Dopo la campagna in Grecia condotta dagli italiani e dai tedeschi si decise di dividere il territorio tra le due nazioni e all’Italia andarono alcune isole Ionie rispettivamente le isole di Corfù, Zante e Cefalonia, ma in seguito alla dichiarazione del governo Badoglio sull’armistizio italiano con gli inglesi e gli americani l’esercito tedesco in Grecia attaccò le truppe italiane stanziate nelle isole.

L’eccidio di Cefalonia fu crimine di guerra da parte dei tedeschi ai danni dell’esercito italiano. Accadde l’8 settembre 1943 dopo l’armistizio di Cassible, l’esercito tedesco attaccò la 33esima divisione di fanteria Acqui, comandati dal generale Antonio Gandin. Assieme alla fanteria Acqui erano presenti dei finanzieri, dei carabinieri, e truppe della Regia Marina, in totale erano 12.000 uomini tra soldati e ufficiali, e furono uccisi dopo uno scontro durato diversi giorni e dopo essersi arresi ai tedeschi, mentre coloro che vennero catturati morirono sulle navi che li stavano riportando sul continente per via di siluri e mine. Inizialmente si credeva che la situazione si potesse risolvere in modo pacifico, con la resa degli italiani, essendo quasi tutti d’accordo nelle file italiane con il gettare le armi, ma in seguito a dei messaggi che riportavano di maltrattamenti da parte dei tedeschi nelle isole vicine, a delle cannonate d’avvertimento tedesche e i continui rinforzi che arrivavano dal continente, si decise di riconoscere queste azioni ostili. Inoltre la notizia, falsa, che gli americani fossero sbarcati nei Balcani e che una enorme flotta alleata era in viaggio per portare aiuto, alimentarono i consensi al resistere ai tedeschi. Chiunque provasse a calmare o a esortare la serenità veniva insultato e gli veniva dato del traditore, ci furono anche azioni violente da parte dei soldati nei confronti degli ufficiali, uno fu ucciso, al generale Gandin venne strappata la bandiera tricolore dall’auto dicendo “ non sei degno di portare questa bandiera” e ci furono diverse aggressioni a ufficiali. Le trattative con i tedeschi si complicarono, poiché i questi erano insoddisfatti di come stava andando la situazione e chiesero a Gandin semplicemente se volesse o meno consegnare le armi, il generale italiano dopo aver convocato un consiglio inviò un messaggio ai tedeschi con la sua indignazione, con il desiderio di trattare solo con ufficiali tedeschi suoi pari ed esortandoli a non far muovere più le loro truppe. A questo punto quando le vedette avvistarono delle zattere tedesche, che secondo i tedeschi trasportavano viveri, ma secondo gli italiani armi e uomini, gli ufficiali italiani diedero l’ordine di fare fuoco. I tedeschi risposero, ma venne affondata una zattera mentre le altre fuggirono, subito dopo gli italiani conquistarono il presidio presso S. Teodoro. Nonostante questi avvenimenti le trattative continuarono, da Atene fu inviato un colonello delle Lufwaffe, ma non arrivò perché l’idrovolante ammarò, era stato inviato per convincere Gandin ad andare a Vienna per incontrare Mussolini ed essere promosso a Sergente Maggiore dell’esercito della Repubblica Sociale, ma il generale si rifiutò. In seguito anche un idrovolante italiano ammarò e fu visto come l’ennesimo gesto ostile tedesco, si decise dunque, in differita dalle solite procedure dell’esercito, di fare un referendum tra i soldati per decidere sulla resa, vinse di resistere ai tedeschi. Il generale Gandin continuò le trattative per evitare il peggio, ma in seguito a dei bombardamenti tedeschi a Corfù e a delle navi italiane a questo punto Gandin dovette fare a questo punto un bilancio: da una parte i tedeschi non solo si erano rimangiato l’impegno di rinunciare, al meno in un primo momento, al ritiro delle artiglierie, ma neppure acconsentivano a lasciare agli Italiani le armi individuali. I tedeschi non intendevano dare alcuna garanzia per il rimpatrio e giungevano notizie che i reparti che si erano arresi altrove erano stati deportati. Ma comunque c’era l’inequivocabile ordine di Brindisi, doveva affrontare il problema della sommossa di alcuni ufficiali e soldati , convinti che si potesse sopraffare i Tedeschi e tornare a casa, che spingeva per la resistenza, e infine Corfù aveva rifiutato la resa ed aveva catturato il presidio tedesco. Gandin, nonostante fosse quasi certo che non avrebbe ricevuto rinforzi e rifornimenti, che non c’era difesa aerea, che non tutti i reparti davano l’impressione di reggere allo scontro, che i Tedeschi si sarebbero vendicati, pur cosciente di tutto ciò, decise di non cedere le armi. Gandin addossò la colpa della mancata riuscita delle trattative ai suoi soldati che si rifiutavano di arrendersi, i tedeschi in un primo momento inviarono un ultimatum, ma successivamente non aspettarono la sua fine e iniziarono i bombardamenti. I tedeschi insieme alle bombe sganciarono anche volantini che invitavano gli italiani alla resa, la scarsa resistenza dell’antiaerea italiana fece in modo che questi bombardamenti fecero parecchi danni all’esercito italiano.Risultato immagini per eccidio di cefalonia Later there was a clash between the battalions of the two nations in Kardakata, which was previously cleared by Gandin in a good sign of the negotiations, the Germans were repulsed, but they still kept pace. Then with an attack on the garrison of Cape Mura the Italians had serious losses, later there was the arrival of German reinforcements, and also the Italian army ran out of ammunition as a result some country batteries had to be abandoned after being were rendered unusable because they were exposed to the advance of German troops. Eventually General Gandin decided to convene a new War Council in which he decided to surrender to the Germans and a white tablecloth was displayed as a sign of surrender. At this point Hitler gave the order to consider the Italian soldiers as traitors and to fire them, those already taken prisoner were shot immediately, and any opposition by the German soldiers in turn risked firing. The officers were all killed, minus two who managed to escape the day before the shooting, even General Gandin did the same end of his soldiers, he was then awarded the medal for the value Completed the killing, the Germans tried to make it traces disappear: except for some left unburied or thrown in tanks, most of the bodies were burned and the remains thrown into the sea. The survivors were loaded onto ships destined for Greek ports and from Greek ports to trains to concentration camps in Poland, two of these ships were sunk by mines, others were by Allied aircraft, unaware of the human cargo. The story of Kefalonia was celebrated as a glorious and unfortunate page of the Italian army that also marks the beginning of the Resistance. In fact, Kefalonia is another unfortunate page in our national history where all the protagonists, who more or less, come out badly. The Germans, who in Kefalonia carried out one of the worst acts of unheard-of brutality by slaughtering defenceless soldiers who had surrendered at discretion and who no longer had any chance of defending, soldiers in uniform, perfectly framed who responded to the orders of responsible leader. A behavior never seen, which contravened all the rules of military honor and the laws of war, the Germans did not justify the shootings with the lack of a formal declaration of war of Italy. They considered the Italians to be traitors and whether they dared to defend themselves against aggression. General Hubert Lanz, head of the 12th Wehrmacht Mountain Army Corps from August 1943 to 8 May 1945, was sentenced by the Nuremberg court to 12 years in prison. he then served only three, the sentence was so mild because, incredibly, no one showed up on the Italian side to testify at the trial. In 1957, acquidi officers were acquitted in Italy, accused of assaulting the men against the Germans, giving rise to the fighting and in the same year another trial began against 30 former German soldiers, which was resolved a year later. with a done nothing.


SITOGRAFIA

https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Cefalonia

http://www.tuttostoria.net/storia-contemporanea.aspx?code=373

http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenza8a.htm

http://www.divisioneacqui.com/


ARTICOLO DI GUGLIELMO SALUSSOLIA DELLA CLASSE V A DEL LICEO CLASSICO