Scontrino allo stadio

10 Settembre 1999

Dal 1° gennaio 2000 per le società e

le associazioni sportive con un volume

di affari annuo superiore a 360milioni

cambiano le regole in biglietteria: con

l'abolizione della famigerata imposta

sugli spettacoli addio al classico biglietto

di ingresso Siae, e via libera al "titolo di

accesso", un vero e proprio scontrino

fiscale che sconterà solo l'iva.

Così recita il decreto legislativo n. 60

del 26 febbraio scorso, ma il condizionale

è d'obbligo, considerato che a quattro

mesi da quella che si preannuncia come

una rivoluzione organizzativa, mancano

norme di attuazione, a partire da quelle

che introducono le modalità di stampa e

di emissione del nuovo ticket da parte di

appositi registratori di cassa.

Novità quinid per ora a metà. Come a

metà della gestione dei soggetti sportivi

andrebbero a ricadere gli effetti della

modifica. La stagione agonistica della

maggiore parte degli sport di squadra

non segue l'anno solare e transita a cavallo

del 31 dicembre. Le conseguenze in

questo caso non sono da poco: nuovi

regimi contabile e fiscale in corso di esercizio

e probabile disputa con l'Erario per

quella parte di imposta spettacoli sugli

abbonamenti che, versata intergralmente

in queste settimane, riguarda anche le

partite casalinghe del 2000, quando l'imposta

non dovrebbe essere più in vigore.

Per quei club con decine di migliaia di

abbonati le cifre in gioco non sono trascurabili.

Il legislatore non segue lo sport? La

verità è un'altra: la riforma era pronta da

circa un anno per essere emanata entro

il 31-12-1998, con decorrenza a luglio di

questo anno, in linea quindi con la partenza

dei campionati. Sennonchè quello

che doveva essere il "regalo allo sport italiano"

dell'allora governo Prodi (all'estero

non esiste un tributo analogo all'imposta

spettacoli) venne bloccato dallo scandalo

Coni/antidoping. Una tegola in più

sulla contemporanea crisi istituzionale

di fine anno. Governo nuovo, ministro

nuovo e primi impegni: riiforma Coni e

lotta al doping.

Risultato: in febbraio disco verde

alla legge. Ma c'era ancora un punto: la

copertura del mancato introito dell'imposta

spettacoli (il 9% su incassi stadio,

sponsorizzazioni e diritti radio-tv...) deve

essere garantita dalle scommesse sportive

che dal 1992 sono in calo costante.

Il 30 luglio scorso è partita la riforma

dei concorsi pronostici che, con un

movimento di circa 4mila miliardi l'anno,

dovrebbe sanare la schedina e garantire

la suddetta copertura. Il tutto però a regime,

cioè nel tempo (diversi mesi secondo

gli addetti ai lavori). Ed allora se da una

parte rinviare di sei mesi la rivoluzione

in biglietteria è un sollievo organizzativo

per i club, dall'altra ciò significa rimandare

il de profundis dell'imposta spettacoli

ed il relativo risparmio di imposta preventivato

per la stagione sportiva









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