Fisco: sport schedato

25 Febbraio 2000

Due nuove misure legislative interesseranno

in proiezione il terzo settore

italiano. L’intento dell’erario è quello di

fare emergere il fenomeno crescente

del falso no-profit. Parliamo quindi di

elusione e non di evasione fiscale.

Da tempo è al lavoro un Comitato

consultivo contro l’elusione, previsto

dalla Legge Finanziaria del 1992 (la n.

413/91). Si sta interessando anche dei

costi di sponsorizzazioni. Il Secit (i superispettori

del fisco) da anni li classifica

come potenziali sacche di elusione,

mancando spesso una motivazione

economica dietro ad una sponsorizzazione

“sproporzionata” rispetto alla

capacità di incremento dei ricavi offerta

dal piccolo sodalizio sportivo di provincia.

La corresponsabilità dell’ente non

commerciale nel caso di cui sopra, diventa

responsabilità allorchè è il sodalizio

che, attraverso un altro regolare contratto

(quello associativo), cede in totale

o parziale esenzione di imposta beni

e servizi ai soci di comodo. Nel campo

della ristorazione e dell’intrattenimento

in genere lo Stato, nella sua azione di

contenimento di queste forme elusive,

può contare sulla alleanza delle organizzazioni

di categoria dei ristoratori.

Nel campo del benessere fisico questa

situazione non è ipotizzabile, considerato

che manca persino una legge

quadro sulla figura professionale del

gestore, e quindi la soluzione dell’associazione

sportiva di comodo gerente è

la via ordinaria con il beneplacito di Fsn,

Eps e del Coni. Ma qualcosa nei Palazzi

della politica sta succedendo. Il carico

burocratico imposto dalla riforma Visco

del ‘98 a tutti i sodalizi non ha creato

stati di conflittualità fra falsi imprenditori

gerenti ed i puri sodalizi sportivi. Ed

allora, visto che la legge-quadro sullo

sport dilettantistico, attesa da 18 anni

ed in cui fa capolino in diverse versioni

una certa “anagrafe centrale a cura

del Coni”, continua ad essere lettera

morta in Parlamento, il Ministero delle

Finanze per voce del direttore generale,

Vincenzo Busa, ha annunciato il 17

febbraio scorso la istituzione di una

anagrafe tributaria ad hoc per mettere

sotto controllo le associazioni sportive

dilettantistiche. Per ora si sa solo che

sarà una sorta di banca dati. Lo sport

si farà ancora prendere in contropiede

come accaduto con la manovra di fine

anno annunciata sei mesi prima?

Ed intanto fra le righe, quasi a voler

fare intendere chi sta rischiando maggiormente

da questa prossima schedatura,

le Finanze fanno sapere che la

norma agevolativa sui compensi degli

sportivi dilettanti vale anche per i collaboratori

delle palestre private con fini

di lucro!?









Museo Alessandro Roccavilla

Privacy Policy - Cookie policy