Il Contesto

Rappresentazione del simposio,Anselm Feuerbach

Platone esprime il suo pensiero sull’eros platonico in uno dei suoi dialoghi più famosi composto intorno al IV secolo a.c;il Simposio,il nome non è una casualità,infatti in greco la parola simposio significa letteralmente:”bere insieme”.Quest’opera è ambientata dunque durante un banchetto,più precisamente nella fase finale,infatti ad Atene solitamente i banchetti,che potevano durare anche più giorni,erano divisi in due fasi principali.Nella prima si mangiava e si beveva esclusivamente acqua mentre nella seconda parte si poteva ascoltare musica,assistere a balli,o,come in questo caso,intraprendere delle discussioni.Le donne non erano ammesse,se non quelle che introducevano le discussioni,le etère appunto.Nel simposio di Platone il discorso avviene nel secondo giorno della seconda fase del banchetto,i commensali,che avevano bevuto molto il giorno prima,erano molto provati e decisero che nel secondo giorno avrebbero bevuto meno e discusso di più.I personaggi principali di questo dialogo sono sette,tra i quali:Socrate,Fedro,amico di  Pausania,Pausania,l’amante di Agatone,il medico Erissimaco,il commediografo Aristofane,Agatone,Alcibiade.La storia inizia una notte ad Atene mentre due amici, Apollodoro e Glaucone,stanno passeggiando per le vie della città,dopo un po’ di tempo Glaucone chiede ad Apollodoro di raccontargli del famoso banchetto che si svolse a casa di Agatone, gli dice che fu lo stesso Aristodemo a raccontargli del banchetto,che si era svolto svariati anni prima.Una sera Aristodemo incontrò Socrate e notò il suo aspetto molto curato,cosa non scontata per uno come lui,dopo avergli chiesto spiegazioni,scopre che si sta recando ad un banchetto organizzato a casa di Agatone,un tragediografo che aveva partecipato alle Lenee o alle grandi Dionisie vincendo, e per festeggiare aveva organizzato questo banchetto.Socrate invitò Aristodemo che lo seguì incuriosito,tuttavia il filosofo,giunto all’entrata della casa di Agatone fu colto da alcuni dei suoi pensieri e si fermò lì per riflettere.Aristodemo,pur non partecipando al banchetto,ascolto ciò che veniva detto da lontano,i commensali accolsero la proposta di Fedro,tenere un discorso avente come oggetto un elogio a eros.

Il discorso

I commensali dovevano tenere il discorso a turno,il primo a iniziare fu Fedro,che aveva scelto l’argomento e poi si proseguì in senso antiorario:

ricostruzione,anche se parziale,della disposizione dei partecipanti al simposio

 

 

Fedro

rappresentazione di Fedro

Fedro era un grande amico di Socrate e amava molto i suoi discorsi,una delle sue passioni era memorizzare le parti dei dialoghi che più gli piacevano per poi recitarle.Nel suo discorso sostiene che Eros sia il più antico tra gli dei,citando Esiodo e Acusilao,che nelle loro opere riguardanti l’inizio del  mondo citano la terra e il Caos,e dunque anche amore.Dice poi che è proprio Eros che spinge colui che ama e colui che è amato a lottare e a confrontarsi in coraggio,valore e nobiltà d’animo,sostiene infatti che se gli eserciti fossero tutti formati da amanti e amati sarebbero impossibili da sconfiggere.Fedro non fa dichiarazioni sconcertanti sull’amore,si limita piuttosto a fare pochi esempi e alcune considerazioni che sembrano quasi scontate.Tra gli esempi da lui fatti raccontati nel simposio ci sono quelli di Alcesti e Achille,la prima riuscì ad amare il suo sposo più di quanto lo amassero i genitori,il secondo sacrificò la sua vita per vendicarsi del suo amante Patroclo.La parte maggiormente interessante del suo discorso probabilmente è alla fine quando viene stravolto un concetto greco radicato da anni secondo il quale l’amato è superiore all’amante perchè non è soggetto ai tormenti dell’amore,ed è per questo che l’uomo greco ha sempre preferito la donna,nel discorso di Fedro invece la superiorità ce l’ha l’amato che ama a sua volta,come Achille.Nel concludere il discorso pronuncia una frase per sottolineare quanto Amore sia importante:

“Così io sostengo che Amore è il più antico fra gli dei,il più meritevole di onore e quello che è più padrone di spingere gli uomini,da vivi e da morti,all’acquisto della virtù e della felicità”                                                                                                                                                                        (Simposio 180b)

 

Pausania

Pausania,sofista e politico,secondo molti aveva dei rapporti omosessuali con Agatone,nell’Atene del tempo i rapporti omosessuali tra le classi sociali più elevate erano concessi,ma potevano essere consumati se una delle due persone era più anziana dell’altra,in modo che il giovane potesse essere istruito.Pausania distingue l’Eros in due forme differenti:l’Amore celeste,la forma più pura,alta e l’Amore terreste,quello legato solamente all’attrazione del corpo e dunque alla passione carnale,malvisto.L’Amore terreste preferisce le donne mentre quello celeste tralascia l’attrazione corporale.Nel finale del suo discorso tenta di dare una spiegazione all’Amore omofilo facendo alcuni esempi selle varie leggi,scritte e non,presenti in Grecia sull’argomento.

 

Erissimaco

Dettaglio,Erissimaco

 

 

Il medico Erissimaco prese la parola al posto di Aristofane,che viene improvvisamente colto dal singhiozzo e dunque parla per terzo.Si trova d’accordo con la teoria di Pausania di una duplice forma di Eros ma la pensa diversamente per quanto riguarda l’Amore terrestre,non lo ritiene un’amore solamente attratto dal desiderio carnale,ma portatore di disordine.In quanto medico,considera l’amore un fenomeno naturale.Sempre,come Pausania,alla fine dell’opera cerca di trovare una giustificazione all’amore omofilo.

 

 

 

Aristofane

Aristofane

Per quarto parla Aristofane,che racconta ciò che pensa di Eros attraverso un mito,il mito dell’Androgino.Quando il mondo fu creato,gli esseri umani erano differenti da quelli che siamo abituati a vedere noi oggi,infatti erano formati da due umani attuali uniti insieme nella parte frontale.Erano di tre diversi generi,maschio,femmina e androgino,mezzo uomo e mezza donna.La forma degli uomini era circolare,quattro gambe,quattro braccia,due visi,quattro orecchie,due organi genitali,erano dunque esseri perfetti.A causa della loro tracotanza Zeus fu costretto a dividerli per non rischiare che tentassero di combattere con gli dei per il potere,ma non li uccise,anche perchè erano l’unica forma vivente che venerava gli dei.A causa di questa divisione le due parti tentavano disperatamente di ricongiungersi abbracciandosi,morendo successivamente.Così,secondo l’idea di Aristofane,Zeus inviò Eros sulla terra perchè gli uomini,attraverso il congiungimento fisico potessero sentirsi uniti come nel principio.Ecco una frase del discorso di Aristofane:

“Questo è il motivo per cui la nostra natura antica era così e noi eravamo tutti interi:e il nome d’amore dunque è dato per il desiderio e l’aspirazione all’intero”                                                                                                                                                                                                (Simposio 192e)

 

Agatone

Agatone

 

 

Il padrone di casa parla per quinto,al posto di Socrate,che è ancora all’entrata assorto nei suoi pensieri,probabilmente il discorso di Agatone è il più scadente.Definisce Amore il dio più bello e nobile,senza dare una vera e propria spiegazione ma dice che è il più bello perchè è così e basta,dice che è il più giovane tra gli dei.Afferma poi che tra bellezza e bruttezza vi è sempre guerra proprio perchè il simbolo della prima è proprio Amore,inoltre non fa ingiustizie e non ne subisce poichè le virtù che lo contraddistinguono sono:giustizia,sapienza,potenza,moderazione.

 

 

Socrate

Socrate

Finalmente Socrate rientra,proprio dopo il discorso di Agatone,che andrebbe a lungo rivisto e probabilmente criticato,ma Socrate sa di non poterlo criticare in quanto criticherebbe il padrone di casa.Così decise di correggere ciò che Socrate aveva detto facendo finta di riportare le parole di una donna,Diotima,sacerdotessa di Socrate che fu maestra per lui per quanto riguarda Eros.A differenza degli oratori che lo avevano preceduto non assegnò ad Amore i complimenti e benefici migliori ,ma si limitò a fare come aveva sempre fatto,cioè a raccontare la verità.Secondo la sacerdotessa,Eros è figlio di povertà ed espediente (Penìa e Poros),la prima approfittò del fatto che Poros si fosse ubriacato ad un banchetto in onore di Afrodite,in cui Penìa si era recata per cercare gli avanzi sotto il tavolo.Eros è un essere intermedio tra un dio e un umano,un demone che ha qualità positive e qualità negative.Dal padre ereditò l’abilità di insinuarsi da qualsiasi parte,dalla madre ereditò il desiderio,la mancanza.Oltretutto Eros era protetto da Afrodite,perchè venne concepito durante una festa in suo onore e quindi  è legato anche alla bellezza,possiamo quindi dire che Eros è composto dal desiderio,dalla capacità di insinuarsi ovunque e infine dalla bellezza.Amore non viene identificato con l’amante,bensì con l’amato.Ma cosa spinge l’amante verso l’amato,in un primo momento si pensa all’attrazione della bellezza ma gli uomini si possono distinguere in due categorie,quelli fertili nel corpo che cercano una donna con cui avere una famiglia e quelli feritili nell’anima che sono in cerca di un’anima con cui unire la propria e chi riuscirà a raggiungere questo livello di Amore capirà che l’amore fisico in confronto vale ben poco.Quindi Socrate indirettamente fa comprendere agli altri di aver attribuito false qualità a Eros.

La conclusione del Simposio

Dopo il discorso di Socrate irrompe nella stanza Alcibiade ubriaco,che dopo aver litigato brevemente con Socrate gli mostra tutta la sua gratitudine per essergli stato maestro e per averlo salvato in battaglia.Lo paragona a un sileno,una statuetta bruttissima ma che al suo interno conteneva una statua bellissima raffigurante un dio,sottolineando la grandezza interiore del filosofo.


 

SITOGRAFIA

https://www.skuola.net/filosofia-antica/platone-simposio.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Simposio_(dialogo)


ARTICOLO DI CESARE FINCO DELLA CLASSE III B DEL LICEO CLASSICO