La questione dei diritti tv sportivi
sta interessando non solo l'Italia, ma
tutti quei Paesi europei dove il calcio fa
audience.
Due sono i punti in discussione: la
loro proprietà ed il mercato.
La proprietà dello spettacolo. E' la
questione centrale che condiziona tutte
le altre: la titolarità è della autorità calcistica
o delle singole società?
La sentenza della Corte di Bonn dello
scorso anno non lascia dubbi: i club
professionisti sono i titolari dei diritti
radio-tv, in quanto produttori dello
spettacolo in autonomia rispetto alla
organizzazione federale (lega), di cui
sono soci, ma non organi o fiduciari sul
territorio.
Occorre dire che in Germania la società
è organizzatrice a trecentosessanta
gradi, a partire dalle forze di polizia che
sono a suo carico con una responsabilità
civile, penale e finanziaria. Ciò perchè
in Germania i principi di solidarietà e di
capacità contributive si applicano alle
sole imposte dirette per i servizi pubblici
fondamentali, non ai tributi che sono
invece ispirati al criterio commutativo:
la contribuzione non coattiva da parte
di un gruppo ristretto di cittadini al
costo di un servizio statale o comunale
individuabile (p.es. la sicurezza nello
stadio per la partita). Un emendamento
in tal senso venne bocciato nell'ultima
legge finanziaria in Italia, dove per
i diritti tv del calcio potrebbe essere
giunto al traguardo il compromesso
vigente: quelli in chiaro sono della lega,
quelli criptati di ogni singola società.
Il mercato. Che cosa sta accadendo
sui mercati nazionali europei dei diritti
tv del pallone? Che lo spazio per due
o più network televisivi, anche "lottizzato"
per decreto come in Italia con
l'emanando tetto massimo del 60% per
un gestore, è stretto, perchè i club con
audience appetibili sono una minoranza
in ogni Stato. Solo l'Italia forse
potrebbe permettersi due competitori
paritetici.
Mercato e concorrenza ci saranno
viceversa con il prossimo campionato
di calcio europeo aperto ai club più
"televisti", che non a caso fa gola anche
alle major americane che si contendono
già i campionati Usa di basket, football,
baseball ed hockey su ghiaccio.
Magari a colpi di maxi-fusioni come
quella recente fra Adelphia e Century
(5,2miliardi di dollari).
Ed è sotto questa ottica di contraltare
europeo alla potenziale invasione Usa
che può risultare interessante la ipotesi
di fusione fra Murdoch e Canal+. Ma
nell'era della globalizzazione con tanti
primi attori extra-Ue forse non ha più
senso parlare di calcio come prodotto
tipico della cultura europea.