Cio: il dopo Samaranch

9 Giugno 2000

Sta maturando un evento nel mondo

dello sport: l'elezione del successore

di Samaranch alla presidenza del

Comitato Olimpico Internazionale (Cio).

L'evento è unico, perchè il movimento

olimpico avrà il primo presidente eletto

nel nuovo corso del Cio.

Esso può idealmente collocarsi nel

1984 con le Olimpiadi di Los Angeles,

promosse e gestite per la prima volta

da un gruppo privato al di fuori delle

istituzioni sportive che ad un Cio quasi

ignaro di esserne titolare, richiese dietro

una forte offerta i diritti televisivi dei

Giochi al fine di una loro rivendita sul

mercato.

E così da comitato organizzatore dei

Giochi sulle spalle degli Stati ospitanti,

il Cio cominciò a trasformarsi in una

enorme fabbrica di denaro e di assegni

in bianco, distribuiti in nome della

solidarietà olimpica non sempre con la

diligenza del buon padre di famiglia. E

senza un management all'altezza delle

cifre in gioco, che non provenivano più

come detto solo dai fedeli co-sponsor,

primo fra tutti Adidas. Questo collettorre

di ricchezze cambierà il padrone

del vapore che governa questi flussi

finanziari. Un potere immenso, come lo

è quello di chi presiede le Nazioni Unite

piuttosto che la Casa Bianca.

Ci sono due aspetti principali della

questione.

Politico. Perchè JA Samaranch ha resistito

così a lungo a capo del Cio?

Durante gli anni della guerra fredda

egli rappresentò la terza via fra il

blocco occidentale e quello del Patto

di Varsavia. Un rappresentante di uno

Stato come la Spagna, in sostanza equidistante

e fino ai Giochi di Barcelona 92

non potenza sportiva, faceva comodo

sia agli Stati Uniti che all'Urss. E perdurando

quello scenario una candidatura

italiana avrebbe potuto garantire una

continuità. Ma con la caduta del Muro

di Berlino (1989), dalla contrapposizione

dei blocchi usciti da Yalta siamo

passati a quella trasversale all'interno

dell'Occidente, fra l'area mediterranea

(Samaranch, Nebiolo) e quella anglosassone

che aspira a rompere questo

governo latino.

Economico. Il paragone può sembrare

forte, ma non lontano dalla verità: il

Cio sta a Samaranch come la Yugoslavia

stava a Tito. Là c'erano un dittatore e

due mondi (islamico e slavo). Dopo la

morte del capo, la storia la conosciamo

bene. Qui ci sono i vertici dei due cartelli

azzittiti per decenni da Samaranch,

quello delle federazioni internazionali

(Asoif ) e quello dei comitati olimpici

nazionali (Acno) , che stanno affilando

i coltelli per rivendicare il primato nell'organizzazione

dei Giochi e quindi per

assicurarsi la fetta più consistente delle

entrate del Cio.

Una partita dalle conseguenze imprevedibili,

non esclusa una privatizzazione

del comitato stesso.









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