Il mondo dell'associazionismo sportivo
dilettantistico sta affrontando in
questi giorni l'adeguamento degli statuti
sociali previsti da uno dei decreti
legislativi della riforma Visco di fine
anno scorso.
Per un sodalizio il costo fiscale medio
di questa regolarizzazione forzata è apri
a 378.000 lire fra imposta di registro
(250.000), imposta di bollo (120.000) e
tributi speciali (8.000).
Nell'ipotesi remota in cui tutte le
100.000 associazioni sbandierate periodicamente
dal Coni nazionale riscrivessero
la carta statutaria, il gettito di
questa operazione per l'Erario ammonterebbe
a circa 38miliardi di lire.
Tanto costerebbe quindi nel complesso
per l'associazionismo sportivo
mantenere la "patente" di ente non
commerciale, requisito fondamentale
in un Paese fondato sul pezzo di carta
regolare, dietro il quale si celano spesso
attività lucrative e business. Che ora il
fisco tenta di stanare anche attraverso
questa manovra, di cui l'adeguamento
dello statuto sociale non è che il primo
passo di una serie di adempimenti
periodici di "amministrazione interna"
ai sodalizi: tenuta sistematica dei libri
sociali, iter civilistico di formazione del
rendiconto annuale, ricezione comprovata
dell'avviso di convocazione in
assemblea dei soci. Adempimenti disattesi
sovente dalle associazioni agonistiche
di piccole dimensioni con tacito
accordo della compagine sociale, ed
ora imposti per legge nel tentativo di
mettere in fuorigioco quegli esercizi
commerciali (palestre e centri privati)
mascherati da associazioni.
Una manovra fuori dai tempi di fronte
alla realtà dell'associazionismo sportivo
che Coni e federazioni si son ben
guardati dal presentare al Ministero
delle Finanze in questi anni. Morale:
le associazioni agonistiche incapaci di
assolvere a questo carico di burocrazia
per mancanza di soci amministratori;
i soci delle "associazioni di comodo"
intenti a farsi i muscoli e ad apprendere
nuovi balli, disinteressati a quella vita
associativa "pubblica" imposta dalla
riforma Visco e ricostruita sulla carta
dai gestori dei centri. Soluzioni: l'associazionismo
sportivo nella scuola ed
una legislazione mirata per chi intende
aprire e gestire una palestra.