La scorsa domenica sulle piste del
monte Cervino ci furono 5.000 sciatori.
In termini di valore di attrezzature
ed abbigliamento del settore, ponendo
come media 1.500.000 lire pro-capite,
glissarono sulla neve circa 7,5 miliardi.
Un mercato importante, ma dai risvolti
imprevedibili.
Una minima parte di quei frequentatori
era infatti sul posto per motivi
agonistici, in seduta di allenamento
propedeutica alla imminente stagione.
La massa era presente per diporto, per
divertimento.
In questa fotografia sono quindi rappresentate
in proporzione le due anime
consuete della pratica sportiva: specializzazione
o tempo libero.
La novità dei nostri giorni è rappresentata
dal fatto che queste realtà
hanno ormai interessato anche quelle
discipline un tempo status-symbol
(golf, tennis, sci alpino...). Un processo
trasversale che ridisegna alcuni scenari,
se è vero che ai vertici di tali sport sta
arrivando sistematicamente anche la
gioventù non della upper class. L’altra
da parte sua porta anche nell’abbigliamento
per la pratica sportiva quel
disimpegno dai regolamenti originari
dello sport d’élite in materia (la divisa
bianca del tennista per intenderci).
Di fronte a queste trasformazioni dei
consumi, i fornitori del mondo sportivo
scoprono o rivedono le strategie.
E così mentre la stazione di risalita
invernale piuttosto che il centro
vacanze estive ritagliano dello spazio
per l’utenza degli agonisti, il golf club
affianca ai green da competizione delle
zone per la crescente domanda di questa
disciplina come loisir.
Senza contare il fenomeno dei diversi
macchinari ed attrezzature per il
benessere del corpo che, dalla palestra,
potrebbero migrare nelle case al fianco
di altri elettrodomestici.
Se poi dal settore immobiliare passiamo
a quello dell’articolo sportivo,
per alcuni marchi si tratta di intercettare
e scegliere tra le due domande per non
uscire con le ossa rotte dal mercato. E’
il caso di due prestigiosi brand italiani
quali Fila e Diadora. Innanzi a quelle
due richieste diverse ed altrettanto forti,
le ditte hanno imboccato di recente vie
differenti: capi portabili ed italianità per
una Fila conosciuta sul mercato per le
linee di abbigliamento e gli articoli frutto
di laboratorio; tecnicismo estremo
ed internazionalità per la casa veneta,
un tempo rinomata per l’accessibilità
dei prodotti in tutti i sensi. Tempo libero
per la prima, specializzazione per la
seconda.
In entrambi i casi una sorta di sfida
italiana a quelle multinazionali del settore
che, in quanto tali, rispondono a
queste trasformazioni con l’acquisizione
dell’azienda ad hoc (es. l’acquisto di
Salomon/sci da parte dell’Adidas).