Il calcio in TV, di chi è?

12 Marzo 1999

La questione dei diritti tv sportivi

sta interessando non solo l'Italia, ma

tutti quei Paesi europei dove il calcio fa

audience.

Due sono i punti in discussione: la

loro proprietà ed il mercato.

La proprietà dello spettacolo. E' la

questione centrale che condiziona tutte

le altre: la titolarità è della autorità calcistica

o delle singole società?

La sentenza della Corte di Bonn dello

scorso anno non lascia dubbi: i club

professionisti sono i titolari dei diritti

radio-tv, in quanto produttori dello

spettacolo in autonomia rispetto alla

organizzazione federale (lega), di cui

sono soci, ma non organi o fiduciari sul

territorio.

Occorre dire che in Germania la società

è organizzatrice a trecentosessanta

gradi, a partire dalle forze di polizia che

sono a suo carico con una responsabilità

civile, penale e finanziaria. Ciò perchè

in Germania i principi di solidarietà e di

capacità contributive si applicano alle

sole imposte dirette per i servizi pubblici

fondamentali, non ai tributi che sono

invece ispirati al criterio commutativo:

la contribuzione non coattiva da parte

di un gruppo ristretto di cittadini al

costo di un servizio statale o comunale

individuabile (p.es. la sicurezza nello

stadio per la partita). Un emendamento

in tal senso venne bocciato nell'ultima

legge finanziaria in Italia, dove per

i diritti tv del calcio potrebbe essere

giunto al traguardo il compromesso

vigente: quelli in chiaro sono della lega,

quelli criptati di ogni singola società.

Il mercato. Che cosa sta accadendo

sui mercati nazionali europei dei diritti

tv del pallone? Che lo spazio per due

o più network televisivi, anche "lottizzato"

per decreto come in Italia con

l'emanando tetto massimo del 60% per

un gestore, è stretto, perchè i club con

audience appetibili sono una minoranza

in ogni Stato. Solo l'Italia forse

potrebbe permettersi due competitori

paritetici.

Mercato e concorrenza ci saranno

viceversa con il prossimo campionato

di calcio europeo aperto ai club più

"televisti", che non a caso fa gola anche

alle major americane che si contendono

già i campionati Usa di basket, football,

baseball ed hockey su ghiaccio.

Magari a colpi di maxi-fusioni come

quella recente fra Adelphia e Century

(5,2miliardi di dollari).

Ed è sotto questa ottica di contraltare

europeo alla potenziale invasione Usa

che può risultare interessante la ipotesi

di fusione fra Murdoch e Canal+. Ma

nell'era della globalizzazione con tanti

primi attori extra-Ue forse non ha più

senso parlare di calcio come prodotto

tipico della cultura europea.









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