I corrispettivi delle cessioni dei diritti
televisivi alla trasmissione in chiaro o
criptata (sia in pay-tv che in pay per view)
costituiscono la prima entrata dell’industria
calcistica nei principali Paesi europei
occidentali.
Le televisioni di Stato e quelle private
cercano di coprire questi esborsi a favore
dell’organizzatore sportivo attraverso la
pubblicità e/o l’abbonamento incassato
dall’utente. Di fronte alle cifre miliardarie
che i due operatori televisivi digitali italiani
- Telepiù e Stream - hanno cominciato
a versare da tempo ad alcuni club per
l’esclusiva dei diritti (criptati) delle partite
della stagione sportiva iniziata lo scorso
1° luglio, vi domanderete circa la convenienza
di queste operazioni in termini
di ritorno economico per il network.
Interrogativo più che fondato.
Facciamo qualche numero: per rientrare
dei 100miliardi di lire per l’anno sportivo
1999/2000 riconosciuti da Telepiù alla Spa
Juventus di Torino, il network dovrebbe
praticare ai circa 35.100 abbonati bianconeri
al 30 giugno 1998 (su di un totale
di 130.000) un canone di abbonamento
annuo alle partite di 2.850.000 lire contro
una media sul mercato di 300.000.
Impensabile. Non a caso i bilanci degli
operatori televisivi europei sono in rosso
ed il ricorso alle assemblee straordinarie
per l’aumento dei capitali sociali erosi dalle
perdite è diffuso.
Canal Plus ha chiuso il bilancio al
31 dicembre 1998 con una perdita di
650milioni di franchi, ma ha inserito in
quello di previsione al 31-12-2000 un utile
di 1miliardo di franchi (300miliardi di lire).
Come si può spiegare tutto ciò?
1) Alle entrate derivanti dai telespettatori
occorre aggiungere quelle relative
agli spot pubblicitari che, per esempio, per
Telepiù bianco hanno raggiunto nel 1997 i
40miliardi di lire.
2) Lavorare in perdita oggi per guadagnare
domani. Cioè in quel futuro in cui
la televisione a pagamento avrà dalla sua
le leggi, i numeri ed i favori della massa
(2005/2007). Il telespettatore acquisterà il
singolo evento.
In Spagna per certi versi già succede.
L’ultima edizione della tradizionale partita
Real Madrid contro Barcelona è stata
acquistata da circa 300.000 utenti a 17.620
lire per un incasso totale di 5,2miliardi di
lire. Provate ora a moltiplicare le 17.620
lire per anche solo il 20% dei 14.394.000
contatti televisivi di Internazionale - Lazio,
finale di Coppa Uefa 1997/98, ed allora
vedrete che i conti tornano, se è vero che
per una partita di quel tenore il potenziale
incasso ammonta a 50,7miliardi di lire, cioè
a metà dell’esborso a titolo di diritti per 12
mesi. E capirete anche il perchè gli investitori
istituzionali continuano a concedere
soldi e fiducia ai gladiatori dell’arena televisiva
del 2000 (Berlusconi, Bertelsmann,
Cecchi Gori, Kirch, Lescure, Murdoch...) che
si combattono e si alleano per accaparrarsi
le esclusive in vista della rivoluzione dell’elettrodomestico
parlante.