Diverse medaglie italiane alle recenti
Olimpiadi di Nagano sono state ottenute
da atleti-militari.
Sono stati i primi Giochi Olimpici
all'indomani della manovra economica
di ridimensionamento dello stato
sociale (welfare), che dovrebbe garantire
nel 1998 circa 4.200 miliardi di lire
di risparmio sulla spesa pubblica. Un
parto travagliato: lunghi mesi di trattative
tra Esecutivo e parti sociali, una
crisi di governo e gli sconti approvati in
Parlamento rispetto alla prima stesura
della primavera scorsa.
Da parte sua il Governo si è detto
comunque soddisfatto, perchè si sono
messi in moto alcuni interventi strutturali,
fra i quali la riduzione di alcuni
"privilegi" (vedi per esempio quelli dei
dipendenti della Banca d'Italia).
Toccherà un giorno a quelli dell'esercito
degli atleti-militari?
L'occasione potrebbe scaturire dagli
attuali lavori della riforma delle forze
armate. Colpire chi garantisce periodicamente
prestigio internazionale al
Paese attraverso le vittorie sportive in
giro per il mondo in discipline "povere"
è una mossa impopolare. Sennonchè
il contenimento del debito pubblico
anche in Italia è diventato un sano
costume da quando l'oste europeo ha
cominciato a presentare i conti.
Quelli in questione, datati 1995,
mostravano la seguente fotografia:
1.010 atleti militari dipendenti (193
carabinieri, 255 finanzieri, 96 agenti di
custodia, 193 guardie forestali e 273
agenti di polizia) più 1.231 atleti militari
di leva presso i gruppi sportivi delle
forze armate.
Il costo complessivo per lo Stato era
di circa 200miliardi di lire (7.000 le persone
che si occupavano solo di sport).
Approfondire il fenomeno nelle competenti
sedi sarebbe opportuno, anche
alla luce di possibili cambiamenti di
rotta di cui si sono avvertiti alcuni mesi
addietro certi segnali (obbligo di servizi
di caserma per gli atleti militari). E cercando
magari di valutare la possibilità
di studiare delle alternative. Per esempio
in Germania come in Giappone
sono i grandi gruppi industriali storici
a farsi carico degli oneri degli atleti
di interesse nazionale delle discipline
sportive prive di mercato.