in Salt

Lake City (febbraio) ed ai Campionati

mondiali di calcio (giugno).

Per l’economia statunitense si tratta

di una sorta di primo banco di prova a

livello mondiale per la ripresa di alcuni

settori (trasporti, ospitalità, comunicazioni...)

dopo i fatti dell’11 settembre.

Corea e Giappone aprono all’evento

calcistico mondiale l’Asia, interrompendo

per la prima volta nella storia il duopolio

Europa-America, a testimonianza

del positivo esito del delicato processo

ancora in corso di fuoriuscita dal tunnel

della micidiale crisi finanziaria che

turbò il sud-est di quel continente.

Ma molto probabilmente è in una

terra prossima agli attuali scenari di

guerra l’evento organizzativo simbolo

del 2002: il tour ciclistico del Qatar (fine

gennaio).

E non è un caso che la paternità dell’iniziativa

sia transalpina.

La Francia, più ancora che gli Usa,

si conferma ormai da tempo il leader

mondiale nel management sportivo,

firmando con i suoi gruppi dirigenziali

qualificati e compatti eventi negli

angoli più esclusivi del mondo, dagli

oceani (Vandée Globe) ai deserti (Parigi

- Dakar), ed offrendo preziose consulenze

ai comitati organizzatori di altri

Paesi. E’ il caso delle Olimpiadi invernali

di Torino 2006, che godono della supervisione

di Killy.

La scelta coraggiosa della Societé du

Tour de France di raccogliere la domanda

di sport ad alto livello di quel Paese

medio-orientale in questo momento

storico è un piccolo segnale all’Europa

nel cercare di inserirsi con convinzione

nell’industria spettacolistica sportiva,

che sta penetrando in mercati fino a

poco tempo addietro improponibili

come per esempio la Formula 1 in

Mosca ed in Shanghai.

 









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