Una eredità non facile

30 Ottobre 1998

I recenti nuovi governi in Australia ed

in Italia mettono in allarme l'industria

sportiva di queste nazioni.

In Sydney si lavora per le prossime

Olimpiadi (settembre 2000). Il partito

liberale rieletto all'inizio di ottobre per

un secondo mandato consecutivo parla

di rivoluzionare l'ordinamento tributario:

abbassare le aliquote delle imposte

sul reddito ed introdurre in cambio

una tassa sui consumi, una sorta di

Iva. L'operazione comporterebbe per

il Comitato organizzatore dei Giochi

Olimpici (socog) un aggravio di costi

pari a 200milioni di dollari australiani

(circa 240 miliardi di lire).

E non è finita. Il Socog vuole vendere

9 milioni di biglietti (il 60% della disponibilità

complessiva) in Australia, un

Paese di 18 milioni di abitanti. La maggiorazione

di prezzi potrebbe rendere

impossibile il già difficile obiettivo degli

organizzatori. Il Cio chiederà prossimamente

al neo ministro delle finanze di

fare un'eccezione per i Giochi.

In Italia per esempio durante i

Mondiali di calcio del 1990 l'aliquota

della imposta sugli spettacoli venne

dimezzata (dall'8 al 4%).

E l'incerto destino proprio di questo

tributo (oggi al 9%), la cui possibile

abrogazione nel prossimo gennaio era

stata annunciata la scorsa estate dall'allora

ministro Veltroni, sta preoccupando

il mondo sportivo. Non si tratta

dell'unico interrogativo.

Ci si domanda quale fine abbia fatto

il "disegno di legge Veltroni", quello

che doveva passare alla storia come la

legge-quadro dello sport dilettantistico

attesa dal 1982; fra le misure previste

l'estensione del regime fiscale agevolato

ai sodalizi con ricavi fino a 360 milioni

(oggi il limite è fermo a 128) e quello dei

rimborsi spese "esentasse" anche a chi

organizza lo sport (segretari, dirigenti e

collaboratori in sede).

Emendamenti ad alto rischio di evasione

che Veltroni aveva fatto digerire al

premier, insieme con il colpo di spugna

sull'obbligo di contribuzione dei club

sportivi alla spesa domenicale della

sicurezza negli stadi, previsto nella stesura

originaria della Legge Finanziaria

1999.

Nel complesso una eredità non facile

per il neo ministro dei beni culturali

con delega allo sport, signora Giovanna

Melandri.









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