Al di là della rivalità sul campo di
gioco, è risaputo che da alcuni anni,
a livello di ricerca e di sviluppo del
business diretto ed indotto dal calcio,
tra Juventus spa e Milan spa esiste una
collaborazione.
Alcuni esempi sono rappresentati
dallo sfruttamento in comune dei
diritti di immagine dei rispettivi dipendenti
impegnati insieme in campagne
pubblicitarie (il caso tempo addietro
di Maldini ed Inzaghi), piuttosto che la
partecipazione abbinata a fiere ed expo
soprattutto nel continente asiatico.
Sul capitolo Borsa le due aziende non
condivideranno lo stesso programma.
Per la società di Torino infatti il 19
luglio scorso è partito il progetto per la
quotazione entro la prossima primavera,
mentre per il club di Milano l’evento
non viene scadenzato a breve termine.
Non c’è dubbio che sulla differenza di
calendario pesa la diversa situazione
di bilancio allo scorso 30 giugno 2001.
Quello di Juventus spa ha chiuso in utile
per il quinto anno consecutivo, con una
proposta di distribuzione del dividendo
per il terzo anno di fila.
Si tratta di risultati che per ora la
spa di Milano non può presentare alla
Consob. Tuttavia a conferma di questa
partnership commerciale e di una unità
di intenti in materia di sfruttamento
a trecentosessanta gradi del football,
anche in questi diversi momenti aziendali
le due realtà sono accomunate da
un obiettivo: diventare delle entertainment
company, aziende cioè che producono
beni e servizi per le famiglie nel
tempo libero, al di fuori del lavoro. Una
sorta di Gardaland per intenderci.
Per Juventus spa la realizzazione
della cittadella dello svago sarà un investimento
diversificato dei proventi della
Borsa; Milan spa, in attesa di Piazza
Affari, sta già assaggiando il mercato
presso lo Stadio Meazza che, all’interno,
dovrebbe tramutarsi appunto in
spazi nursery ed intrattenimento per
bambini.
Sarà interessante seguire gli sviluppi
di questi progetti in particolare in relazione
a due punti:
a) la crisi di natalità che interessa
anche l’Italia;
b) il fattore tifo. In un Paese dove
questa componente può avere un peso
anche sui comportamenti consumistici,
il “marchio” bianconero piuttosto che
rossonero sulle città dei baloccchi se
da un lato dà garanzie di facile fidealizzazione
della clientela di parte, dall’altro
potrebbe rappresentare un limite
all’espansione del business rispetto ad
imprese concorrenti “neutrali” (come
per esempio la citata Gardaland). Non
a caso si punta ad un target costituito
dai più piccoli, per il bene dei quali si
può tradire la squadra del cuore. Anche
in Italia.