Si sono conclusi domenica scorsa in
Budapest i Campionati Europei di atletica
leggera.
Questa disciplina sportiva, anzi la
regina, da tempo sta precorrendo una
tendenza dello sport a livello mondiale:
palcoscenico europeo e primi attori
extraeuropei.
Se da un punto di vista sportivo assistiamo
infatti ad un declino del movimento
indigeno del Vecchio Continente,
viceversa sotto l'aspetto economico e
finanziario l'atletica ha trovato l' eldorado
proprio in Europa.
Essa richiama i campioni africani,
caraibici e dagli stessi Stati Uniti. Dove
l'atletica, Olimpiadi a parte, dopo la fine
della macchina da soldi Carl Lewis &
Santa Monica Athletic Club non trova
più mercato e sponsor per mettere in
piedi un meeting di valore.
Non è un caso. Oggi l'atletica è nelle
mani di quattro uomini tutti europei:
Primo Nebiolo (Ita), presidente della
federatletica mondiale; Jos Hermens
(Ned), titolare della Global Sports
Communication che controlla circa 130
atleti di primo piano, nonchè organizzatore
di eventi-spettacolo (la sfida
Gebreselassie contro Morceli da 1milione
di dollari); Kim McDonald (Gbr), titolare
della società Kim che gsetisce un
centinaio di atleti (kenyani in testa),
soprattutto le cosiddette "lepri" ingaggiate
nei tentativi di record; Andreas
Brugger (Swi), direttore del meeting
più ricco del mondo: quello di Zurigo
(budget da 7miliardi di lire, di cui 4,5 in
premi) che, insieme con quelli di Oslo,
Roma, Monaco/Montecarlo, Bruxelles
e Berlino costituiscono il circuito della
Golden League. Aggiungiamo un
quinto uomo: il principe Alberto di
Monaco, che ha ottenuto di ospitare in
Montecarlo la sede ufficiale della federazione
internazionale (Iaaf ).
Ed è lì piuttosto che in Londra, Zurigo
o Berlino che si fanno gli affari dell'atletica:
al mattatore della Golden League
circa 2miliardi e 439milioni di lire; di
milioni al fuoriclasse Gebreselassie ne
sono stati assicurati da contratto 990
per le partecipazioni alle gare estive.
D'altronde Adidas, Nike, Reebok e Puma
continuano ad investire cifre; l'atletica
non ha un grande mercato come
attrezzo rispetto a calcio o basket, ma
in termini di immagine è o.k.!