Per quanto tempo durerà ancora l’attuale
sistema lavorativo nell’industria
sportiva professionistica dello spettacolo?
Esso ruota intorno ad un lavoratore
che la legge vuole dipendente, salvo
poi, in caso di suo trasferimento in
corso di contratto, trasformarsi:
a) in un “bene strumentale” produttivo
di plusvalenze per il cedente;
b) in un onere aggiuntivo all’ingaggio
per il nuovo datore di lavoro.
In nome della libertà di spostamento
di uomini e di beni l’antitrust europeo
aveva tuonato contro questo meccanismo.
Dopo l’intervento politico dei leader
comunitari in Nizza dello scorso
marzo, il duro confronto fra autorità del
calcio ed Unione europea si è concluso
con un compromesso: il lavoratore
sportivo, previo versamento di un congruo
risarcimento, si libera del rapporto
attraverso la risoluzione unilaterale del
contratto.
L’impianto del sistema lavorativo non
viene tuttavia modificato. Per la società
lasciata l’indennizzo del dipendente
sarà considerato come un provento al
pari delle plusvalenze.
Ma a quale titolo l’altro club imputerà
a bilancio la somma rilasciata al futuro
dipendente per liberarsi del contratto
corrente? Ed ancora, nei confronti del
calciatore recedente il fisco potrebbe
riservare un trattamento particolare,
imputando l’incasso della somma ricevuta
dal futuro club come reddito diverso,
e non riconoscendo il costo (per
altro non previsto dall’ordinamento)
pagato come dipendente al datore di
lavoro per svincolarsi. Per intenderci il
fisco spagnolo chiede 66 miliardi di lire
al calciatore Figo sulla somma ricevuta
la scorsa estate dal Barcelona e girata
al Real Madrid. Insomma distorsioni,
incongruenze e forzature che dovrebbero
stimolare la valutazione dell’opportunità
di una svolta: il lavoro interinale,
cioè in affitto, diventi il sistema
ordinario di questa industria.
D’altronde la nostra è una società che
si avvia sempre più a noleggiare beni e
servizi.
Questo il possibile panorama: atleti
in mano ad una agenzia dell’ente gestore
del torneo affittati in modo regolamentato
(le “scelte”) alle società affiliate
per uno o più campionati; per i club il
noleggio sarebbe un costo di esercizio
regolarmente fatturato.
Un sistema rivoluzionario per lo sport
capace di ridimensionare il potere dei
procuratori e di affrontare anche il tema
della formazione della manodopera,
che non è materia delle imprese di spettacolo
extra sportivo come d’altronde
la cessione reciproca di artisti: tante
Coverciano a livello regionale dove i
giovani dilettanti selezionati accedono
per formarsi ed entrare nella lista dell’agenzia.