ERASMO DA  ROTTERDAM

Erasmo da Rotterdam nacque a Rotterdam (o a Gouda), nei Paesi Bassi, il 27 ottobre 1467, è stato un umanista, filosofo, teologo e saggista. Battezzato con il nome di Erasmo, adottò in seguito il secondo nome di Desiderio con il quale firmò tutti i suoi scritti sotto il nome di Desiderius Erasmus.
É ampiamente riconosciuto come il maggiore esponente del movimento dell’Umanesimo Cristiano.

Orfano di padre e di madre, entrò a 12 anni nel convento agostiniano di Emmaus (o Steyn), nei Paesi Bassi, e in 5 anni vi acquistò una precoce erudizione classica e i primi rudimenti critici, nell’attenta lettura delle opere di Lorenzo Valla. Nel 1492 fu ordinato sacerdote da Enrico di Bergen, vescovo di Cambrai, del quale divenne subito dopo segretario, pur mantenendo l’abito religioso (che fu autorizzato ad abbandonare soltanto nel 1517). Cominciò allora la sua vita di viaggi: prima in Francia (1494-99: Parigi e Orléans), poi in Inghilterra(1499-1500), dove conobbe John Colet e Tommaso Moro; dal 1502 è a Lovanio, quindi (1505) in Inghilterra di nuovo. Nel 1506 viene in Italia, e vi rimane tre anni. La laurea in teologia a Torino, grandi onori a Bologna e a Roma, l’amicizia con Girolamo Aleandro, Celio Alcagnini, Egidio da Viterbo, Scipione Forteguerri, Bernardo Rucellai e molti altri, insieme al lavoro umanistico, lo studio del greco con G.Lascaris e Marco Musuro, l’attività editoriale a Venezia presso gli Aldi, fan sì che quando nel 1509 E. lascia l’Italia la sua fama è grandissima: vi era giunto autore degli Antibarbari, degli Adagia (1500), dell’Enchiridion militis christiani (1504), i primi frutti dell’umanesimo erasmiano.
Ideale discepolo di Valla, Erasmo ne attenuava lo slancio razionalistico, dando invece rilievo all’esercizio storico-filologico, all’interesse linguistico, alle innovatrici preoccupazioni etiche – un motivo quest’ultimo sul quale si innestò agevolmente l’influsso etico-teologico del Colet. Pertanto la dura polemica degli Antibarbari contro la teologia “barbarica” del Medioevo scolastico s’appoggia per un lato sull’erudita raccolta degli Adagia che s’accrescerà significativamente negli anni e nelle edizioni successive; per l’altro lato si sviluppa positivamente nell’Enchiridion come aspirazione programmatica all’alleanza umanistica fra eruditio e pietas, suggerita dall’esperienza criticamente vissuta dell’ideale classico. Nella maturazione di questo processo psicologico e culturale aveva avuto decisiva importanza il viaggio in Italia; come è dimostrato dal fatto che, tornandone, Erasmo scrisse l’opera sua meritatamente più celebre, l’Elogio della pazzia (1509), satira sferzante della presunzione teologica e scolastica, della scandalosa immoralità del clero, dell’indegnità della Curia, sempre in nome di quella nuova visione umanistico-religiosa che in lui riassume l’avversione umanistica per la sottigliezza scolastica, l’impulso etico-pratico della Devotio Moderna e la religione platonica del circolo ficiniano. L’Elogio fu scritto in Inghilterra, dove Erasmo insegnò teologia a Cambridge; nel 1514 però, per sollecitazione dell’editore Johann Froben, egli si ristabilì a Basilea impegnandosi per lunghi anni in un difficile lavoro filologico.
Gli anni dal 1519 al 1522 furono anni tragici per Erasmo e per l’Umanesimo europeo: sotto l’impulso della Riforma denunciante le antitesi che l’Umanesimo tentava di conciliare, il cristianesimo protestante e il cristianesimo cattolico costringevano a una scelta decisiva. L’esitazione di Erasmo, la sua insistenza nel compromesso, la divisa simpatia per certi aspetti dell’una e dell’altra parte, sono meno un fatto di psicologia individuale che, ancora una volta, il segno d’una crisi culturale in lui simboleggiata.
Col De libero arbitrio (1524) mosse ad attaccare Lutero; alla risposta di questo (De servo arbitrio, 1524) oppose un violento Hyperaspistes (1525); la polemica continuerà a colpi alterni.
Erasmo era cattolico: ma non fu, la sua, una scelta teologica, quanto il ripudio d’una rivolta che nel suo carattere estremo minacciava di travolgere i valori universali di concordia, di civiltà, di humanitas. Morto il Froben (1527), Erasmo era tornato nei Paesi Bassi; passando per il Belgio, tornò a Basilea, ma la Riforma lo costrinse (1529) a passare a Friburgo. Due anni dopo però era di nuovo a Basilea, dove morì nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1536.

I COLLOQUI

I colloqui raccolgono una quarantina di dialoghi del grande umanista di Rotterdam.
Pubblicati nel 1518 all’insaputa di Erasmo, furono poi oggetto nel 1519 di un’edizione autorizzata che subì revisioni, ampliamenti e rifiniture fino al 1533. I testi presentano una grande varietà di temi e di stili, dall’invettiva erudita e colta tipica del primo rinascimento alla rappresentazione di tono popolare e macchiettistico.
Richiamandosi all’autentico spirito del Vangelo e alla secolare tradizione cristiana, Erasmo smaschera il culto dei santi e altre false pratiche liturgiche diffuse fra gli ordini religiosi, si scaglia contro la guerra e il mestiere del soldato e contro le monacazioni forzate, denuncia l’ignoranza da parte del clero di una corretta esegesi biblica fondata su basi filologiche e non risparmia strali polemici alle dottrine di Lutero e Zwingli.

-Linguaggio e tono dell’opera

Sfavillanti, argute e sarcastiche fino all’irriverenza, queste numerose conversazioni ripropongono, con la vivacità drammatica della forma dialogica, l’Erasmo lucido e caustico degli Adagia e dell’Elogio della follia che contempla con ironia l’insensatezza dei comportamenti umani dominati dall’abitudine, dalla paura, dalla superstizione e dai riti.

-Il successo, la diffusione e le controversie

I Colloqui ebbero varie edizioni: quella del 1522 raggiunse le 24.000 copie. Il libro si vendeva e si leggeva nelle maggiori capitali europee come a Londra, Parigi e Vienna ma anche in altre città importanti come Francoforte, Anversa, Cracovia, Lipsia, Magonza. Nonostante questo incredibile successo, l’opera fu attaccata con veemenza sia da Lutero, che definì Erasmo un ateo nemico di Dio, sia dalla Chiesa cattolica (Controriforma). Tutte le opere di Erasmo, Colloqui compresi, furono inserite nell’Indice dei libri proibiti istituito nel 1559.(L’indice dei libri proibiti fu un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato proprio nel 1559 da papa Paolo IV).


SITOGRAFIA 

https://it.wikipedia.org/wiki/Erasmo_da_Rotterdam

https://www.garzanti.it/libri/erasmo-da-rotterdam-i-colloqui-9788811811756


ARTICOLO DI MARCO RIMINI DELLA CLASSE IV I DEL LICEO LINGUISTICO