Appunti per il nuovo

25 Maggio 2001

L’occasione della nuova legislatura

dovrebbe essere sfruttata in tempi

ragionevoli per fare un punto della

situazione della legge quadro sullo

sport non professionistico, con tre

obiettivi da accertare:

a) la correlazione con il progetto dello

sport scolastico;

b) i tempi di approvazione della

norma;

c) la contemplazione nel testo di una

riforma giuridico-fiscale a trecentosessanta

gradi del settore.

Un risultato incerto della verifica

dovrebbe allora avere come conseguenza

l’intavolazione delle attuali problematiche

amministrative.

Esse sono numerose. Alcune sono

tuttavia preliminari.

1) Fitness. Sport o benessere fisico?

Associazione od impresa? Non si tratta

di arrivare al modello francese, dove

esiste il fitness no-profit gestito dallo

Stato e dagli enti locali, ma di creare i

presupposti per la fuoriuscita dall’associazionismo

sportivo dell’imprenditoria

dei centri fitness attraverso una legge

quadro eventualmente agevolativa tipo

legge Tremonti. A maggiore ragione

considerato che il 17 maggio scorso il

provvedimento di revisione della legge

quadro sull’artigianato, settore che oggi

ospita le palestre profit, ha in buona

sostanza ignorato la questione.

2) Volontariato sportivo. Vi rientrano

le funzioni di segreteria in genere e tutti

quei ruoli amministrativi e di manovalanza

sempre più difficile da reperire

nell’ambiente sportivo, soprattutto a

titolo gratuito.

Estendere l’esenzione Irpef fino a

10milioni di lire annui prevista per gli

sportivi praticanti anche ai compensi

percepiti da quelle figure chiave nella

vita dei sodalizi merita una valutazione,

soprattutto se l’alternativa è la corresponsione

in nero degli importi.

3) Acquisti Iva. E’ risaputo che quello

sportivo è un settore a maggioranza

con Iva indetraibile sugli acquisti; ciò

è fonte di nero indotto (mancata fatturazione

da parte dei fornitori). A livello

europeo si giunga allora a valutare una

ipotesi di esenzione da questa imposta

delle cessioni di beni e delle prestazioni

di servizi ai sodalizi sportivi in regime

forfettario che certificheranno il loro

status (come avviene per esempio per

gli esportatori abituali).

4) Prestazioni sportive esenti. Ed

ancora sul fronte Iva, occorrerà quanto

prima recepire la direttiva europea che

prevede la esenzione da questa imposta

dei corrispettivi relativi a prestazioni

sportive (noleggio attrezzature ?).

5) Fatturazioni di comodo. Su questo

punto è necessario prendere coscienza

che il fenomeno potrà essere mitigato

partendo da una revisione della tassazione

del reddito di impresa delle

aziende sponsor.









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