Thomas More, italianizzato Tommaso Moro è un grande umanista e filosofo inglese; nato a Londra nel 1478 nel 1520 entrò a far parte della corte di Enrico VIII dove venne nominato cavaliere; il suo percorso da studioso invece, iniziò proprio dall’umanesimo. 

Fu un grande amico di Erasmo da Rotterdam, un famoso umanista olandese, che nel 1511 pubblicò il suo scritto più famoso “Elogio alla follia” il quale è una dedica proprio a Moro, ciò rende quindi l’opera un discorso tra umanisti.

Tommaso Moro scrive un opera intitolata “L’Utopia”,  pubblicata nel 1516 che è una critica al regno di Enrico VIII; Utopia è una parola derivante dal greco che vuol dire “où” (non ha luogo) e “eu” (il miglior luogo) più “tópos” (luogo), quindi il luogo che non c’è ma dovrebbe esserci. 

In quest’opera Moro immagina una spedizione nel viaggio di Amerigo Vespucci, dove c’è un filosofo, chiamato Raffaele, il quale scrive un diario di bordo, nel quale racconta tutto ciò che vede e gli succede. In questo diario racconta di essere sbarcato su un’isola di nome Utopia, che sarebbe il sogno umanista proprio di di Tommaso di un paese dove si vive e si lavora in pace; quest’isola è divisa in 54 città, che rappresentano le 54 contee della Bretagna, Raffaele visita la capitale chiamata “Amauroto” che significa “evanescente” perciò che c’è e che non c’è, come un miraggio. In questa città scorre un fiume di nome “Anidro” ossia “senza acqua”, e ha un principe che si chiama “Ademo” che significa “senza popolo”. Gli abitanti di quest’isola si chiamano Utopi, i quali hanno una vita molto schematica e precisa: lavorano sei ore al giorno, il resto della giornata lo utilizzano per leggere, studiare e parlare tra di loro; non esiste la proprietà privata. I metalli e le pietre preziose vengono trattati con disprezzo, gli schiavi vestono con tuniche in oro indossano accessori in metallo e in pietre preziose, gli schiavi di Utopia però, non sono dei prigionieri di guerra, ma bensì degli topi che hanno commesso un reato. Infine ci sono dei controllori, chiamati “Sifogranti”che per l’appunto hanno il compito di vigilare tutti gli abitanti che lavorino e che svolgano il proprio compito.

Ma chi controlla i controllori? Il problema di “Utopia” è proprio questo, ossia che Moro per quanto si possa essere impegnato per dipingere la società ideale, in realtà non risolve nulla perché i controllori essendo umani potrebbero essere benissimo soggetti a corruzione o a quant’altro. Tutti gli Utopi essendo pacifisti tengono i denari che guadagnano dal lavoro per in caso di guerra, chiamare dei mercenari che li difendano; l’ingenuità di Moro è pensare che se qualcuno è mandante di un omicidio quel qualcuno non sia colpevole.        


ARTICOLO DI PIETRO RAMELLA DELLA CLASSE IV D DEL LICEO LINGUISTICO


Sitografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Moro#L’Utopia                                                                                    – https://it.wikipedia.org/wiki/Erasmo_da_Rotterdam