Da alcuni anni l'acconto di novembre
delle imposte sui redditi da versare
all'Erario è sdoppiato: un primo anticipo
infatti i contribuenti lo pagano già nel
mese di maggio unitamente al saldo
di tributi dovuti per l'anno solare precedente.
Anche la nuova imposta del 1998,
l'Irap (l'imposta regionale sulle attività
produttive) non sfugge al rituale dei
due acconti.
Il suddetto tributo continua a far
discutere. Al coro delle lamentele si
sta unendo in questi giorni quella parte
dello sport, la fetta più ampia, che si
imbatte nel nuovo tributo per la prima
volta, perchè ha chiuso i conti non al
31 dicembre 1997, ma al 30 giugno
1998, cioè al termine dei campionati.
L'impatto si sta dimostrando traumatico,
mitigato in parte solo dalla contenuta
aliquota (4,25 %) rispetto a quella
dell'Ilor, l'imposta sostituita (16,20%).
Il nuovo tributo non guarda in faccia
a nessuno: club ricchi e poveri, sportivi
dilettanti e professionisti.
Non importa se il sodalizio è in grado
di vivere solo con la proprie forze, senza
ricorrere a proventi commerciali (abbinamenti
pubblicitari, biglietteria...); il
solo fatto di corrispondere ai propri
istruttori dei compensi di collaborazione
coordinata e continuativa od a terzi
dei compensi occasionali in sede di una
ricorrenza comporta l'applicazione del
tributo su queste somme. Il prelievo
sale per quei sodalizi dilettanti che,
grazie agli sponsor, possono rimborsare
l'atleta fino a 1.800.000 lre mensili, pur
chiudendo a fine anno senza avanzi di
gestione. In soldoni il balzello ammonta
a 20 milioni per dieci mesi di attività
remunerata.
Ma è per lo sport professionistico
con i conti in rosso cronico, e quindi
non abituato a versare oneri tributari in
sede di dichiarazione dei redditi (Irpeg
ed Ilor), che l'Irap si sta dimostrando
indigesta, soprattutto per quei club di
provincia che sopravvivono anche grazie
al vivaio: se per un verso l'Irap sulle
retribuzioni si compensa in pare con la
parziale abrogazione degli oenri sociali
Inps sugli stipendi, dall'altra il 4,25%
non risparmia le plusvalenze ottenute
dalla cessione del "gioiellino" alla
società metropolitana. Su questo ultimo
punto pare che la Lega Calcio abbia
richiesto un ripensamento al Ministero
delle Finanze. Meglio tardi che mai.