Dilettanti da adottare

2 Giugno 2000

Alcune settimane addietro la

Provincia di Arezzo si è fatta interprete

delle istanze del calcio dilettantistico

nei confronti di quello delle leghe professionistiche,

elaborando un ordine

del giorno per il Parlamento.

Al primo punto l'argomento chiave:

l'approvazione di una legge sul volontariato

del settore. Se per settore non

si intende il solo calcio, trattasi allora

in soldoni della legge quadro sullo

sport non professionistico (al di fuori

della legge n. 91/1981) che giace alle

Camere dal novembre del 1982. E dopo

diciotto anni la realtà di quel mondo è

cambiata.

La crescita del movimento sportivo si

può infatti sintetizzare non solo in termini

di praticanti, ma anche attraverso

due parametri economici:

- l'incremento del volume dei compensi

(rimborsi spese ed indennità di

trasferta) riconosciuti agli sportivi;

- la delocalizzazione dei campionati

già a partire dal livello dei junior, organizzati

su territori a base interregionale.

Come conseguenza di quanto sopra

abbiamo assistito ad una dilatazione

dei costi che ha richiesto sempre più

risorse finanziarie ed amministrative.

Un flusso finanziario dall'azienda

al settore no-profit sportivo rilevante,

che per l'imprenditore significa costi e

risparmio fiscali, spesso degenerati in

forme elusive ed evasive (sovrafatturazione).

La forte contromossa dello Stato con

la legge 13-5-1999, n. 133, è chiara: contenimento

del prelievo fiscale sul reddito

controbilanciato da una richiesta di

adempimenti contabile-amministrativi

di livello "aziendale" per dei soggetti

che, d'altronde, pur mantenendo l'assenza

del fine di lucro, entrano nel circuito

fiscale come appunto produttori

di costi "particolari" per le imprese.

Di fronte a ciò il sistema è andato

in crisi, giungendo a scoprire che le

sole risorse finanziarie non sono più

sufficienti ad uno stato di salute del

sodalizio sano a trecentosessanta gradi,

e non solo sui campi di gara. A questo

punto o l'associazionismo sportivo non

professionistico entra ufficialmente nel

sistema scolastico in tutto e per tutto,

impianto amministrativo compreso,

oppure, se la volontà politica è quella

di lasciarlo autonomo, la soluzione

potrebbe passare attraverso:

a) la selezione e l'accorpamento a

livello provinciale dei sodalizi in pool;

b) l'"adozione" da parte delle aziende

dell'impianto amministrativo delle

associazioni a fronte di agevolazioni

derivanti da una revisione della materia

della deducibilità degli oneri di pubblica

utilità (art. 65 dpr n. 917/86), limitata

alla fattispecie del dopolavoro aziendale

riscontrabile oggigiorno solo più

presso i grandi gruppi industriali.









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