Uno e... quattrino

1 Novembre 2002

E’ passato quasi inosservato il recente

annuncio del progetto di riorganizzazione

aziendale del club calcistico capitolino

della Lazio di Sergio Cragnotti.

A quanto è dato a sapere (poco)

l’attuale struttura societaria verrebbe

scomposta in quattro rami d’azienda,

gestiti ciascuno da una società specializzata:

- all’odierna Società Sportiva Lazio

spa l’attività meramente sportiva (titolo

e parco calciatori);

- alla S.S. Lazio Real Estate srl (da costituire)

il patrimonio immobiliare presente

(centro sportivo di Formello) e futuro

(stadio Olimpico al 50% o nuovo?);

- alla S.S. Lazio Trading srl (da costituire)

tutti i diritti di immagine (stampa,

radio-televisione, internet ed umts...);

- alla Blueleven srl (da costituire) l’intero

settore commerciale presso i punti

vendita di materiale promozionale,

gadget, magliette... .

Una iniziativa che, se portata a compimento,

meriterà di essere studiata per

i numerosi risvolti societari, giuridici e

finanziari ad essa collegati. La famiglia

Cragnotti, attraverso un labirinto

societario, detiene la maggioranza del

capitale del club e quindi l’operazione

dovrebbe concretarsi. Come reagirà

allora la Borsa di fronte a quello che

appare come uno smembramento della

attuale società quotata? Questo sarà il

punto chiave, perchè gli addetti ai lavori

di Piazza Affari concordano su:

a) la volatilità dei titoli calcistici può

essere mitigata con la presenza in bilancio

di beni patrimoniali immobiliari (stadio

in testa);

b) l’handicap degli elevati oneri di

manodopera deve essere assorbito

dalla gamma di ricavi connessi alla partita.

Ora spogliando il club di parte di quei

valori attivi (asset), che cosa rimarrà in

mano ai possessori del titolo S.S. Lazio

spa? Essi si ritroveranno una fetta delle

altre tre società, considerato che il loro

capitale sarà con molta probabilità partecipato

dalla Spa calcistica. Ed allora

che cosa cambia? Perchè questo “doppio

sdoppiamento”? Diciamo che le tre

nuove entità, ammortizzati i costi di

impianto e liberate dal pernicioso costo

del personale, potrebbero raggiungere

uno stato di redditività costante. Una

condizione che potrebbe a quel punto

attirare dei partner commerciali e

soprattutto degli investitori immobiliari

(stadio) che non desiderano tuttavia

essere coinvolti nei rischi di un club

calcistico (vedi Fiorentina).

Insomma una nuova sfida per Sergio

Cragnotti, che potrà risultare simpatico

od antipatico, competente o meno

di pallone, ma al quale non si può

negare il merito di aver tentato di

“aziendalizzare” il calcio in tutti i modi.









Museo Alessandro Roccavilla

Privacy Policy - Cookie policy