Il 9 novembre scorso il Senato ha
approvato il Collegato fiscale alla Legge
Finanziaria nata nel dicembre del 1999.
Per lo sport dilettantistico una manovra
in chiaroscuro, scollegata dalla realtà,
come quella di undici mesi addietro.
Se la carota infatti è rappresentata
dagli aumenti retroattivi (1-1-2000) del
limite di divieto all'uso dei contanti (da
L. 100.000 a L. 1.000.001) e di quello dei
compensi esentasse (da 6 a 10 milioni di
lire annui), proprio questo ultimo punto
potrebbe nascondere il bastone: dal
primo gennaio scorso questi compensi
potenzialmente utilizzabili per "remunerare"
i 154milioni di ore all'anno di
lavoro nello sport dilettantistico (esclusi
i tecnici e gli atleti) non godono più
dell'esenzione Irpef fino a lire 10milioni
a persona. La sanatoria per i mesi trascorsi
è garantita, ma il discorso è per il
futuro, che vede su questo punto coinvolti
a maggiore ragione anche Coni e
federazioni.
I casi sono due: A) in questi compensi
non più agevolati non sono comprese
le indennità di trasferta ed i rimborsi di
spese forfettari della abrogata Legge
n. 80/1986 (quella delle 90.000 lire al
giorno). Morale: i 154 milioni di ore
lavoro possono essere pagate a colpi di
rimborsi, e tutto è come prima. Ma allora
perchè il distinguo? B) La restrizione
riguarda tutte le somme a qualsiasi
titolo corrisposte, tranne i rimborsi a
pie' di lista di vitto, alloggio, viaggio e
trasporto fuori dal comune. Risultato: la
promozione dell'attività sportiva dilettantistica
è una attività economica per
presunzione fiscale, salvo prova contraria
(la gratuità delle prestazioni).
Una scelta questa ultima che va
approfondita e ricercata come motivazioni
nella Relazione parlamentare
al provvedimento. Se ci sono. Alcune
ipotesi:
- in nome della perequazione nell'organizzazione
del no-profit, abolire
questo privilegio esclusivo del "volontariato
sportivo"; tuttavia una proposta
del governo Prodi di estensione dell'agevolazione
venne respinta dall'anima
cattolica del terzo settore;
- in nome della lotta contro l'evasione
fiscale, mettere in fuorigioco lo strumento
principe del meccanismo delle
fatturazioni gonfiate: una penalizzazione
per quei sodalizi che non hanno di
questi proventi, ed una scorciatoia per
contrastare una piaga che soltanto una
revisione della misura della tassazione
del reddito di impresa delle aziende
(questione Irpeg di attualità) potrà nel
tempo mitigare.