SITI CONSIGLIATI

https://www.wikipedia.org/

http://www.treccani.it/enciclopedia/finlandia_res-c3d72704-87e5-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Finlandia enciclopedia Treccani

https://www.ilpost.it/2013/05/25/la-seconda-guerra-mondiale-in-finlandia/  Le foto pubblicate dall’archivio nazionale sulla guerra d’inverno

https://it.qwe.wiki/wiki/Soviet%E2%80%93Polish_Non-Aggression_Pact Patto di non aggressione URSS

http://partitofascistarusso.blogspot.com/2013/08/partito-fascistarusso-il-partito.html Movimenti parafascisti nel mondo

https://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/finlan000.htm La repubblica di Finlandia

http://sapere.it/enciclopedia/Nystad%2C+Pace+di-.html Pace di Nystad

https://www.feldgrau.com/WW2-German-Wehrmacht-Finnish-Volunteers Finnish Volunteers in the Wehrmacht in WWII

http://www.peace.ax/en/bloggen/1938-aland-s-demilitarisation-and-neutralisation-at-the-cold-war-s-end-1988-1995 Questione delle isole Åland

https://ighibelliniconfederatio.wordpress.com/tag/finlandia/ Movimento della Lapua e Grande Finlandia

https://www.jstor.org/stable/42740497?seq=1 Articolo universitario su Mussolini e i suoi rapporti con la Finlandia

https://www.youtube.com/watch?v=xsRjmq5x938 Morte Bianca

La Guerra d’Inverno

AVVENIMENTI STORICI

ANTEFATTO E CASUS BELLI

Gli antefatti della guerra furono due:

  1. la Russia aspirava ad acquisire alcuni territori, per lei di importanza strategica (per allontanare il confine da San Pietroburgo), dalla Finlandia attraverso scambi con i propri territori
  2. la Finlandia non voleva cedere i propri territori alla Russia, avendo paura di dimostrare debolezza al proprio potente stato  o se avesse accettato.

Il casus belli fu l’incidente di Mainila

INCIDENTE DI MAINILA

La Russia e la Finlandia avevano siglato un patto di non aggressione reciproca il 21.01.1932, dove si impegnavano a non aggredirsi militarmente, a risolvere le controversie diplomaticamente e a non allearsi con i nemici dell’altro stato.

Il 26 novembre 1939 a Mainila, villaggio di confine tra Finlandia e Russia sul fronte russo, alle ore 15 circa furono sparati 7 colpi di artiglieria che provocarono la morte di 4 soldati di frontiera russi dell’armata rossa.

L’Unione Sovietica accusò la Finlandia di queste morti.

La Finlandia affermò che non erano stati i suoi soldati a sparare e chiese alla Russia che fosse aperta un’inchiesta neutrale sull’accaduto, anche perché il generale Mannerheim, a capo dll’esercito finlandese, temendo provocazioni da parte russa, aveva fatto allontanare di alcuni chilometri i cannoni finlandesi dal confine .

Posizione geografica di Mainila

La Russia, affermando di essere stata aggredita e negando le tesi dei Finlandesi, ritenne il trattato di non aggressione Russo-Finlandese disatteso ed il 30 novembre 1939 dichiarò guerra alla Finlandia.

L’attacco alla Finlandia dell’Unione Sovietica ebbe come conseguenza l’espulsione della Russia  dalla Società delle Nazioni il 14 dicembre 1939.

Il territorio della Finlandia fu annesso al regno di Svezia nel dodicesimo secolo a partire dall’anno 1157.

Alla fine della grande guerra del Nord (1.700-1.721) contro la Russia, comandata da Pietro il Grande, a seguito della sconfitta della Svezia, con la pace di Nystad del 10 settembre 1721 e del trattato di Stoccolma (1719-20),  i Russi ottennero dalla Svezia l’Ingria, l’Estonia, la Lettonia e la parte meridionale della Finlandia dal Golfo di Finlandia fino al lago di Ladoga

Territori Ceduti dalla Svezia

Nel 1809 con la pace di Hamina o di Fredrikshamn, che seguiva alla sconfitta dell’esercito svedese nella guerra di Finlandia (febbraio 1808- settembre 1809) combattuta  dalla Russia, supportata da Francia e Spagna, contro la Svezia, supportata da Regno Unito e Portogallo, la Svezia cedeva tutta la Finlandia alla Russia e poneva così termine all’unione finno-svedese durata quasi sei secoli. Lo zar Alessandro Primo la annesse come gran ducato e le concedette grandi privilegi di autonomia: la Finlandia dipendeva dalla Russia per tutte le decisioni riguardanti la politica estera e la difesa, ma lo zar si impegnò a rispettare le leggi e la religione dei finlandesi (cristianesimo). Lo zar era rappresentato nel Granducato da un governatore generale e il Senato, l’organo più importante del governo, era composto esclusivamente da rappresentanti finlandesi.

Nel 1850, per omogeneizzare l’ impero sia per lingua sia per parità di diritti, lo zar Alessandro Terzo abolì i grandi privilegi di autonomia della Finlandia, ma essa rimase una delle province dell’impero zarista più tranquille e leali allo Zar.

 Nicola II° ultimo zar di Russia

L’ultimo zar Nicola II° dalla sua ascesa nel 1896 adottò il Panslavismo (ideologia che aspirava a liberare i popoli slavi dalla tirannide ottomana e dall’oppressione dell’Islam, stringerli in una confederazione guidata dalla Russia e sviluppare nell’Oriente europeo una nuova civiltà slava sotto la guida della Russia), che fu visto dai finlandesi come una minaccia alla propria cultura e alla propria autonomia. I rapporti tra Russia e Finlandia cambiarono drasticamente quando Nicola II°, nel febbraio 1899, proclamò il passaggio di tutti i poteri legislativi nelle mani dello zar e del parlamento russo e, successivamente, si rifiutò di prendere in considerazione le petizioni di protesta contro la sua decisione firmate da intellettuali finlandesi ed europei.

Nello stesso anno avviò la prima ondata di russificazione della Finlandia, che prevedeva che:

1) la valuta e i francobolli russi sarebbero stati gli unici ammessi;
2) il Russo sarebbe diventato lingua ufficiale della amministrazione pubblica;
3) la Chiesa Ortodossa sarebbe diventata chiesa di stato;
4) fosse emanata la legge di coscrizione, a seguito della quale l’esercito finlandese sarebbe stato incluso nell’esercito russo.

Dall’aprile 1903 alla Rivoluzione Russa del 1905 il governatore generale della Finlandia fu investito di poteri dittatoriali .

La reazione del popolo finlandese fu violenta e nel 1904 il patriota Eugen Schaumann assassinò il governatore russo della Finlandia Nikolaj Ivanovič Bobrikov.

Vignetta dove si vede Eugen Schauman uccidere il governatore russo Nikolaj Ivanovič Bobrikov
 Eugen Schauman

A causa di ciò i russi fecero una strage degli oppositori della russificazione e inasprirono la censura della stampa, ma la campagna di resistenza alla russificazione portò all’annullamento della legge di coscrizione .
Le politiche russificatrici furono di fatto sospese dal 1905 al 1907 a seguito del caos dovuto alla sconfitta della Russia nella guerra russo giapponese del 1904-1905 e, a seguito dello  sciopero generale del 1906, lo zar iniziò a fare alcune concessioni e accordò alla Finlandia una nuova Costituzione più liberale, che portò alla formazione di un parlamento monocamerale eletto a suffragio popolare. Le politiche russificatrici furono riprese nel 1908 causando un’ulteriore resistenza finlandese (esempio ne fu la formazione del movimento degli Jager, costituito da soldati volontari reclutati  

Jager finlandesi: gli jager formavano un gruppo di cosiddetti cacciatori, unità militari adibite a azioni rapide e di precisione, come nella caccia.

Erano gli esperti della guerriglia

Jager norvegese
 Jager finlandese
Jägers finlandesi a Vaasa

tra gli studenti universitari e l’alta borghesia finlandese che, passando attraverso il confine finno-svedese, si unirono all’esercito tedesco – il c.d. battaglione Jager – e che combatterono contro i russi. Durante la guerra civile finlandese combatterono come “bianchi”-fronte anticomunista- e successivamente fondarono il Movimento della Lapua) e nuovamente sospese nel 1914. La fine della prima guerra mondiale, la guerra civile russa e l’abdicazione dello Zar nel marzo 1917  fornirono alla Finlandia l’occasione di riuscire a ottenere l’indipendenza (6 Dicembre 1917), come repubblica.

I primi mesi di indipendenza furono particolarmente delicati per la Finlandia, esasperata da profonde divisioni sociali e sfociarono nei primi mesi del 1918 nella guerra civile, che vide contrapposti i “rossi”, comunisti, sopportati dai bolscevichi, e ‘i bianchi’, filo-germanici, guidati dal generale Mannerheim ex ufficiale dell’impero zarista. La vittoria fu dei bianchi

Il barone Carl Gustaf Emil Mannerheim: generale, politico e statista. È considerato l’eroe nazionale finlandese. Fu Reggente di Finlandia dal 1918 al 1919, Comandante supremo delle Forze di Difesa finlandesi durante la Seconda guerra mondiale, divenne poi Presidente della Repubblica finlandese dal 1944 al 1946.

 

Federico Carlo Re di Finlandia

Dopo la guerra civile il 09.10.1918 fu eletto re di Finlandia Federico Carlo (cognato di Guglielmo II di Prussia e Germania, il terzo e ultimo imperatore tedesco e il nono e ultimo re di Prussia, che salì al trono con entrambi i titoli nel 1888), che decise di abdicare il 14.12.1918 appena dopo la fine della I° Guerra Mondiale in cui fu sconfitto suo cognato, temendo ripercussioni .

Il 03 marzo 1919 ci furono le elezioni parlamentari ed il 17 luglio 1919 fu emanata la costituzione repubblicana.

Alle contrapposizioni politiche si aggiungeva un fattore disgregante legato a problematiche linguistiche tra la comunità svedese, minoritaria, circa il 10% della popolazione, titolare della lingua egemone nei pubblici uffici e la maggioranza della popolazione, fiera della sua madrelingua finlandese. Collegata alle tensioni linguistiche finno-svedesi si innescò la crisi delle Åland, scoppiata nella primavera del 1919, risolta dalla Società delle Nazioni solamente nel giugno 1921, la quale contribuì non poco a raffreddare i rapporti della Finlandia con la vicina Svezia .

In rosso sono evidenziate le isole Aland

Le Isole Åland (letteralmente: ‘terra del pesce persico’) sono un arcipelago composto da più di 6.500 isole all’ingresso del Golfo di Botnia, a circa 40 km dalla costa svedese e 25 km da quella finlandese. Nel 1809, a seguito della pace di Hamina, le isole dovettero essere restituite dalla Svezia alla Russia e furono annesse al Granducato di Finlandia. Poiché esse rappresentavano il confine più lontano dell’impero Russo, rappresentavano il luogo potenzialmente più esposto ai possibili attacchi di guerra e per questo furono militarizzate. In questo periodo sulle isole si trovavano 2.000 soldati russi e poco più di 15.800 abitanti civili. Quando nel 1917 la Finlandia ottenne l’indipendenza, la situazione cambiò: la popolazione, per la maggioranza di lingua e costumi svedesi, chiedeva l’annessione alla Svezia o l’indipendenza e la smilitarizzazione, che la Finlandia non concesse. Per questo motivo la popolazione si appellò alla Società delle Nazioni, che nel 1921 decise che le isole, pur rimanendo di proprietà della Finlandia, potessero godere di grande autonomia (mantenere lingua e costumi svedesi) e fossero smilitarizzate (senza soldati, senza armamenti e senza leva obbligatoria). Quando nel 1938 iniziarono le prime avvisaglie della seconda guerra mondiale, la Svezia e la Finlandia volevano rimilitarizzare le isole, perché erano indifese e temevano che la Russia o la Germania o l’Inghilterra le volessero invadere, anche perché rappresentavano l’ingresso sul Mar Baltico e presentarono ai paesi europei ed alla Società delle Nazioni il cosiddetto ‘Stockholm planen’. Tutti gli stati furono d’accordo ad eccezione della Russia, così la Svezia e la Finlandia dovettero rinunciare alla rimilitarizzazione delle isole.

Ciò accadeva in una nazione sorta tra mille travagli nel dicembre 1917, posta al confine con il colosso sovietico, cosciente che le proprie strutture militari, economiche e soprattutto politiche erano fragili, avendo una tradizione parlamentare relativamente recente (l’Eduskunta, il parlamento unicamerale finlandese era nato nel 1906).

Vi era anche un altro grande problema da affrontare: la ridefinizione dei confini con la Russia sovietica. La pace di Tartu, nell’attuale Estonia, o Trattato di Dorpat, siglata il 14 ottobre 1920, in cui venne concesso alla Finlandia di estendere i propri territori fino al fiume Sestra in Carelia non fu condivisa da buona parte della popolazione, che ancora sperava nell’annessione anche della Carelia orientale.

Nel 1923 in Finlandia  il partito comunista fu dichiarato temporaneamente fuori legge. Solo dal 1926 il movimento finlandese dei lavoratori iniziò a dare nuovi segnali di ripresa, prima con gli scioperi dell’industria metallurgica e successivamente con il grande sciopero dei portuali che, dall’estate 1928, si prolungò sino alla primavera del 1929.

Il governo sovietico durante gli anni 20 e 30 continuò a considerare la Finlandia come “nemica della rivoluzione” accusandola sia di aver aperto i confini per l’arrivo delle truppe tedesche nel 1918, sia di aver lasciato nel 1919 l’uso delle proprie basi navali agli inglesi per attaccare le navi russe.

La Finlandia agli inizi degli anni Trenta, perciò, si trovava fortemente esposta agli attacchi dei due estremismi ideologici di quegli anni: la sinistra, il comunismo, ed il suo opposto: la destra.

L’ideologia comunista, rappresentata dal Partito Comunista finlandese, anche se ormai minoritaria, sopravviveva in Finlandia, nonostante la sconfitta nella guerra civile del 1918. Ai confini orientali la presenza minacciosa dell’Unione Sovietica, vista come principale oppressore delle libertà , nonché il suo maggiore pericolo , faceva identificare l’ideologia comunista con l’atavico odio verso i russi. Per i finlandesi era chiaro che la vittoria di un fronte comunista avrebbe significato, con buona probabilità, la perdita della indipendenza così difficilmente conquistata. Il riacutizzarsi del fenomeno comunista, verso la fine degli anni 20, a causa della crisi economica mondiale, favorì la reazione opposta: il nascere di un fronte ultranazionalista, che sognava una ‘Grande Finlandia’, con confini allargati,che includessero tutti i territori con popolazione di lingua finlandese, che si ispirava all’ideologia di estrema destra, ed in particolare al fascismo. Il regime fascista era considerato  un protagonista della scena politica internazionale, raccoglieva molti consensi, in particolare per l’impressione di ordine e di forza che presentava. Per questi motivi per i finlandesi esso divenne il miglior esempio di sconfitta del comunismo e negli anni 1920-30 in Finlandia nacquero alcuni movimenti di ispirazione fascista.

Dal 1917, quando ottennero l’indipendenza dalla Russia, il desiderio dei finlandesi di aiutare le nazioni ugrofinniche (Estoni e Lettoni e Careliani) a ottenere la libertà portò alle cosiddette guerre dei popoli fratelli (in finlandese Heimosodaat) in cui parteciparono molti volontari finlandesi, in particolare la guerra d’indipendenza Estone 1918-1920 e la rivolta della Carelia orientale. Fu proprio in questo contesto che nacque l’idea della “Grande Finlandia”:

il progetto che prevedeva di unire tutti i popoli di origine finnica sotto una sola bandiera, quella finlandese, in particolare la popolazione della Carelia orientale, che rimaneva ancora sotto il giogo russo. Le aspirazioni minime della Grande Finlandia si limitavano alla Carelia propriamente detta, alla Carelia Orientale e alla penisola di Kola, quelle più ampie si estendevano anche all’Ingria, all’Estonia e alle parti settentrionali di Norvegia e Svezia, abitate da popoli finnici (Lapponi e Finlandesi) e quelle estremistiche anche ad un’area che andava dal mare del Nord agli Urali e comprendeva l’intero territorio abitato dai popoli di origine uralofinnico.

Nel 1922 nacque la Società Accademica Careliana (AKS), sopravvissuta fino al 1944, un’associazione


Stemma della Società Accademica Careliana ( Akateeminen Karjala-Seura o AKS)

studentesca, che svolse la funzione di circolo politico d’élite, i cui giovani membri venivano formati all’ideologia nazionalistica della “Grande Finlandia” e che, finiti gli studi, portavano tali valori ai più alti livelli della società finlandese. Dal 1924 la AKS si impegnò anche nella lotta per la difesa della lingua finlandese, facendo dimettere i membri di madrelingua svedese, nell’ambito di un progetto di coscienza nazionale, indispensabile per poter ipotizzare ambizioni di espansione territoriale.

Nel 1929 nacque a Lapua un movimento ultranazionalista, anticomunista e antiparlamentare: il Movimento della Lapua, che si trasformò in alcuni mesi in un movimento nazionale. Mutò la scena politica finlandese, ponendo per circa un biennio a serio rischio di svolta autoritaria la giovane democrazia finnica. Per la sua nascita fu decisiva la nomina il 14 novembre 1929 a Ministro plenipotenziario ad Helsinki di Attilio Tamaro da parte dell’Italia:

Attilio Tamaro

un uomo di profonda cultura, pubblicista, politicamente nazionalista e fascista. Era uno dei cosiddetti “ventottisti”, ovvero uno dei funzionari immessi dal fascismo per nomina politica  all’interno delle gerarchie del Ministero degli Affari Esteri. Grazie all’impegno e all’appoggio della Regia Legazione e di Attilio Tamaro, nacquero: il primo comitato finlandese della Società ‘Dante Alighieri’ nel 1932, il lettorato di lingua e letteratura italiana nel 1933 e l’associazione ‘Giovani Amici d’Italia’ nel 1934, che facilitarono l’ avvicinamento dell’ideologia fascista all’élite culturale della gioventù di madrelingua finlandese, che vedeva nel modello politico italiano un modo per risolvere le debolezze interne del proprio paese e l’analogia tra l’ultranazionalismo finlandese e il fascismo italiano. Il movimento organizzò marce e riunioni nell’intera Finlandia. Il 16 giugno 1930, più di 3.000 uomini arrivarono a Oulu per distruggere l’ufficio del giornale comunista Pohjan Voima. Lo stesso giorno fu distrutta una stamperia comunista a Vaasa. Una dimostrazione di forza fu la cosiddetta Marcia Contadina fino a Helsinki . Più di 12.000 uomini arrivarono a Helsinki il 7 luglio 1930. Il governo cedette sotto tanta pressione e i movimenti comunisti furono messi fuori legge. Incontri di comunisti furono interrotti anche con la violenza. Un trattamento comune era  il cosiddetto ‘muilutus’, cioè: un rapimento a cui seguiva il pestaggio,  e successivamente il trasporto della vittima in macchina fino al confine sovietico. I Finlandesi del Movimento della Lapua adottarono la camicia nera, il saluto romano, l’organizzazione della gioventù sullo stile dell’Opera Nazionale Balilla e l’adozione del corporativismo.  Sostenevano le Guardie Bianche Finlandesi, che combatterono nella guerra di indipendenza Finlandese durante la Rivoluzione russa e nella successiva guerra civile finlandese, che vide i Bianchi Finlandesi trionfare sui Rossi, comunisti finlandesi appoggiati dall’Armata Rossa. Il partito della Lapua era ultranazionalista e supportava l’irredentismo finlandese mirato alla realizzazione della Grande Finlandia e i Fennomanni (sostenitori della lingua finlandese) versus gli Svecomanni (sostenitori dell’uso della lingua svedese ). Il momento di massima tensione, cioè la rivolta di Mäntsälä del 1932 con cui i lapuisti cercarono di sovvertire l’ordine democratico, si ispirò alla marcia su Roma , ma con esito diverso (negativo in Finlandia. Cfr anche più sotto Il movimento della Guardia Bianca).

Simbolo del Movimento della Lapua
Bandiera del Movimento della Lapua

 Altro movimento nazionalista fu il Movimento della Guardia Bianca, che era una milizia finlandese che, a partire dal 15 gennaio 1918, aveva contrastato il governo bolscevico e la Guardia Rossa, contribuendo a determinare le sorti della guerra civile finlandese, in alleanza con la Germania.


La Guardia Bianca avanza in Finlandia

La Guardia Bianca uscì alla fine vittoriosa il 16 maggio 1918 . Nella propaganda dei “bianchi” finlandesi dominavano temi di odio etnico verso i russi, considerati una razza inferiore e il “nemico acerrimo”. Affinità ideologiche esistevano tra la Guardia Civica finlandese, la Suojeluskunta, e le organizzazioni militari del fascismo e ciò venne riferito da Sapuppo a Mussolini il 3 novembre 1922, all’indomani della Marcia su Roma: “..Situazione speciale in Finlandia in cui esiste guardia bianca che nell’origine ricorda partito fascista ha fatto sì che avvenimenti italiani abbiano suscitato estremo interesse generale. Simpatia più marcatamente accentuata negli ambienti conservatori che l’hanno seguita con palesi occhi di invidia e di vaga speranza”. L’amicizia tra i rappresentanti delle due milizie, italiana e finlandese, comprese scambi di doni e di missioni. Nell’agosto 1924 la milizia italiana fece omaggio alla controparte finlandese di una mitragliatrice Colts e di 5.000 cartucce, per sperimentazioni balistiche, con l’esplicito consenso di Mussolini. La milizia finlandese fu ospite di quella italiana in più di un’occasione: la partecipazione alla rivista delle Camicie Nere  in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma nel 1928, la visita alla prestigiosa Scuola della Farnesina, che era fulcro della formazione degli educatori del regime, la partecipazione ad un’esercitazione a fuoco della Camicie Nere e altri momenti di incontro con i vari battaglioni territoriali e con il Comando della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale.


Simbolo del Movimento Guardia Bianca

Stemma della Guardia Civile Finlandese (Guardia Bianca). Distintivo militare

Ex appartenenti alla Guardia Bianca parteciparono insieme ad alcuni esponenti del Movimento di Lapua alla ribellione di Mantsala, il fallito tentativo di colpo di Stato per rovesciare il governo finlandese nel 1932.

Il 27 febbraio 1932 circa 400 membri armati della milizia  Suojeluskunta  interruppero un raduno del partito social-democratico chiedendo le dimissioni del governo ed un cambiamento nella sua politica. Anche l’ex Capo di Stato maggiore, il generale Kurt Martti Wallenius, aderì alla rivolta. Due giorni dopo il governo ordinò l’arresto dei leader del movimento di Lapua ed il generale Aarne Sihvo venne incaricato di reprimere la rivolta. Helsinki venne presidiata da carri armati e dall’artiglieria. Il 2 marzo 1932 il presidente della Repubblica Pehr Evind Svinhufvud pronunciò un discorso alla radio, chiedendo ai golpisti di tornare a casa e promettendo loro che solo gli istigatori sarebbero stati arrestati. La rivolta ebbe dunque fine ed il Movimento di Lapua venne messo fuori legge.

Il 5 giugno 1932, Herman Gummerus, Erkki Räikkönen e altri fuoriusciti dal Movimento di Lapua, fondarono il Movimento Patriottico Popolare (in finlandese Isänmaallinen kansanliike, o IKL),

Bandiera IKL

di ideologia nazionalista, anticomunista, clericale, filofascista, antiparlamentare, di estrema destra. La loro divisa era la camicia nera come per il fascismo italiano. Partecipò alle elezioni parlamentari del 1933 ottenendo 14 seggi (su 200). Nel 1938 il ministro degli interni Urho Kekkonen provò a bandire il movimento ma il parlamento di Helsinki non ratificò il decreto legge. Durante la guerra d’inverno, quando la Germania nazista avallò l’annessione della Finlandia all’Unione Sovietica, impedendo il passaggio dei rifornimenti esteri alla Finlandia attraverso il mar Baltico,vi furono grosse lotte interne al movimento e la componente filo-tedesca venne estromessa da ogni attività ed il partito prese una linea totalmente filo-italiana.

Il movimento fu sciolto il 23 settembre 1944 dopo l’armistizio tra la Finlandia e l’Unione Sovietica.

Per tutti gli anni venti e trenta i rapporti fra la Russia e la Finlandia furono ostili.

La propaganda sovietica additò più volte la Finlandia come uno degli stati nemici della rivoluzione, inoltre il governo sovietico nutriva forti sospetti riguardo alla politica estera finlandese, poiché, nel 1918, la Finlandia aveva aperto il proprio territorio all’intervento delle truppe tedesche e, un anno dopo, aveva concesso l’uso delle proprie basi navali al Regno Unito per attaccare le navi russe.

La Finlandia, inoltre, non aveva mai abbandonato le proprie rivendicazioni territoriali sulla Carelia sovietica e continuava periodicamente ad essere percorsa da agitazioni politiche provocate da movimenti di ispirazione fascista, nazionalisti (cfr sopra).

Nella propaganda dei bianchi finlandesi dominavano temi di odio etnico verso i russi, considerati una razza inferiore e il ‘nemico acerrimo’ e non valse a mitigare la reciproca diffidenza che a Helsinki il 21 gennaio 1932 fosse stato firmato dal ministro degli esteri finlandese Aarno Yrjö-Koskinen e dall’ambasciatore dell’Unione Sovietica a Helsinki Ivan Maisky il patto di non aggressione tra URSS e Finlandia, in cui i 2 stati firmatari si impegnavano a non aggredirsi militarmente l’uno l’altro e di non allearsi con gli stati che eventualmente avessero aggredito l’altro stato.

Nella primavera del 1938 il secondo segretario della Legazione sovietica a Helsinki, nonché membro dell’NKVD, Boris Jarcev, telefonò al ministro degli esteri finlandese Rudolf Holsti chiedendo un incontro urgente per discutere, in via confidenziale, “alcune questioni della massima importanza”. L’incontro avvenne il 14 aprile e Jarcev riferì delle preoccupazioni del governo sovietico circa una possibile guerra con la Germania, chiedendo quale sarebbe stato l’atteggiamento della Finlandia in tal caso. Più precisamente, essendo molto probabile ad avviso del governo sovietico che i tedeschi avrebbero cercato di portare l’attacco anche dal territorio finlandese, se la Finlandia avesse permesso ai tedeschi di passare attraverso il proprio territorio o se non si fosse opposta con la forza a una tale evenienza.

Le conversazioni continuarono nei mesi successivi e il 18 agosto 1938 Jarcev precisò le richieste sovietiche: qualora il governo finlandese avesse ritenuto di non poter concludere un trattato militare, l’Unione Sovietica avrebbe considerato sufficiente un impegno scritto con il quale la Finlandia si fosse dichiarata pronta a respingere ogni possibile attacco e ad accettare l’aiuto militare sovietico; in contropartita, l’Unione Sovietica avrebbe garantito l’inviolabilità delle frontiere finlandesi e avrebbe stipulato un trattato economico vantaggioso per la Finlandia impegnandosi ad acquistare, senza limiti quantitativi, i prodotti agricoli e industriali finlandesi.

Tali proposte furono considerate dal governo finlandese come una violazione della sovranità finlandese e in conflitto con la politica di neutralità perseguita dalla Finlandia insieme alle nazioni scandinave: pertanto vennero lasciate cadere.

Ufficialmente la politica estera finlandese era di equidistanza fra la Germania e l’Unione Sovietica, anche se alcuni episodi sembravano indicare una certa sintonia col regime nazista, così da alimentare la diffidenza e la preoccupazione delle autorità sovietiche. Infatti, i più alti ufficiali delle forze armate finlandesi avevano intrattenuto contatti continuativi con la gerarchia militare tedesca e avevano più volte effettuato visite in Germania.

Nel dicembre 1938 Il distretto militare di Leningrado aveva iniziato i preparativi per la guerra contro Estonia, Lettonia e Lituania.

Il 30 giugno 1939 il capo di stato maggiore dell’esercito tedesco, generale Franz Halder, era stato ricevuto a Helsinki come ospite del governo finlandese, insignito di una decorazione ufficiale e invitato ad assistere alle manovre delle forze armate finlandesi nell’istmo di Carelia. Due mesi dopo avevano avuto luogo lungo la frontiera con l’Unione Sovietica le più grandi manovre militari mai organizzate dalla Finlandia e, come osservatori, erano stati invitati tutti gli addetti militari esteri tranne quelli sovietici.

All’inizio del 1939, inoltre, le fortificazioni lungo la frontiera istmica con l’URSS erano state dimostrativamente rafforzate da migliaia di volontari della Società accademica di Carelia (Akateeminen Karjala-Seura), movimento politico accademico e studentesco di estrema destra, fortemente anti-russo, che aspirava dichiaratamente all’espansione della Finlandia nella Carelia sovietica (cfr sopra).

Dopo l’occupazione tedesca, nel marzo del 1939, della Cecoslovacchia e del Territorio di Memel in Lituania, in aprile Stalin avviò delle trattative con la Francia e il Regno Unito proponendo una “triplice alleanza“, una coalizione militare che avrebbe dovuto garantire la sicurezza in Europa contro l’espansionismo tedesco e, se necessario, entrare in guerra contro la Germania.

Alla fine di luglio i colloqui giunsero a un punto morto: a Stalin sembrava che le Potenze occidentali non prendessero sul serio la proposta di alleanza e fossero più interessate a far leva sulla possibilità che questa potesse realizzarsi veramnete come uno spauracchio da sventolare nei confronti della Germania. In marzo il ministro degli esteri sovietico, Maxim Litvinov, propose alla Finlandia l’affitto di cinque piccole isole nel Golfo di Finlandia come posti di osservazione per la marina sovietica, ma il governo finlandese rigettò la proposta, nonostante il generale Mannerheim, allora presidente del Consiglio di difesa finlandese, avesse avvisato di non respingerla senza tentare di giungere a un accordo. Paasikivi, l’ambasciatore a Stoccolma , venne inviato a Mosca per cercare di discutere riguardo a un possibile accordo riguardo alla richiesta sovietica.

Arrivo di Paasikivi a Mosca nel 1939

Riassumendo:

  1. la strategia militare sovietica era basata sulla convinzione che la Finlandia sarebbe stata utilizzata dalla Germania per portare l’attacco verso Leningrado.
  2. questa convinzione fu ulteriormente rafforzata dalla riluttanza mostrata dalle potenze occidentali ad accettare le richieste sovietiche riguardo alla propria sicurezza nel Baltico durante i negoziati dell’estate del 1939.
  3. Stalin ritenne che le potenze occidentali speravano in una guerra fra la Germania e l’Unione Sovietica.
  4. Per questo motivo accettò le proposte di accordo avanzate dai tedeschi all’inizio di maggio: il 23 agosto 1939 a Mosca firmò un patto di non aggressione con la Germania (patto Molotov-Ribbentrop). Ottenne dalla Germania ciò che Francia e Regno Unito non gli avevano concesso durante i negoziati per la “triplice alleanza”: la libertà d’azione nel mar Baltico per mettere in sicurezza le postazioni sovietiche in un’area strategica per la sicurezza di Leningrado, con il diritto di procedere preventivamente per contrastare sul nascere ogni possibile tentativo di sovversione o invasione tedesca degli Stati baltici indipendentemente dalla volontà dei loro stessi governi. Il patto, decennale, fra la Germania nazista e l’Unione Sovietica , firmato dal ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav Molotov e dal ministro degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop prevedeva che i contraenti si impegnassero a non aggredirsi reciprocamente, a non appoggiare potenze terze in azioni offensive e a non entrare in coalizioni rivolte contro uno di loro. L’accordo inoltre definiva in base ad un «protocollo segreto» anche le rispettive acquisizioni territoriali corrispondenti ai loro obiettivi di espansione, in cui la Finlandia, gli Stati baltici e la Polonia orientale erano classificate come zona di sicurezza sovietica. Una settimana dopo i tedeschi attaccarono la Polonia, e a metà settembre le truppe sovietiche varcarono i confini polacchi occupando la Polonia e gli Stati baltici furono obbligati ad accettare basi militari sovietiche sul loro territorio (l’Estonia firmò l’accordo il 28 settembre, la Lettonia il 5 ottobre e la Lituania l’11 ottobre).
Stretta di mano tra Molotov (a sinistra) e Ribbentrop (a destra) il 23 agosto 1939 a Mosca

Il 5 ottobre 1939 il Commissario agli esteri sovietico Molotov telefonò all’ambasciatore finlandese a Mosca, Aarno Yrjö-Koskinen, chiedendo un incontro urgente con il ministro degli esteri finlandese Eljas Erkko per avere uno scambio di vedute su “questioni politiche concrete”. I finlandesi presero tempo, avviarono la mobilitazione generale delle forze armate mascherandola come “esercitazione straordinaria” e decisero di non impegnarsi nei colloqui a livello di governo ma di inviare a Mosca una delegazione composta da diplomatici e consiglieri militari. I colloqui iniziarono il 12 ottobre; le richieste sovietiche, giustificate con la necessità di poter controllare l’ingresso al golfo di Finlandia e garantire la sicurezza di Leningrado (che si trovava a soli 32km dal confine finlandese), erano:

Mappa dei territori oggetto del negoziato tra Russia e Finlandia nell’autunno 1939; in rosso i territori finlandesi che Stalin chiedeva e in verde quelli che era disposto a dare in cambio
  • lo spostamento della frontiera sull’istmo di Carelia in modo che la stessa fosse a 70 km da Leningrado, cioè oltre il raggio d’azione delle artiglierie pesanti
  • la cessione della parte occidentale della penisola di Rybačij, per meglio proteggere l’accesso al porto di Murmansk, sull’estuario del fiume Kola, l’unico porto della Russia settentrionale sempre libero dai ghiacci, e contemporaneamente controllare l’accesso al porto finlandese di Petsamo;
  • la cessione delle isole di Suursaari, Lavansaari, Tytärsaari e Koivisto, nel golfo di Finlandia;
  • l’affitto di una base navale sul promontorio di Hanko (con diritto di ancoraggio per le navi sovietiche nella baia di Lappohja) che, insieme alla base di Paldiski in Estonia, avrebbe assicurato di poter sbarrare col fuoco incrociato delle artiglierie costiere l’ingresso nel golfo di Finlandia a navi nemiche;
  • la distruzione delle fortificazioni in Carelia in cambio di un’analoga azione da parte russa;
  • il rafforzamento del patto di non aggressione in vigore mediante l’addizione di un’ulteriore clausola per cui le parti contraenti si sarebbero impegnate ad astenersi dalla partecipazione ad alleanze che potessero essere, direttamente o indirettamente, ostili all’altra parte.

In tutto 2.761 km² di suolo finlandese, in compensazione del quale Stalin era pronto a cedere 5.529 km² di territorio sovietico nei distretti di Repola e Porajärvi, nella Carelia orientale. Impressionato dall’ampiezza delle richieste sovietiche che riguardavano anche questioni sulle quali gli era stato proibito di trattare, Paasikivi tornò a Helsinki per nuove istruzioni.

L’aspirazione dell’Unione Sovietica ad acquisire alcuni territori finlandesi di importanza strategica dal punto di vista militare, scambiandoli con propri territori di maggiore superficie e, dall’altro, la volontà della Finlandia di non cedere alle richieste sovietiche, portarono all ‘attacco alla Finlandia da parte dell’Unione Sovietica : la Guerra d’inverno.

AVVENIMENTI DELLA GUERRA

La Russia sferzò l’attacco con quattro armate: nella regione artica, nella zona di Salla, nella regione di Suomussalmi, nella Carelia. Il suo obiettivo era quello di interrompere i contatti della Finlandia con la Norvegia e, attraverso il mare, con gli Stati Uniti.

Mobilitazione di carri armati russi per combattere nella guerra d’inverno

I Russi cercavano di raggiungere Kemijarvi e Kiantajarvi , passando per Salla e Suomussalmi per impedire alla Svezia l’utilizzo delle ferrovie dell’alto Botnia per inviare alla Finlandia uomini ed armi.

Generale Mereckov
Mappa della guerra

Il generale russo Mereckov, capo supremo della campagna contro la Finlandia, fece attaccare la linea di Mannerheim  da entrambi i lati: per terra a nord del Lago di Ladoga, mentre per mare la flotta russa attaccava nel Golfo di Finlandia.

Dapprima i russi avanzarono celermente ma poi per 20 giorni vennero fermati dagli attacchi della guerriglia nemica (tattica di logoramento con l’impiego di gruppi di tiratori-sciatori, che formavano reparti agili e veloci, dotati di armamento leggero).

Il 20 dicembre 1939 il generale Mereckov organizzò un attacco sulla linea di Mannerheim lungo un fronte di 30 km., con 12 divisioni ad ondate successive, ma non ebbe il successo sperato.

I Finlandesi riuscirono  a resistere ai sovietici nonostante la disparità delle forze impiegate (oltre 1.000.000 soldati sovietici con oltre 1000 carri armati, artiglieria e supporto aereo contro circa 300.000 soldati finlandesi con 32 carri armati) con un fronte di circa 2.000 km, da Petsamo a Kronstadt perché:

1) conoscevano il territorio  che per oltre metà della sua estensione (da sopra il lago di Ladoga alla penisola di Rybačij, anche detta penisola dei pescatori) era pressochè  impraticabile per chi non lo conoscesse  per:

a)il clima (-40/-50 ed oltre sotto zero),

b)per totale mancanza di luce per 6 mesi all’anno,

c)pochissimo sole negli altri sei mesi ,

d) per la presenza di 35.000 laghi-
2) usavano tecniche di mimetizzazione avanzate ( tute bianche, che si confondevano  perfettamente con le immense distese di neve, calde e comode, che permettevano movimenti rapidi. I russi, invece, avevano tute mimetiche di colore scuro, ben identificabili, molto legate, che non permettevano di muoversi agilmente)

3) si muovevano sugli scii e utilizzavano le tecniche della guerriglia (nell’oscurità, sotto la neve, tra le foreste), usando tronchi e piedi di porco per bloccare i cingoli dei carri armati e i cocktail molotov per incendiarli)

4) i sovietici li sottovalutarono, impiegando dapprima solo i 300.000 soldati effettivi della circoscrizione di Leningrado e sbagliarono iniziando la guerra nel periodo invernale (paralizzata l’attività dell’aviazione tattica e dei mezzi blindati).

La parte meridionale della Finlandia, in cui il clima era più mite ed in cui si trovava la componente economica, politica e di stanziamento demografico, era la più esposta alle aggressioni . Per questo motivo il maresciallo Mannerheim (che successivamente divenne il sesto presidente della Finlandia) aveva fatto costruire la cosiddetta ‘Linea di Mannerheim’, un sistema fortificato edificato seguendo le caratteristiche del territorio, le acque e le foreste dell’itsmo, su tre linee  tra il il Golfo di Finlandia ed il lago Ladoga, seguendo il fiume Vuosky e terminando a Taipale. Fu costruita per proteggere dalle invasioni sovietiche Koivisto (chiamata la ‘piccola Gibilterra del Nord’) e Viipuri (già considerata da Pietro il Grande la ‘chiave della Finlandia’). La linea consisteva in 157 postazioni per mitragliatrici e 8 postazioni per artiglieria, il forte di Saarenpaa all’estremo occidentale (dove si combattè per circa 2 mesi durante la guerra d’inverno) ed il forte di Jariseva a quello orientale. L’intero perimetro era stato minato.

Alla fine di gennaio i Russi schierarono oltre 600.000 uomini ed il 1° febbraio sferrarono un duplice attacco, aereo e terrestre, nella parte occidentale dell’itsmo della Carrelia. L’8 febbraio cadeva Summa, dopo alcuni giorni cadeva Muola. Il 14 febbraio il maresciallo Mannerhein arretrò sulla seconda linea ed il 18 febbraio sulla terza linea. Koivisto fu presa dai russi il 21.02.1940.

Dal 02 al 09 marzo si combattè a Viipuri, che venne ridotta a un cumulo di rovine, mentre il resto della Linea Mennerheim rimaneva intatta.

Fu allora che la Svezia convinse la Finlandia ad interrompere il conflitto, facendola riflettere sul fatto che, pur avendo perso il conflitto, aveva ancora un esercito intatto per uomini, mezzi e capacità di combattimento.

Il 12.03.40, dopo 105 giorni di guerra, dopo che i finlandesi avevano perso 30.000 uomini ed i russi 290.000, fu firmata la pace di Mosca, che concluse il conflitto russo-finlandese. Francia ed Inghilterra, spinte dalla loro opinione pubblica, che disapprovava il comportamento aggressivo della Russia nei confronti del paese vicino, da gennaio 1940 stavano preparando un corpo di spedizione da mandare in soccorso dei Finlandesi ma il rifiuto della Norvegia e della Svezia lo impedirono, dichiarò Chamberlain ai Comuni il 2 maggio 1940.

 

 

 

ARMI USATE

Esercito finlandese Esercito russo
pistole 9 mm Pistol M/34 and 7,65 mm Pistol M/35 Beretta:

Calibro 7,65 mm

Altezza 123 mm
Spessore 30 mm
Peso (arma scarica, con caricatore)
625 g 620 g
Lunghezza della canna
89 mm

 

Pistola  Tokarev TT30


Calibro 7,62 mm
Lunghezza della canna:117 mm.
Lunghezza totale: 195 mm.
Peso arma scarica: 870 grammi

Fucile mitragliatore Lahti-Saloranta 26

Peso 9,3 kg

Lunghezza 1.109 mm

Tipo munizioni 7.62x53R

Gittata 400m

Caricatore da 20 o da 75 colpi

DP28

Peso 9,12 kg

Lunghezza 1.270 mm

Calibro    7,62 mm

Velocità alla volata       840 m/sec

Gittata massima 800 m

Caricatore piatto da 49 colpi

Pistola mitragliatrice Suomi KP-31

Peso 4,6 kg (scarico)

Lunghezza 870 mm

Calibro 9 x 19 mm Parabellum

Gittata 200 metri

caricatore da 71 colpi

PPD-40

Peso 3,20 kg

Lunghezza 788 mm

Calibro 7,62 mm

Gittata massima 500 m (preciso fino a 200m)

Caricatore rimovibile da 25 colpi

caricatore a tamburo da 71 colpi

Fucile di precisione Mosin-Nagant

Fucile usato da entrambi gli schieramenti e utilizzato ancora nella Guerra in Iraq

Peso 4,00 kg

Lunghezza 1.287 mm (fucile)

Calibro 7,62 mm

Gittata 500 m

750+ m (con ottica)

caricatore fisso da 5 colpi,

Mitragliatrice pesante Maxim M/32-33

Peso 24 kg,con il tripiede 30 kg

Lunghezza 1180 mm

Calibro 7,62mm

Cadenza di tiro 650–850 colpi/min

Gittata massima 2000 m

PM M1910

Peso 64,3 kg

Lunghezza 1067 mm

Calibro 7,62 mm

Cadenza di tiro 550 colpi/min

Caricatore a nastro da 250 cartucce

Cannoni anti-carro Bofors 37 mm

Peso 370 kg

Lunghezza canna 3,04 m

Altezza 1,03 m

Calibro 37 mm

Peso proiettile 0,70 kg

Tiro utile 4.000 m

Gittata massima     6.500 m

45 mm M1937 (53-K)

Peso : 560 kg

Calibro 45 mm

Gittata massima     4.400 m

Cannoni pesanti Pochi cannoni furono usati dai finlandesi spesso sequestrati dai russi e alcuni comprati dagli italiani

 

76 mm cannone reggimentale M1927

Peso : 920 kg

Lunghezza 5,95 m

Rigatura 24 righe

Altezza 0,945 m

Calibro 76,2 mm

Gittata massima     13,29 km

Carri armati VICKERS 6 TON

Lunghezza 4,88 m

Larghezza 2,41 m

Altezza 2,16 m

Peso 7,3 t

BT(serie di diversi carri armati)

Lunghezza 5,58 m

Larghezza 2,23 m

Altezza 2,25 m

Peso 11,5 t

Granate Molotov

Bomba Molotov prodotta in serie per l’esercito finlandese durante la seconda guerra mondiale

Il cosiddetto cocktail molotov (nome del ministro degli esteri russo) fu usato per la prima volta nella guerra civile spagnola, ma venne rinominato in questo modo solo durante la guerra d’inverno quando i soldati finlandesi la iniziarono a usare per cercare di incendiare i serbatoi dei carri armati sovietici.

Granata F1 a frammentazione

Arma di origine russa che se unita a altre granate dello stesso tipo funzionava anche da arma anticarro. Con un peso di 600g era lanciabile a circa 30m.

 

SIMO HAYHA

                                                                 la ‘morte bianca’

Foto di Simo in divisa da combattimento col suo fucile

Simo Hayha nacque nel 17 dicembre 1905, nel piccolo paese di Rautjärvi in Finlandia. Fin da piccolo Simo eccelse nella caccia, che era un attività molto importante per la popolazione di quel luogo. Attorno ai 20 anni Simo entrò a far parte dell’esercito regolare finlandese, vinse numerosi premi per le sue prestazioni atletiche con gli sci e ricevette molti riconoscimenti per le sue abilità col fucile. Dopo il regolare servizio, entrò a far parte della Guardia Bianca.

Simo come molti altri soldati era motivato dal desiderio di mantenere l’indipendenza del paese, così difficilmente raggiunta nel 1917. Fece parte del 34° reggimento nella regione di Kola, a nord del lago Ladoga.

L’8° armata dell’esercito russo mirava a sfondare il fronte con una guerra veloce di alcune settimane e passare il fiume Kollaanjoki.

A Simo venne dato come arma un fucile Mosin Nagant 28:30 (la versione finlandese di quello usato dall’esercito sovietico)

Simo col suo fucile sul campo di battaglia

I finlandesi sapendo di non poter vincere in campo aperto contro i russi per la spoporzione dei soldati in campo, adottarono come tecnica di battaglia la guerriglia: usavano gruppi esigui di uomini sugli scii, che conoscevano il territorio e si muovevano velocemente sia per sferrare attacchi inaspettati sia per scappare. I russi non erano stati addestrati a sciare e non erano dotati di scii. Molti venivano dal distretto di Leningrado e avevano ricevuto poche risorse, perché Stalin pensava che la guerra sarebbe stata terminata in un paio di settimane massimo. Simo, come gli altri soldati finlandesi, indossò una mimetica bianca per coprirsi e addirittura una maschera, per mimetizzarsi meglio all’interno delle distese di neve.

Simo agiva da solo e cercava di lasciare il minor numero di tracce possibili dietro di sè. Si avvaleva della sua conoscenza del territorio per cercate un punto dove appostarsi, aspettare e poi sparare. Dopo che aveva trovato la sua posizione costruiva un piccolo muro di neve molto compatto per confondersi meglio con l’ambiente, rendere più stabile la mira ed evitare che il rinculo del fucile alzasse della neve e rivelasse la sua posizione. Per lo stesso motivo prima di sparare si metteva in bocca un pezzo di neve per evitare che si producesse condensa dal respiro. Presto le postazioni sovietiche vennero individuate e le perdite dell’armata rossa aumentarono (bisogna pensare che anche solo una lieve ferita poteva risultare letale a causa delle condizioni climatiche). Mentre molti soldati, sia finlandesi che russi, usavano ottiche moderne sui propri fucili, Simo preferiva affidarsi solamente al mirino di ferro sulla punta della canna dell’arma per evitare che i nemici vedessero il riflesso dell’ottica del fucile e anche per tenere la sua testa più in basso. Simo fu addestrato anche a usare la mitraglietta Suomi e durante i combattimenti era solito portare anche un paio di granate e un coltello. Häyhä spesso decise di non sparare anche a facili bersagli se pche ensava ciò avrebbe potuto rivelare la sua posizione. I russi cominciarono un’attività di contro-cecchinaggio per neutralizzare Simo e ordinarono anche lanci di artiglieria nelle direzioni in cui pensavano si trovasse il soldato finlandese. I soldati russi iniziarono a portare scudi di metallo al fronte ma i soldati finlandesi erano talmente precisi da essere in grado di sparare e ucciderli comunque. Su Simo incominciarono a circolare diverse dicerie e la propaganda russa lo definì come Morte Bianca e lo descrisse come un uomo-fantasma, che camminava per tutto il giorno nei boschi. Nel 17 Febbraio 1940 (80 giorni dopo lo scoppio della guerra) Simo fu proclamato eroe nazionale dal governo finlandese (cerimonia nella foto sotto).

Durante i primi giorni di Marzo i finlandesi capirono di non poter continuare a resistere a lungo perché l’inverno stava terminando e i soldati russi stavano cambiando tattiche adattandosi al territorio. Era solo un problema di tempo: i numeri dell’esercito sovietico erano troppo superiori. Il 6 marzo del 1940 Simo, mentre si trovava a difendere Kollaa da un attacco sovietico, venne colpito sulla mascella da un proiettile e venne portato in salvo dai suoi compagni e poi in ospedale. Dopo diversi giorni, quando si risvegliò, il 13 marzo era già stato firmato il trattato di pace. La Finlandia nonostante la sconfitta riuscì a mantenere l’indipendenza. Simo non potè tornare a casa perché si trovava ora in territorio Russo ma si trasferì a Hamina, dove morì il 1º aprile 2002.

Foto di Simo Hayha durante la vecchiaia

Il suo numero di uccisioni registrate è di 505 soldati, tuttavia il numero complessivo fu più alto e questo lo rende il cecchino più letale della storia.

 

Rapporti Italia Finlandia

Fin dopo il trattato di pace di Versailles (28 giugno 1919) il governo finlandese aveva cercato di ampliare il suo equipaggiamento bellico comprando armi da Italia, Francia e Inghilterra. Alcuni dei primi aerei “SIAI-Savoia”

Logo dell’azienda su un lato di un veivolo

vennero inviati e purtroppo molti distrutti (2 di questi si scontrarono in un volo sopra le alpi nel 1919). Sempre nel 1919 molti ufficiali finlandesi aderirono ad un programma di addestramento in Italia tra di essi vi erano anche persone molto importanti come il Colonnello Aarne Sivho, che pochi anni prima era stato nominato come capo dell’esercito e durante il soggiorno in Italia diventò amico del Duce. I due più importanti generali Finlandesi (Vaino Valve, comandante della marina e Hugo Osterman, ministro della difesa)

Vaino Valve Hugo Osterman

vennero invitati ad un viaggio di studio in Italia dal governo fascista nel 1933. L’educazione degli ufficiali di Helsinki fu di tipo fascista . Tutti i potenziali leader pro-fascisti finlandesi furono ricevuti a Roma da Mussolini. I movimenti parafascisti finlandesi, che  acquisirono molte informazioni da queste visite,  presero piede facilmente in Finlandia perché erano considerati come partiti che alimentavano la lotta anti-comunista. In questi anni appena prima della seconda guerra mondiale si sviluppò in Finlandia anche una simpatia verso il nazismo per il vecchio intervento della Germania  nel 1918 nella Guerra di Liberazione. L’influenza Fascista aumentò nel paese grazie al CAUR (Comitati d’Azione per l’Universalità di Roma) costituiti nel luglio del 1933 da Benito Mussolini, su ispirazione del giornalista Asvero Granelli, che miravano a creare un panfascismo, di cui avrebbero fatto parte i partiti fascisti di tutti i paesi  europei.

Manuale del Fascista all’estero
Riunione di piazza del giornalista Asvero Granelli
Locandina del Manifesto Internazionale Fascista (Congresso fascista di Montreux, Svizzera). 

Il congresso fascista internazionale del 1934 fu una riunione di rappresentanti delle organizzazioni fasciste europee. Il congresso si tenne il 16-17 dicembre del 1934 a Montreux, in Svizzera. Il convegno fu organizzato e presieduto dai Comitati d’Azione per l’Universalità di Roma (CAUR).

Il IKL (Movimento Patriottico Popolare di Finlandia), che rimpiazzò il partito della Lapua nel giugno del 1932, diede fiducia alle idee di Granelli. Dopo il 1938 il Ministro Finlandese della Difesa cercò di comprare aerei e navi italiani da guerra. Tuttavia le trattative non andarono a buon fine per 2 motivi: 1) la concorrenza francese e inglese e 2) la riluttanza degli ufficiali italiani a esportare macchinari da guerra, quando l’Italia era impegnata nella guerra civile spagnola. Anche quando l’Italia non partecipò alle vicende finlandesi rimase un simbolo dell’anti-comunismo. A settembre con l’inizio della guerra la Finlandia capì che non poteva più comprare armi dalle potenze belligeranti per rifornire il suo magro arsenale e decise di riprendere i rapporti con il capo di stato d’Italia Mussolini  per comprare nuove armi. Un contratto d’acquisto di 25 nuovi aerei da guerra Fiat G50 venne firmato a Helsinki il 23 Ottobre 1939

Foto di un aereo Fiat g50 in volo

 

cinque giorni dopo la conferenza di Stoccolma, dove gli altri paesi scandinavi negarono aiuti alla Finlandia. Il costo di un aeroplano fornito di mitragliatrici era di 57.000 dollari. Mussolini aveva spedito una buona parte degli aerei diretti in Finlandia attraverso Berlino senza aver detto nulla a Hitler. L’arrivo di un treno carico di aerei venne scoperto e ciò portò a una protesta del ministro degli esteri Molotov il 9 Dicembre e la Germania ammonì l’Italia. Il treno venne riportato con fatica in Italia e poi re-inviati in Finlandia via nave attraverso i porti occidentali. Gli aerei (38 in totale) arrivarono a destinazione in Febbraio e vennero usati in combattimento prima dell’armistizio.

A Roma le manifestazioni anti-sovietiche  non erano proibite, anzi incentivate. Il Primo Ministro del Regno Unito Chamberlain disse che questo sentimento anti-sovietico era un elemento che accomunava il popolo italiano con quello giapponese e che poteva allontanare i due paesi dal Terzo Reich. L’Italia fu il principale stato che inviò armi alla Finlandia seguito dalla Svezia, dalla Francia e dall’Inghilterra. Le nazioni più vicine (almeno a parole) dei paesi dell’ovest e ancora più stranamente l’arsenale americano della democrazia di Roosevelt non inviò armi in Finlandia. L’Italia tuttavia fece in modo che nessun volontario italiano andasse a combattere in Finlandia, solo 15 italiani che si trovarono all’estero poterono combattere, perchè altrimenti  questo avrebbe suscitato le ire di Hitler. L’Italia infatti continuò a inviare armi in Finlandia per tutta la durata della guerra (tra cui altri 80 bombardieri). Vi sono documenti che testimoniano la disapprovazione degli ufficiali Italiani rispetto alla spedizione di così tante armi all’estero, tuttavia Mussolini volle lo stesso vendere le sue armi ai Finlandesi. La richiesta preponderante fu per l’acquisto di artiglieria pesante, che tuttavia era difficile da spedire. La scarsezza di codesto tipo di artiglieria fu una ragione per cui i Sovietici riuscirono in Febbraio 1940 a sfondare le linee finlandesi dell’istmo di Carelia. Il ministro degli esteri italiano Ciano scrisse nel suo diario il 19 Dicembre 1939 che i finlandesi avevano stipulato accordi per comprare le armi che non erano necessarie all’esercito italiano e che avrebbero organizzato e pagato loro le spedizioni. Le vendite ai finlandesi vennero incentivate dal Maresciallo dell’aria (capo dell’aeronautica militare) Italo Balbo. Le spedizioni arrivavano nell’arco di tre giorni e ciò fece pensare ad un intervento del Duce per rendere le spedizioni il più celeri possibile. Molte armi vennero pagate attraverso il baratto di materie prime, infatti la Finlandia aveva grossi giacimenti di molibdeno, cromo, rame e ferro. Le decisioni di Mussolini durante la guerra d’inverno furono quelle di mantenere la sua posizione di neutralità nel secondo conflitto mondiale rallentato l’avanzata Russa e fornendo armi a un paese attaccato senza giusta ragione.

SS FINLANDESI

La storia delle SS finlandesi nel Terzo Reich iniziò con una serie di trattati segreti tra Germania e Finlandia dopo la pace di Mosca del Marzo 1940, che mise fine alla guerra d’inverno tra Finlandia e Unione Sovietica. A causa delle loro formidabili capacità nei combattenti Himmler era profondamente desideroso di avere dei Finlandesi nelle sue SS . Sebbene i Finlandesi fossero ben disposti verso una tale proposta entrambe le parti sapevano che una simile azione avrebbe rappresentato un’azione di guerra verso l’Unione Sovietica. Di conseguenza furono fatti tutti gli sforzi per nascondere l’arruolamento e il servizio attivo di soldati finlandesi e altri volontari nelle Waffen SS.

Soldati delle Waffen SS

Ci fu anche un accordo segreto secondo il quale i soldati finlandesi non avrebbero combattuto contro gli alleati o comunque altri nemici all’infuori dell’Unione Sovietica. I Finlandesi cercavano un potente alleato continentale che li potesse difendere da ulteriori ostilità sovietiche ,infatti la Finlandia intraprese una politica filo-Asse fin dai primi mesi del 1941 ben prima dell’operazione Barbarossa. Nel febbraio 1941 il capo reclutatore delle SS Gottlob Berger

iniziò a creare accordi con l’ambasciata tedesca a Helsinki per ricevere un primo supplemento di 1000 volontari da incorporare nelle truppe tedesche, che vennero pubblicamente chiamati come lavoratori per l’industria tedesca per evitare complicazioni internazionali. Il battaglione entrò in servizio sulle linee del fiume Mius l’8 gennaio quando fu ufficialmente aggregato alla 5.SS Wiking Division, che stava già combattendo presso il fiume . Il battaglione fu aggregato come III° battaglione del reggimento Nordland della divisione Wiking.

L’insegna divisionale delle SS Vikings
Moto della divisione delle SS Viking
Panzer III della divisione Wiking

I finlandesi si sarebbero distinti come soldati affidabili quando nel giugno 1942 la divisione avanzò nelle profondità del Caucaso. Essi infatti furono  l’avanguardia di quello che fu la più profonda avanzata dell’esercito germanico nel Caucaso, riuscendo a conquistare i giacimenti petroliferi di Grozny prima di essere ricacciati dai sovietici. .I combattimenti si concentrarono successivamente sul fiume Mius nel periodo che andò da gennaio fino all’aprile 1942 e furono gli autori essenzialmente delle ricognizioni, dei raid con piccoli gruppi d’assalto e delle esplorazione delle linee nemiche. L’offensiva tedesca sarebbe stata lanciata nell’ estate 1942 . L’obiettivo di quest’offensiva era la conquista di Stalingrado e il 13 luglio il settore meridionale del gruppo armate sud fu diretto contro il Caucaso, capeggiato dalla prima divisione. Per questo assalto la 29°, la 73° e la 125° divisione furono incaricate di fare il primo attacco contro le linee sovietiche , mentre la Wiking fu ritirata dalle prime linee in attesa di uno sfondamento operato dalle prime unità, dopo che avrebbero tentato di penetrare in profondità del territorio sovietico. Il battaglione finlandese fu mandato in riposo a Mokryj Jelantshick. Il battaglione vi rimase dal 10 luglio al 13 agosto 1942 mentre altre unità della Wiking prendevano parte all’assalto di Rostov e allo sfondamento nel Caucaso. Il 9 agosto il battaglione ricevette ordine di raggiungere il resto del reggimento a Maikop alle pendici delle montagne del Caucaso. I soldati finlandesi non apprezzavano la rigida disciplina e gli ordini detti in tedesco. I Finlandesi pretendevano sottoufficiali che parlassero finlandese e fu allora che i tedeschi resero quest’unità SS completamente finlandese. Nel marzo 1943 dopo molti ordini contestati sul fronte meridionale i membri della Finnisches Freiwilliger der Waffen-SS di fronte alla scadenza del loro contratto biennale con la Germania di combattere contro l’Unione Sovietica ,sotto consiglio del loro governo, avrebbero abbandonato il fronte delle forze armate tedesche. Una cerimonia ufficiale avvenne al momento dell’arrivo ad Hanko per salutare l’unità che fu sciolta il 2 giugno 1943 e un’altra cerimonia non ufficiale avvenne il 3 giugno a Tampere. Alle truppe fu dato un mese di riposo, dopo il quale ritornarono ad Hanko per sapere il destino finale del battaglione . Nei negoziati tra l’Alto Comando Finlandese e il comando tedesco (RFSS) fu fatto presente ai tedeschi che a causa del crescente pericolo proveniente dal Nord e il crescente ammassamento di forze sovietiche un dispiegamento di truppe Finlandesi fuori dal loro territorio sarebbe stato pericoloso per l’indipendenza della Finlandia. L’unità fu ufficialmente sciolta l’11 luglio 1943 e i membri furono inseriti tra i ranghi delle forze armate Finlandesi. L’ultima cerimonia ufficiale per i caduti del battaglione fu celebrata il 19 settembre 1943 a Helsinki. A Helsinki è presente un monumento dedicato ai caduti eretto dal governo Finlandese.

Mappe del conflitto

Tuttavia alcuni volontari continuarono a combattere nei ranghi della Nordland. E’ stato confermato che i Finlandesi combatterono con i tedeschi fino al maggio 1945 nei ranghi 11.SS-Pz.Gren.Divison Nordland e con il SS-Kriegsberichter-Regiment Kurt Eggers (corrispondenti di guerra) sul fronte orientale. Nell’ottobre 1943 la Wiking fu riorganizzata completamente come divisione Panzer. Il battaglione estone sostituì quello Finlandese e venne chiamato III/10.SS-Pz.Gren.Rgt. Westland. Nell’aprile 1944 il battaglione fu staccato dalla Wiking e rinominato 20.SS-Fusilier-Btln. come parte della Estnische 20.SS-Frw.-Grenadier Division. Durante il periodo con la Wiking il battaglione Estone fu comandato dal SS-Sturmbannfuhrer Georg Eberhardt. I resoconti sulla forza numerica del battaglione variano ma si dice che abbia avuto almeno 1.280 uomini.

Il battaglione Finlandese subì 222 morti e 557 feriti.

 

WINTER WAR

The winter war was a conflict between the new born republic of Finland and the Soviet Union. The Russian leaders wanted to obtain the following strategic regions:

  • Some parts of the Carelian region (before the winter war the Finnish boarder was just 32 km far from St. Petersburgh and this such small distance worried the Soviet leader. That would have been a weak point in case of a German attack, a possible future Finnish ally.
  • Some islands in the Gulf of Finland (commercial bases)
  • The Peninsula of Rybačij, the northeast point of Europe that was a good place to control the sea traffic in the Barents Sea

The Soviet government tried to exchange these territories with some parts of Russia but Finland refused this barter and the war started

INCIDENT OF MAINILA

On 26 November 1939, an incident was reported near the Soviet village of Mainila, close to the boarder with Finland. According to the Soviet reports a Fnnish airplane threw some bombs onto this village. Researches led by several Finnish and Russian historians later concluded that the incident was a secret operation done by the Soviets to create a casus belli.

WAR EVENTS

Russia launched the attack with four armies on 30 November: one in the Arctic region, one in the Salla area, one in the Suomussalmi region and one in the Karelia region. His goal was to end Finnish contacts with Norway and across the sea with the United States. The Russians tried to reach Kemijarvi and Kiantajarvi, passing through Salla and Suomussalmi to prevent Sweden from using the Upper Botnia railways to send men and weapons to Finland. Russian general Mereekov, supreme leader of the campaign against Finland, attacked the Mannerheim line from both sides: by ground in the north of Lake Ladoga, while the Russian fleet attacked the Gulf of Finland by sea.

Plan of the general Meerekov

At first the Russians advanced quickly but then for 20 days they were stopped by the attacks of the enemy guerrillas (hit and ran tactics with the use of groups of shooters-skiers, who formed agile and fast departments, equipped with light armament).

On December 20, 1939, General Mereekov organized an attack on the Mannerheim line along a 30 km front, with 12 divisions, but he was stopped.

The Finns managed to resist the Soviets despite the disparity in the forces employed (over 1,000,000 Soviet soldiers with over 1000 tanks, artillery and air support against some 300,000 Finnish soldiers with 32 tanks) with a front of about 2,000 km, from Petsamo to Kronstadt because:

1) they knew the territory which for more than half of its extension (from above the Ladoga lake to the Rybačij peninsula, also called the fishermen’s peninsula) was practically impractical for those who did not know it for:

  1. the climate (-40 / -50 and above below zero)
  2. for total lack of light for 6 months a year and very little sun in the other six months,
  3. for the presence of 35,000 lakes that made hard the movements

2) they used advanced camouflage techniques (white suits, which blended perfectly with the immense expanses of snow. The Russians, however, had dark-colored camouflage suits, well identifiable)

3) they moved on skis and used guerrilla techniques (in the dark, under the snow, among the forests), using trunks and crowbar to block the tracks of the tanks and Molotov cocktails to set them on fire)

4) the Soviets underestimated them, initially employing only the 300,000 actual soldiers of the Leningrad district and making a mistake by starting the war in the winter

The southern part of Finland, where the climate was slightly hotter and where there were more people and more infrastuctures, was the most exposed to aggressions. For this reason, the Marshal Mannerheim (who later became the sixth president of Finland) had built the called ‘Mannerheim Line’, a fortified system built following the characteristics of the territory, the lakes and the forests of the Isthmus, it consisted in three lines between the Gulf of Finland and Lake Ladoga, following the Vuosky River and ending in Taipale. It was built to protect against the Soviet invasions Koivisto (called the ‘little Northern Gibraltar’) and Viipuri (already considered by Peter the Great to be the ‘key to finland’). The line consisted of 157 machine gun emplacements and 8 artillery emplacements, the Saarenpaa fort in the far west (where it fought for about 2 months during the winter war) and the Jariseva fort in the east. Furthermore, the entire perimeter had been mined.

At the end of January, the Russians deployed over 600,000 men and on February 1 launched a double attack, air and land, in the western part of the Ithm of Carrelia. Summa fell on February 8, after a few days Muola fell. On February 14, Marshal Mannerhein retreated on the second line and on February 18 on the third line. Koivisto was taken by the Russians on 21.02.1940.From 02 to 09 March there was a fight in Viipuri, which was reduced to a pile of ruins, while the rest of the Mennerheim Line remained intact.It was in that moment that Sweden persuaded Finland to end the conflict, making her reflect on the fact that despite having lost the conflict, he still had an intact army for men and guns.On 12.03.40, after 105 days of war, after the Finns had lost 30,000 men and the Russians 290,000, the peace of Moscow was signed, which ended the Russian-Finnish conflict.

The League of Nations considered the Soviet attack to Finland illegal and expelled the Soviet Union from the organisation.


Articolo redatto dall’alunno Cavagnetto Marco della classe VA del liceo classico G & q Sella di Biella sotto la supervisione del professor Marco Castelli e della professoressa Oriana Maffeo.