Socrate nasce ad Atene fra il 470 e il 469 a.C., il padre, Sofronisco, è uno scultore, mentre la madre, Fenarete, è una levatrice, da questo nasce il secondo momento del dialogo socratico, la maieutica, con la quale Socrate aiuta i suoi allievi a partorire le loro idee senza farlo per loro, come fa la levatrice quando aiuta una donna a partorire il suo bambino.
Socrate non lascia scritti perchè pensa che la ricerca della verità si possa stimolare solo con il dialogo vivo e non con qualcosa di scritto, quindi tutto quello che sappiamo di Socrate viene da testimonianze non sempre convergenti.
La prima testimonianza è quella di Aristofane, il quale sostiene che Socrate sia un intellettuale pericoloso in quanto miscredente, sempre occupato a indagare sulla natura, un chiacchierone che corrompe i giovani.
Tutte le altre testimonianze sono successive alla morte di Socrate. Policrate nell’Accusa contro Socrate lo accusa di essere un antidemocratico, Senofonte dà di Socrate l’immagine di un predicatore, un moralista, Platone ne fa il protagonista di quasi tutti i suoi dialoghi e infine Aristotele vede in lui lo scopritore del concetto.
Socrate concorda con i Sofisti il fatto che la verità assoluta non è accessibile all’uomo, con i sofisti condivide anche l’orizzonte degli interessi: non più la natura ma l’uomo e i suoi problemi. Comune a Socrate e ai sofisti è l’umanesimo, ossia l’idea che la cultura debba essere centrata sull’uomo.
Dei sofisti Socrate respinge però l’assenza di scrupoli morali e la scelta di insegnare a pagamento, l’uso del discorso come semplice tecnica di persuasione, il relarivismo e lo scetticismo.
Condannato a morte da un’assemblea democratica, Socrate muore nel 399 a.C. bevendo la cicuta.


ARTICOLO DI STEFANO GAGLIONE DELLA CLASSE III D DEL LICEO LINGUISTICO