Nel prossimo secolo il calcio professionistico
italiano scelto dalle televisioni
sarà sommerso da montagne di miliardi
di lire. Nascerà l'imprenditore sportivo,
cioè colui che farà dell'attività sportiva
di spettacolo la sua principale (se non
esclusiva) attività lavorativa.
Per attività sportiva di spettacolo si
intende quella "istituzionale" di una tale
società, cioè quella di produzione e di
cessione del prodotto tipico, l'evento
sportivo, attraverso mezzi propri: capitali,
impianto e manodopera specializzata.
In altre parole l'imprenditore sportivo
sarà in "fabbrica" (l'impianto) dal mattino
alla sera. Una rappresentanza legale
effettiva nei confronti dei terzi (fisco,
istituti previdenziali ed assistenziali, fornitori,
lega e federazione) e non delegata
a parenti (Daniela Cragnotti) o "testimonial"
di stagione (Marco Minniti).
Oggi nell'industria italiana degli sport
professionistici di squadra, chi lavora
per professione nella società non ha
il capitale, e chi ha il capitale non se
lo è fatto, né lo incrementa gestendo
l'attività sportiva di spettacolo, che tuttavia
finanzia o sponsorizza per motivi
personali (passione sportiva, immagine,
politica, fisco...).
Insomma ci sono le premesse per una
rivoluzione, di cui sarebbe auspicabile
quale conseguenza un ridimensionamento
nello sport ad alto livello dell'attuale
figura dell'imprenditore sportivo
"per hobby". Per diversi aspetti.
Mercato. Le tv faranno la naturale
selezione decretando un "numero chiuso"
a livello europeo (fondamentale
per il basket). In questo numero chiuso
stanno gli "imprenditori sportivi":
capitali, sponsor e diritti tv a nove zeri
più impianto. Privo di retrocessioni, da
questo mercato si esce come da tutti i
mercati: per fallimento.
Strategie. Ai primi segnali di dissesto
l'imprenditore sportivo "hobbista"
odierno abbandona il giocattolo, vendendo
il titolo sportivo per pagare i
debiti della gestione "altrui". Il futuro
imprenditore sportivo gestisce per farsi
i soldi e per non fallire.
Etica imprenditoriale. Oggi nello
sport chi paga nei termini stipendi, trattenute
fiscali, previdenziali e tfr (reale
e non figurativo) dei dipendenti è un
benemerito. Perchè in fondo si spera
sempre in un condono, in un contributo
pubblico (concorrenza sleale?) o nello
sponsor salvatore della patria. Per l'imprenditore
sportivo che ci rimette sugli
utili non esiste.