La Lega Dilettanti della federcalcio
l'ha detto senza mezze parole al
Governo: la legge sulle Onlus (organizzazioni
non non lucrative di utilità
sociale) non è applicabile allo sport
dilettantistico.
E pensare che fu proprio il presidente
Giulivi, quando nell'agosto del 1991
vide la luce la prima legge-quadro sul
volontariato, a caldeggiare presso l'allora
ministro degli affari sociali, signora
Rosa Russo Jervolino, l'ingresso dello
sport "povero" nel settore della solidarietà
(no-profit).
Ora che c'è, anche se del decreto
legislativo approvato dal Consiglio dei
ministri il 14 novembre scorso sembra
che si siano perse le tracce, lo stesso
sport scopre che il vestito sta stretto.
Ed oltre ai danni potrebbero arrivare
le beffe. Andiamo con ordine.
Siamo in attesa del "disegno di legge
Veltroni", una sorta di legge-quadro
sullo sport dilettantistico ottenuta
riscrivendo una proposta di legge dell'aprile
1991. Promesso per fine settembre,
il provvedimento in merito al
regime tributario applicabile allo sport
dilettantistico rimanda a quello delle
onlus. Detto in apertura della bocciatura
in tal senso, Giulivi è ritornato
alla carica promuovendo la Legge n.
398/1991 con una modifica: innalzamento
a 360/500 milioni di lire del limite
dei ricavi commerciali previsto per
il trattamento fiscale agevolato delle
associazioni sportive dilettantistiche,
attualmente fissato in L. 128.411.000. E
poi, considerato che in sede di manovra
finanziaria 1998, il Parlamento non ha
permesso al "solo" Governo di fare il
regalo a tutto lo sport italiano dell'abrogazione
dell'impopolare imposta sugli
spettacoli, i dilettanti lo pretendono nel
suddetto disegno di legge.
Sforzi che potrebbero tuttavia risultare
vani. Infatti l'entrata in vigore della
normativa prevista dal decreto legislativo
delle onlus porterà la novità della
"perdita della qualifica di ente non commerciale"
(art. 6), quando le entrate
commerciali dell'associazione (biglietti,
sponsor, pubblicità) supereranno quelle
istituzionali (quote associative ed integrative).
Una situazione molto diffusa
fra i sodalizi in regime di Legge 398. E
se così fosse, queste associazioni non
avrebbero più diritto a godere delle
agevolazioni previste per tali enti. Urge
un chiarimento.