Un urlo di... Irap

27 Novembre 1998

Da alcuni anni l'acconto di novembre

delle imposte sui redditi da versare

all'Erario è sdoppiato: un primo anticipo

infatti i contribuenti lo pagano già nel

mese di maggio unitamente al saldo

di tributi dovuti per l'anno solare precedente.

Anche la nuova imposta del 1998,

l'Irap (l'imposta regionale sulle attività

produttive) non sfugge al rituale dei

due acconti.

Il suddetto tributo continua a far

discutere. Al coro delle lamentele si

sta unendo in questi giorni quella parte

dello sport, la fetta più ampia, che si

imbatte nel nuovo tributo per la prima

volta, perchè ha chiuso i conti non al

31 dicembre 1997, ma al 30 giugno

1998, cioè al termine dei campionati.

L'impatto si sta dimostrando traumatico,

mitigato in parte solo dalla contenuta

aliquota (4,25 %) rispetto a quella

dell'Ilor, l'imposta sostituita (16,20%).

Il nuovo tributo non guarda in faccia

a nessuno: club ricchi e poveri, sportivi

dilettanti e professionisti.

Non importa se il sodalizio è in grado

di vivere solo con la proprie forze, senza

ricorrere a proventi commerciali (abbinamenti

pubblicitari, biglietteria...); il

solo fatto di corrispondere ai propri

istruttori dei compensi di collaborazione

coordinata e continuativa od a terzi

dei compensi occasionali in sede di una

ricorrenza comporta l'applicazione del

tributo su queste somme. Il prelievo

sale per quei sodalizi dilettanti che,

grazie agli sponsor, possono rimborsare

l'atleta fino a 1.800.000 lre mensili, pur

chiudendo a fine anno senza avanzi di

gestione. In soldoni il balzello ammonta

a 20 milioni per dieci mesi di attività

remunerata.

Ma è per lo sport professionistico

con i conti in rosso cronico, e quindi

non abituato a versare oneri tributari in

sede di dichiarazione dei redditi (Irpeg

ed Ilor), che l'Irap si sta dimostrando

indigesta, soprattutto per quei club di

provincia che sopravvivono anche grazie

al vivaio: se per un verso l'Irap sulle

retribuzioni si compensa in pare con la

parziale abrogazione degli oenri sociali

Inps sugli stipendi, dall'altra il 4,25%

non risparmia le plusvalenze ottenute

dalla cessione del "gioiellino" alla

società metropolitana. Su questo ultimo

punto pare che la Lega Calcio abbia

richiesto un ripensamento al Ministero

delle Finanze. Meglio tardi che mai.









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