Palestre in Borsa

28 Giugno 2002

I dati dei consumi sportivi intesi come

domanda di attività motoria negli Stati

Uniti, Gran Bretagna e Germania confermano

che il processo di “sportivizzazione

di massa” nelle società occidentali

nel nuovo millennio passa anche

e soprattutto attraverso il fenomeno

dei fitness center, cioè quell’insieme

di servizi offerti per il benessere e/o la

riablitazione del fisico.

Ci si domanda: siamo di fronte ad un

nuovo caso jogging anni Settanta, quelli

dell’austerità per la crisi petrolifera?

Cifre e prospettive del settore parlano

chiaro: in Germania il volume di

affari annuo prodotto dalle imprese

sfiora i 13mila miliardi di lire; cresce il

numero delle catene di fitness center

che richiedono la quotazione alla Borsa

di New York ed a quella di Londra. Dove

le mode passeggere non entrano, pena

brutti risvegli.

D’altronde se ci pensiamo alla base

del fenomeno ci sono due elementi

graditi agli investitori:

1) la solidità del mattone: negli Stati

Uniti sono numerosi i casi di palestre

che superano i 5.000 metri quadrati,

dove in aggiunta ad una vasta area

di attrezzature sportive si registra la

presenza di bar, di ristoranti e di centri

commerciali; in Francia ed in Belgio,

dove si punta molto alla diversificazione

della stessa offerta sportiva, il

fitness center spesso vuol dire spazi per

il badminton, pareti per l’arrampicata

sportiva e piste artificiali per lo sci;

2) costi della manodopera generalmente

flessibili.

In Italia attualmente sono 4milioni i

frequentatori di palestre.

Un dato destinato nei prossimi dieci

anni a triplicarsi, facendo dei fitness

center uno dei più grandi, se non il più

grande cambiamento sociale dell’inizio

millennio. Perchè?

Confinanti agli estremi dell’attuale

tradizionale clientela (25/40 anni) ci

sono aree di potenziali utenti che, però,

richiederanno alle imprese ulteriori

modifiche all’impostazione della struttura

e dei servizi stessi:

- la società anziana (oltre i 50 anni),

raddoppiatasi tra il 1987 ed il 1997, per

la quale la palestra significa anche contrastare

l’invecchiamento;

- la società scolastica, circa 9milioni

di studenti alla ricerca di risorse che,

oltre che dalle Regioni, dovrebbero

provenire da sponsor privati. In questa

situazione potrebbero inserirsi alcune

imprese del settore con una politica

tariffaria agevolata in convenzione al

fine di fidelizzare una futura clientela

che play station, video-giochi e zapping

sembrano allontanare sempre più da

quelle attività di costruzione a lungo

termine di carriere sportive.









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