Tommaso Campanella nasce in Calabria nel 1568 e appena quattordicenne entra nell’ordine domenicano cambiando il suo nome in Giovanni Domenico, quello con il quale viene ricordato.
Nella sua filosofia si intrecciano due motivi fondamentali, quello politico e quello naturalistico. Per il primo aspetto cerca di tradurre i progetti utopistici affidati alla Città del Sole, scritta nel 1602, in intervento concreto, prima con appelli ai principi italiani, con Discorsi ai principi d’Italia, scritto nel 1594 e poi con la partecipazione a una congiura antispagnola che nel 1599 gli vale l’arresto per sedizione ed eresia. Resta in carcere fino al 1626 e in questo periodo scrive le sue opere più importanti, la Città del Sole, il De sensu rerum et magia, scritto nel 1604, la Metaphysica, scritta nel 1623 e una Apologia pro Galileo nel 1616 in occasione del primo processo.
Campanella nella sua opera principale, De sensu rerum et magia, sostiene che in natura tutto è animato e tutto ha senso.
Questa è la tesi di fondo intorno alla quale Campanella sviluppa una visione del mondo caratterizzata da una stretta unità tra gli esseri, che interagiscono sulla base di sentimenti di simpatia e di antipatia, consapevoli di sé e delle relazioni con il resto della natura.
La natura non ha soltanto senso, ma ha anche consapevolezza del proprio fine e opera per raggiungerlo.
Nel mondo descritto da Campanella non c’è spazio per cause efficienti ma ogni evento naturale avviene in vista di un fine e ogni essere opera per svolgere la propria parte nel progetto complessivo.
La sensibilità secondo Campanella è in tutte le cose, in quanto dipende dal calore.
Campanella sostiene anche la sensibilità negli animali, mettendo in luce come in molti dia origine non solo alla memoria, ma anche al discorso, e che quindi quest’ultima non sia una caratteristica peculiare dell’uomo.
La sensazione presuppone la conoscenza di sé, che non deriva dalle cose ma è innata. Nel ricevere una sensazione siamo da essa modificati e avvertiamo tale cambiamento, quindi non sentiamo il caldo ma noi stessi riscaldati.
Il punto di partenza di Campanella è quindi il soggetto. La conoscenza di sé è più certa di quella delle cose, che a differenza di quanto sosteneva Telesio, si rivelano parzialmente e confusamente.
Attraverso la conoscenza di sé l’uomo è anche consapevole delle tre funzioni che formano l’essenza della propria anima, la sapienza, la potenza e l’amore.
Campanella muore nel 1639.


ARTICOLO DI STEFANO GAGLIONE DELLA CLASSE IV D DEL LICEO LINGUISTICO