Che cosa si nasconde?

12 Gennaio 2001

A partire dal prossimo 30 aprile, se

non interverranno nel frattempo delle

modifiche, gli enti sportivi dilettantistici

saranno tenuti a denunciare al

fisco i "compensi" (rimborsi spese ed

indennità di trasferta forfetarie, premi)

corrisposti nell'anno solare 2000. In

realtà all'appuntamento non mancheranno

anche quei sodalizi dello sport

professionistico che elargiscono queste

somme a volontari e dopolavoristi presenti

nei loro organigrammi.

La comunicazione degli importi

pagati avverrà attraverso la compilazione

del già collaudato modello 770, che

ogni anno permette al fisco di verificarne

la coincidenza con quelli dichiarati

nei rispettivi modelli 740 (oggi Unico)

dai percipienti. Sennonchè questi ultimi

sono dispensati dal denunciare i compensi

in questione di importo fino a 50

milioni di lire.

In altre parole ci troviamo quindi di

fronte ad un adempimento, la cui ratio

(l'incrocio dei dati ai fini della lotta

all'evasione) non verrà soddisfatta in

pieno.

Ci si domanda allora quali altri fini

intenda raggiungere questa fotografia

delle "retribuzioni" nello sport dilettante,

la prima in Italia.

Statistica. Nel febbraio scorso, presentando

la Guida del contribuente sportivo,

il dottor Busa del Ministero delle

Finanze (settore Contenzioso) annunciò

la nascita di una banca dati del fisco su

Onlus ed associazioni sportive dilettantistiche.

L'operazione potrebbe rappresentare

un ulteriore passo in quella

direzione.

Controlli. Ma in Italia ai censimenti

pensa l'Istat. Più realistico attendersi

quindi dal fisco utilizzi operativi dei

dati: a) un controllo sull'uso improprio

(formalmente) di una legge per i dilettanti

da parte delle srl e delle spa professionistiche;

b) l'accertamento delle

mancate ritenute fiscali sulla somma, di

importo compreso fra 10 e 50 milioni,

dei compensi erogati ad una stessa persona

da parte di diversi sodalizi all'oscuro

di queste pluricollaborazioni.

Inail. Se è vero che sarà obbligatorio

segnalare anche la qualifica del

percipiente, l'Inail potrebbe ritrovarsi

su di un piatto di argento l'elenco di

allenatori ed istruttori non professionisti

e senza contratto scritto, di cui

l'ente pretenderebbe la denuncia. Ogni

soggetto vale circa 180.000 lire a titolo

di premio annuo. Un toccasana per le

casse dell'Inail.

In conclusione sfuggire all'adempimento

è rischioso, considerato l'utilizzo

nel corso del 2000 di assegni e bonifici

per i pagamenti dei suddetti compensi,

a causa dei limiti all'uso dei contanti









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