Milano? In Francia!

24 Settembre 1999

La scorsa settimana è scoppiato il "caso

Chelsea", uno dei tanti club di football di

Londra, la cui formazione tipo su undici

atleti prevede un solo inglese. Con l'Europa

unita le diverse nazionalità della

manodopera di una azienda sportiva professionistica

non condizionano l'affiliazione

del club alla federazione nazionale.

E c'è di più. Con l'Europa unita la libera

circolazione sul mercato non si limita ai

lavoratori, ma interessa anche i datori di

lavoro, cioè le aziende.

E' vero che il fattore tifo ha (ancora) il

suo peso specifico in termini di supporto

spirituale e materiale (incassi stadio,

abbonamenti). Ma se dal tifo incassa 10

e dalla tv incassa 100 a condizione che

la sua squadra si iscriva ad un campionato

di un altro Paese comunitario per

esigenze di mercato dello sponsor, un

imprenditore sportivo dovrebbe farci un

pensierino.

Anche perchè per esempio un FC

Barcelona "olandese" può attirare anche

degli spettatori in un ipotetico stadio nei

Paesi Bassi per i match casalinghi.

Fantasport?

D'accordo, l'hockey su ghiaccio soprattutto

in Italia non è il calcio. Ma ad inizio

agosto scorso il club di Milano del

Saima Avandero ha inoltrato la domanda

di affiliazione alla federghiaccio di Parigi

e, nonostante le contestazioni di alcuni

presidenti, esso è stato iscritto al massimo

campionato francese (Ligue Elite). Quindi

la società sportiva a capitale italiano, una

volta offerte garanzie economiche, sede

e stadio transalpini, è stata affiliata alla

Féderation Française des Sports de glace,

alla pari di una società a capitale italiano

che impianta una attività commerciale

od artigianale al di là delle Alpi, iscrivendosi

alla competente organizzazione

(Chambre de Commerce).

D'altronde se torniamo al potente calcio

italiano, l'art. 14 delle Noif (Norme

Organizzative Interne della Figc) richiede

per l'affiliazione delle società la tassa, l'atto

costitutivo più lo statuto, l'elenco dei

dirigenti e la disponibilità di un campo

da gioco in Italia. Gli esperti redattori

delle carte federali avevano nel sangue

l'Europa oppure ignoravano l'eventualità.

Come la federghiaccio francese, che non

ha potuto opporsi alla domanda di affiliazione

dei pattinatori milanesi fino allo

scorso week-end, alla vigilia del primo

incontro Caen-Milano.

Che cosa è successo? In Francia le federazioni

dipendono dal Ministero dello

Sport e della Gioventù. A questo si sono

rivolti i probiviri della federghiaccio di

Parigi investiti del caso. E così Madame

Buffet, in attesa di dirimere la questione

in Strasburgo, si è assunta la responsabilità

di escludere Milano dal campionato

francese. Per la stagione 1999/2000, si

legge però sul comunicato. Quasi a voler

dire: state buoni per adesso, poi vedremo.

Il caso potrebbe aprire le porte ad una

nuova vicenda Bosman.









Museo Alessandro Roccavilla

Privacy Policy - Cookie policy