Avete presente quando due bimbi,
pallone in mano, formano le loro squadre
per la partita chiamando a sé i compagni
di gioco uno alla volta?
Ebbene un giorno nel ruolo di quei
due bambini potremmo ritrovare i
nuovi nababbi dello sport spettacolo
del 2000: gli atleti.
La rivista americana Forbes, che a
marzo di ogni anno pubblica i guadagni
miliardari degli sportivi, da anni non
ha dubbi sulla loro collocazione nella
categoria degli “entertainers” insieme
con i produttori. Di se stessi ed in futuro
appunto della loro impresa.
Già oggi d’altronde anche negli sport
di squadra la forza contrattuale dell’atleta
sta crescendo non solo nei rapporti
interni. Alcune settimane addietro
la Juventus Spa, in difficoltà nella
ricerca del nuovo sponsor tecnico della
squadra, è entrata in partnership con i
dipendenti per migliorare la gestione
della sua immagine. Il dipendente dell’As
Roma Spa, Hidetoshi Nakata, vale 80
miliardi di lire di business sul Giappone,
dotazione che, presidente a parte, non
possono fare valere molti soci giallorossi.
In Londra Gianluca Vialli gioca, allena
e cura la campagna trasferimenti della
società del Chelsea.
Insomma il passo verso l’atleta seduto
al tavolo intento alle trattative su
diritti tv, sponsor e campagna acquisti
della “sua” società sembra sempre più
maturo. Ed allora a quel punto anche la
produttività della manodopera, tanto
richiesta in Italia di questi tempi dai
tifosi consumatori delusi di diversi club,
starà più a cuore ai nuovi padroni del
vapore.