La Germania sarà o no la locomotiva
E' uno degli interrogativi del terzo
millennio, a cui oggi non sanno rispondere
Eppure comprenderlo quanto prima
è opportuno, anche per ciò che riguarda
lo sport, settore dove la somma delle
strutture germaniche prima della caduta
del Muro di Berlino (quella orientale
e quella occidentale) aveva fatto ipotizzare
la nascita di una superpotenza
imbattibile.
Ciò fino ad ora non è avvenuto ed
è riduttivo spiegarlo tout-court con lo
smantellamento del sistema tecnicoscientifico
dello sport nella ex-Ddr.
D'altronde basti pensare che da
tempo sono in ribasso anche diverse
discipline sportive "occidentali".
Occorre di conseguenza scavare nell'economia
e nel sociale, vincendo quel
luogo comune per cui solo le società
statunitense e francese (gli Americani
d'Europa) sono in movimento.
Allora si scoprirebbe come dal confronto
old contro new, il vecchio contro
il nuovo, in Germania sta derivando una
sorta di affrancazione da quegli sport
capisaldi della importante tradizione
sportiva tedesca, a favore di quelli dove
il valore della sfida umana supera il
premio monetario in palio, o di quelli
di tendenza.
Un fenomeno trasversale, molto complesso:
da una parte la nuova Germania
(quella dei figli nati lì degli immigrati
slavi, turchi, italiani, curdi, ...) che invade
il calcio, sostenuta dai potentissimi
imperi dell'automobile (Mercedes, Opel
...), e tifa per un altro mito dell'industria
della old economy anche se non tedesco,
la Ferrari; insomma un melting-pot
di etnie pronto magari a sottoscrivere
le azioni della casa di Maranello se,
come sembra, entrerà in Borsa nel 2001.
Dall'altra parte la Germania della gioventù
tedesca alla ricerca con la new
economy delle attività fisiche status
symbol del nuovo millennio, spesso
legate al contesto naturale (golf,
snowboard...).
Una cosa è certa: la probabile
Germania locomotiva d'Europa non
potrà permettersi una industria del
football così debole come l'attuale,
con un solo club in Borsa, il Borussia
Dortmund tra l'altro in cattive acque,
considerato che proprio il calcio rimane
l'arma culturale europea di difesa
contro l'invasione dell'intrattenimento
a stelle e strisce (fiction, sport Usa...).
In questa ottica i Mondiali 2006 voluti
a tutti i costi sul suolo tedesco da Franz
Beckenbauer rappresenteranno per la
Germania una seconda riunificazione