Euro contro dollaro

23 Giugno 2000

I campionati europei di calcio in corso

in Be-Ne ripropongono una nuova puntata

della guerra fra Adidas e Nike, alla

conquista del primato sul mercato dell'articolo

sportivo legato al football.

Nel 1998 in Parigi in occasione del

torneo mondiale finì con una vittoria di

Adidas (Francia). Una sconfitta cocente

per Nike, considerato il massiccio

marketing preparato per la vittoria brasiliana,

data per scontata.

Un passo falso che non ha condizionato

tuttavia la marca americana del

"baffo" nella sua strategia di penetrazione

sempre più agressiva nel vecchio

continente a diversi livelli. Dai "Nike

Park", giostre del calcio per famiglie in

relax a colpi di palloni "armi letali" contro

gli avversari, alle sponsorizzazioni

tecniche di squadre di club e di rappresentative

nazionali.

Un investimento questo ultimo che

ogni due anni fra Europei e Mondiali si

sta dimostrando un discreto business,

come ha di recente dichiarato Marco

Boglione di Robe di Kappa, confrontando

la domanda di maglie dell' Italia

del Maggio scorso (100.000) con quella

delle casacche della Spa Juventus in

occasione dell'ultimo scudetto (50.000).

Nike non ha più creduto dopo France

98 nell'Italia, non ha atteso ancora due

anni la competizione continentale che

poteva riservare un risultato favorevole.

Subentra proprio la casa torinese Robe

di Kappa.

Nike ha puntato sui doppi padroni

di casa (Belgio - Paesi Bassi) e sui "brasiliani"

d'Europa, il Portogallo. Da parte

sua Adidas ha riproposto il classico asse

franco-tedesco, insieme con la novità

Spagna.

E così Germania - Olanda piuttosto

che Francia - Portogallo potevano rappresentare

l'ideale rivincita di Parigi in

questo scontro senza fine, originatosi

con la caduta del monopolio della

marca a tre strisce.

Ma dopo Maastricht si è aperto un

altro derby che, indirettamente, interessa

tutti: quello fra l'euro (Adidas) ed

il dollaro (Nike). E in questo campo gli

addetti ai lavori non hanno dubbi: per

rilanciare la valuta europea contro il

potere del dollaro l'ideale è una vittoria

della Germania, soprattutto dopo la sua

recente presa di coscienza pubblica di

incarnare la locomotiva dell'economia

del vecchio continente; ciò non sarà

possibile ed allora anche un trionfo

della Francia, autocandidatasi il weekend

scorso a guidare in alternativa ai

tedeschi la fetta di Europa "più veloce",

sarebbe auspicabile. Deleterie le

vittorie di Olanda e Portogallo targati

Nike, le cui affermazioni potrebbero

trainare domande di beni e consumi

dell'area del dollaro, rafforzando il pessimismo

sull'euro. Insomma la finale in

Rotterdam del prossimo 2 luglio va al di

là di un campo di calcio.









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