Per associazioni e società sportive di
varie discipline di squadra è questo il
tempo delle pratiche di iscrizione ai tornei
della prossima stagione sportiva.
Per le società professionistiche di calcio
e di pallacanestro, a tutela in primo
luogo dei dipendenti ed ai fini dell'ammissione
al campionato, viene richiesto
anche il rispetto di alcuni indicatori circa
lo stato di salute patrimoniale e finanziario
del soggetto.
Questo viene infatti espresso attraverso
una serie di parametri attualmente
differenti fra calcio e basket.
Per la pallacanestro due sono le condizioni
da soddisfare per l'ammissione al
nuovo anno sportivo:
a) al 31 dicembre di ogni anno il patrimonio
netto della società (capitale sociale
versato dai soci e le riserve al netto
di eventuali perdite) deve essere pari al
50% del valore contabile dei diritti all'uso
delle prestazioni sportive dei dipendenti
(parco atleti);
b) la situazione debitoria al 31 marzo
di ogni anno non deve essere superiore a
quella risultante in sede di primo bilancio
presentato all'organo federale di controllo
delle società (Com.te.c.). La copertura
dell'eventuale eccedenza debitoria dovrà
essere documentata e garantita alla federazione
entro un termine utile per il varo
dei campionati.
La federbasket quindi ignora per ora
l'aspetto economico dei ricavi di gestione
degli affiliati.
La federcalcio, viceversa, attraverso
l'organo di vigilanza (Co.vi.so.c.) impone
trimestralmente ai club di confrontare
ricavi e debiti. Ai fini dell'ammissione al
campionato il risultato di tale rapporto al
31 marzo di ogni anno non deve essere
inferiore a 3: in altre parole i ricavi della
gestione dell’anno precedente devono
essere pari a tre volte i debiti di quello in
corso, pena l'esclusione della società dal
torneo, che tuttavia è sanabile entro un
termine prestabilito.
La Figc, di fronte al difficile periodo
di una serie C che ha visto ridursi del
30-35% il contributo mensile federale, ha
deliberato alcune misure "agevolative"
per il calcolo del rapporto. Si tratta spesso
di palliativi che non bastano ad evitare il
ricorso al portafogli da parte dei soci per
un aumento di capitale sociale. O meglio.
Ai fini del buon esito del rapporto, un
versamento a fondo perduto risulta più
efficace. In numeri: una società con 100
di ricavi su 45 di debiti ha un rapporto di
2,23 che, dopo un versamento a fondo
perduto dei soci in banca di 10, salirà a
3,14 (110 : 35), risultato non garantito
con l'aumento di capitale (100 : 35 =
2,85). Un accorgimento che misura indirettamente
il grado di "mecenatismo" di
una classe dirigente, che spesso trova
nella appartenenza ad una nicchia (128
aziende in Italia) con una identità sociale
e culturale definite, la vera motivazione
per operare ai vertici di una industria dai
piedi di argilla.