L’anomalia Adidas-Nike

26 Luglio 2002

Alcuni fatti a livello internazionale

che si stanno verificando nel mercato

delle sponsorizzazioni tecniche legate

al calcio ci riconducono alla puntata

di questa rubrica del 14 giugno scorso

dedicata ai Mondiali nippo-coreani.

In quell’occasione si cercò di mettere

a fuoco l’anomalia economica che dal

1994 accompagna il più importante

evento sportivo del pianeta:

nella guerra commerciale fra Adidas e Nike la

necessità per entrambi i contendenti di

limitare il rischio di essere assenti dalla

sfida finale. Per la cronaca la Nike con

il Brasile ha vinto per la prima volta il

titolo mondiale ottenendo un successo

di immagine ed in Borsa senza precedenti.

La contromisura, sempre più onerosa

per i due colossi, è scontata: accaparrarsi

il maggiore numero di nazionali

“quotate” per diventare protagoniste

dell’evento planetario.

I Mondiali 2006 si disputeranno in

Germania, nella patria dell’Adidas, che

sta cercando di assicurarsi nel continente

europeo alcune potenziali squadre

vincenti per la rivincita di Tokyo. Da

parte sua la federcalcio di Carraro ha

scoperto in Corea che, presunte combine

zurighesi a parte, l’Italia era l’unica

nazionale pluricampione del mondo al

di fuori di questa logica dei due blocchi.

Morale: è scoppiata una attrazione

fatale tra federazione ed Adidas. In alcuni

negozi specializzati circolano già le

maglie azzurre con il marchio delle tre

strisce. E non è finita.

D’accordo la conquista di nuovi mercati,

ma da qui al 2006 il calcio sarà

Europa, ed allora Adidas e Nike hanno

deciso che Germania contro Brasile

sarà Bayern Munchen (BM) contro

Manchester United (MU).

Nella scorsa primavera Adidas è

entrata nel capitale sociale del club

tedesco. Sull’altro fronte il prossimo 1°

Agosto scatterà tra i diavoli rossi inglesi

e l’azienda dell’Oregon un accordo di

sponsorizzazione tecnica della durata

di 13 anni per un valore di 508milioni di

euro (circa 975miliardi di lire).

Nella scelta dei capo-squadra delle

due scuderie l’economia ha fatto la sua

parte: Bayern Munchen e Manchester

United hanno dimostrato solidità patrimoniale,

equilibrio finanziario e capacità

di produrre utili anche in questi

periodi critici per il calcio.

Insomma sta per aprirsi ufficialmente

una nuova pagina di questa sfida fra

l’azienda delle tre strisce e quella del

baffo all’insù che, nel bene e nel male, è

destinata a scrivere il futuro campionato

d’Europa per club.









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