Robe di Adidas?

14 Giugno 2002

Con ogni probabilità i Mondiali di

calcio in corso diventeranno l’evento

sportivo più seguito nella storia della

televisione con 41 miliardi di audience

globale.

Gli Americani sono molto attenti a

questi aspetti, fanno i conti, confrontano

la media giornaliera dei contatti

tv dell’evento (1,3 miliardi) con i 140

milioni di telespettatori della finale del

Super Bowl 2002 nello scorso Febbraio,

e si rendono conto di quanto pesa non

essere protagonisti nell’industria del

calcio.

In questo momento storico gli

Americani stanno facendo i conti con

il dissesto di alcuni gruppi della finanza

e della new economy nazionali, ma

guardano con altrettanto sospetto alla

potentissima confindustria del calcio

mondiale in Zurigo, la Fifa, e si domandano

come il reggente, lo svizzero Joseph

Blatter, non sia ancora stato messo

sotto processo nonostante i fallimenti

di due partner in due anni (Isl e Kirch)

ed il non controllo sulle uscite gestionali

dell’ente.

La risposta la trovano (e la troviamo)

in questi giorni: il mondo adora il calcio.

I finanziatori della Fifa, i 15 sponsor

mondiali, non chiedono altro che questa

vetrina mondiale. In futuro possibilmente

biennale ed aperta a nuovi mercati

(per l’edizione africana della Coppa

del Mondo non sono ancora sufficienti i

consumi solo sudafricani).

Dunque industria mondiale del calcio

uguale Fifa uguale Adidas uguale

Europa uguale euro.

Ma dal 1994 attraverso Nike gli Americani

cercano di dare scacco matto al sistema,

con la vittoria in finale di una squadra

della scuderia.

Dal 1994 questa è la vera sfida della

Coppa del mondo di calcio. E non può

che essere così.

Dal 1994 il prezzo che paga il colosso

tedesco dell’abbigliamento sportivo per

mantenere la partnership in esclusiva

con Zurigo è salito. Come in tutti gli altri

settori dove c’è concorrenza. Il tutto a

vantaggio della Fifa e della Coppa del

Mondo sempre più faraonica. Risultato:

i costi della Coppa del mondo sono

ormai tali che io Fifa ho bisogno di te

sponsor tecnico (Adidas) che hai bisogno

che una mia affiliata da te vestita

si affermi. Per vendere più magliette e

ripagare i costi dell’investimento mondiale

(forniture gratuite di dotazioni

tecniche all’organizzazione, spot sulle

televisioni di mezzo mondo, diritti di

immagine degli atleti...), i fornitori e gli

stipendi. Insomma per fare quadrare i

conti. Sarà business, ma è innanzitutto

economia di impresa. Con tanto di

rischio se un Chievo di turno (Robe di

Kappa, Puma, Umbro o Hummel) fa saltare

il banco da terzo incomodo.









Museo Alessandro Roccavilla

Privacy Policy - Cookie policy