Venerdì scorso presso la moderna
sede centrale di Biverbanca si è parlato
di riforme fiscali ed associazionismo
sportivo. I ritardi nell'emanazione di
alcuni provvedimenti hanno condizionato
i lavori dell'incontro.
Tuttavia un intervento della relatrice,
la dottoressa Roberta Clericuzio della
Scuola dello Sport del Coni di Roma,
merita un breve approfondimento proprio
perchè, nato da una riflessione in
materia tributaria, investe in realtà a
360 gradi la gestione di un sodalizio
sportivo. Eccolo in sintesi: le associazioni
sportive dilettantistiche i cui ricavi
superano il tetto della Legge n. 398/91
(oggi di L. 128.411.000) dovrebbero
assumere una forma giuridica di società
di capitali (srl, spa, sapa).
Considerazioni.
1. L'attività continua ad essere svolta
fenza fini di lucro per imposizione del
diritto sportivo, perseguendo comunque
sempre una obiettiva economicità:
la copertura dei costi.
2. Occorre distinguere l'attività sportiva
ricreativa/formativa (settori giovanili)
da quella agonistica (prima squadra).
Per entrambe è esclusa la forma
di cooperativa, perchè è presente lo
scopo mutualistico (lucro soggettivo).
Inoltre a livello di sport ricreativo la
forma societaria spa o srl non-profit non
è prevista dal legislatore.
3. Ai fini della scelta della forma societaria,
il superamento del suddetto tetto
dovrebbe essere sigificativo (dai 300
ai 500 milioni di lire di ricavi) e legato
quindi ad un'attività agonistica di livello
nazionale.
4. Oggi questa ultima è gestita di
fatto da una società di capitali mascherata
da associazione (potere decisionale
ristretto a poche persone, fidi bancari,
investimenti). I maggiori costi di burocrazia
della forma societaria vanno confrontati
con il rischio del fallimento di
coloro che agiscono in nome e per
conto dell'associazione.
5. In assenza di promozioni a campionati
professionistici, la trasformazione
diretta in società di capitali rischia di
non ottenere l'omologazione del tribunale.
Migliore soluzione sarebbe quella
di poter "scorporare" dall'associazione
non riconosciuta l'impresa, facendola
gestire economicamente dalla società
di capitali socia del sodalizio che continuerà
ad operare esclusivamente ai
fini sportivi.