I filosofi sono spesso considerati seri, marmorei, inflessibili, quasi persone al di sopra dell’umana comprensione; eppure, la storia ci ha molte volte insegnato tutto l’opposto! Eccomi dunque con la top 10 caratteristiche e aneddoti più strani e divertenti dei filosofi di ogni luogo ed ogni epoca!

10: La scarsa lungimiranza di Lowith

Il filosofo tedesco Karl Lowith (1897-1973) divenne famoso per le sue opere “Da Hegel a Nietzsche” (1941), nella quale analizzava il pensiero filosofico dopo la scomparsa di Hegel e “Significato e fine della storia” (1949), nel quale critica aspramente la filosofia della storia (ovvero la disciplina filosofica che analizza tutti gli eventi storici e cerca di trarne significati teologici).

Il filosofo, però, si ritrovò ad essere ebreo nel momento meno opportuno per esserlo: il terzo reich; non potendo, per ovvie ragioni, rimanere in patria, decise di fuggire all’estero, ed è qui che le cose si fecero tragicomiche.

Il povero Lowith, con poca lungimiranza, cercò di rifugiarsi prima in Italia e poi in Giappone, le stesse nazioni che, insieme alla Germania, formarono il Patto Tripartito nel 1940.

Lo scrittore, però, nel 1941, riuscì a rifugiarsi negli Stati Uniti e a sopravvivere alla guerra, dunque la sua, più che una sventura, fu solo un enorme rischio che si tradusse in nulla di concreto, questo fa aggiudicare a Karl Lowith il gradino più basso della classifica.

 

 

 

9: I deliri di Bloch e Benjamin

La nona posizione è occupata non da uno ma da ben due filosofi e scrittori tedeschi: Ernst Bloch (1885-1977) e Walter Bendix Schoenflies Benjamin (1892-1940), due filosofi Marxisti e comunisti, legati da una grande stima reciproca. Scrissero moltissime opere su vari argomenti, come il pacifismo di Bloch, documentato nel suo libro “Spirito dell’Utopia”, (1917) e la critica alla violenza giuridica (cioè la violenza applicata dallo stato attraverso l’isitituzione ed il mantenimento del vincolo che il diritto ha sulle persone), sostenuta da Benjamin in “Per la critica della violenza” (1920).

Ciò che li fa entrare nella nostra classifica è un evento isolato che però difficilmente verrà dimenticato.

Nel 1927, i due filosofi accettarono di sottoporsi ad un esperimento scientifico: provare dell’hashish per testarne gli effetti sull’uomo.

I due, da quanto ci giunge scritto dai verbali, impazzirono dopo non molto tempo e la scena che si creò  fu incredibile: Bloch iniziò a parlare un italiano perfetto credendo di vedere i poeti Dante Alighieri e Francesco Petrarca, mentre Benjamin andava in giro per la stanza, fermamente convinto di essere Rasputin, il celebre “Monaco pazzo” russo.

Bloch e Benjamin avranno anche dato vita ad una scena indimenticabile, ma si trattò solo di un evento particolare ed isolato; altri filosofi, più avanti, faranno degli atteggiamenti strani uno stile di vita.

 

8:  La ferrea routine di Kant

Altra posizione, altro filosofo tedesco! Immanuel Kant (1724-1804), uno dei più celebri illuminsti tedeschi della storia, era famoso per il suo pensiero, basato totalmente sulla deduzione, che aveva posto per la prima volta in assoluto limiti e condizioni agli ambiti conoscitivi teoretici (del sapere), pratici (del fare) ed estetici (dello sperare).

Questo filosofo, però, aveva anche un atteggiamento preciso e meticoloso, tanto che, come ci dice lo scrittore Thomas De Quincey nel libro “Gli ultimi giorni di Immanuel Kant”, in età avanzata, aveva adottato una routine giornaliera fissa e quasi immutabile, in cui non solo le azioni, ma anche le parole e persino i pensieri erano pressochè gli stessi.

La routine comprendeva l’alzarsi alle 5:55, con sveglia data dal maggiordomo sempre con la stessa frase (“Signor professore, è l’ora”), fare colazione, uscire per andare a fare lezione, rientrare, pranzare (sempre, ci dice De Quincey, con un numero di commensali non inferiore a tre e non superiore a nove), andare a fare una passeggiata in religioso silenzio respirando solo con il naso, dimodochè l’aria giungesse ai polmoni più calda, tornare a casa, andare nello studio, mettersi vicino alla stufa, preparare la lezione del giorno successivo, e, allo scoccare delle 22, spogliarsi ed andare a dormire.

Sebbene questa routine, come è normale che sia, fosse sottoposta a sporadici cambiamenti, Kant la seguiva con una precisione tale che si mormora che gli abitanti della sua città, Konigsberg, vedendolo passare, regolassero gli orologi!

Kant avrà anche avuto una routine quasi inflessibile, ma in fondo non faceva nulla di troppo strano, il che gli fa aggiudicare solamente l’ottavo posto nella nostra classifica; credetemi, questo non è ancora nulla rispetto a ciò che vedremo più avanti.

 

7: Il/i barboncino/i di Schopenhauer

In Germania eravamo e in Germania ancora una volta restiamo, ma questa volta di Arthur Schopenhauer (1788-1860) parliamo! Questo famoso pessimista, si fece ricrodare ai posteri per il suo pensiero, secondo il quale il mondo poteva essere visto come rappresentazione (cioè nel modo fittizio, quello che noi costruiamo usando il rapporto causa-effetto, il modo razionale insomma) o volontà (cioè nel modo per il quale, secondo Schopenhauer, il mondo gira sul serio, ovvero quello irrrazionale che si basa interamente sulla nostra volontà).

Il filosofo, però, dato il suicidio del padre ed il rapporto conflittuale con la madre, crebbe e visse con un costante desiderio di avere un compagno di conversazioni, qualcuno con cui sfogarsi, con cui ridere e con cui piangere, un migliore amico insomma.

Questo compagno lo trovò, peccato che fosse un cane, anzi, probabilmente più di uno.

Tutti quelli che conoscevano questo scrittore conoscevano anche il suo barboncino Brahman (nome per le occasioni formali) Atman (nome per le conversazioni informali), da cui non si separava quasi mai; ciò che invece molti non sapevano è che Schopenhauer adottò per il suo adorato cane il “meccanismo del pesce rosso”, ovvero, quando il suo migliore amico morì, Schopenhauer comprò un altro barboncino identico, gli dette gli stessi nomi e lo portò in giro con nonchalance !

Ciò che rende questo comportamento ancora più strano è il pessimismo cosmico che caratterizzava Arthur; il filosofo, infatti, era della ferrea opinione che ogni creatura nella vita dovesse provare dolore.

Ok, il pessimista animalista ci mancava, ma almeno Schopenhauer non si separava mai da una creatura vivente e senziente, non come un altro suo connazionale, protagonista della prossima posizione, che portò all’ennesima potenza il concetto di “oggetto caro”.

 

6:  Hegel e i suoi strani atteggiamenti domestici.

Eccoci qui, come promesso, ora tocca a Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831). Il più famoso idealista tedesco, e forse del mondo, non ha certo bisogno di presentazioni, ancora oggi milioni di studenti si scervellano sulla sua visione ottimistica della realtà, vista come progetto divino che si porta a compimento.

A prima vista, Hegel sembrava lo stereotipo del filosofo calmo ma risoluto, peccato che, nell’ambito domestico, possedesse strane abitudini ed atteggiamenti che lo fanno entrare di diritto nella nostra classifica.

La più famosa, forse, delle sue abitudini strane, era la sua tendenza ad indossare in ogni momento possibile la sua camicia da notte ed un particolare cappello nero, anche di giorno!

Hegel amava anche molto la libertà ed aveva seguito con morboso interesse gli eventi della rivoluzione francese, al punto da non solo far costruire un “albero della libertà” nel collegio dove lavorava a tumulti conclusi, ma anche da stappare personalmente una buona bottiglia di vino bianco ogni 14 luglio, l’anniversario della presa della Bastiglia, per festeggiare.

L’ultimo strano aspetto del suo carattere in ambito domestico era di sicuro la sua distrazione; un giorno, infatti, la sua casa prese fuoco, un maggiordomo si precipitò ad avvertirlo dell’imminente pericolo, ciò che si sentì rispondere ha dell’incredibile: “Informa mia moglie. Non sai che è lei che si occupa delle faccende di casa?”

 

Siamo a metà strada nella nostra classifica di comportamenti e aneddoti più strani dei filosofi, abbiamo visto 6 filosofi tedeschi uno più strano dell’altro tra carenze di lungimiranza, barboncini rimpiazzati e camicie da notte adorate, ma se fino ad ora la classifica vi ha stupito, le prossime 5 posizioni vi scioccheranno!

5: Alì Voltaire e i 40 caffè

Finalmente ci spostiamo dalla Germania per parlare di François-Marie Arouet, per gli amici, Voltaire (1694-1778), che occupa la quinta posizione! Molti studiano o hanno studiato le opere di questo filosofo, storico, drammaturgo e saggista francese, memorizzando il suo pensiero fortemente illuminista che esaltava moltissimo la ragione, talmente tanto, da procurargli non pochi problemi con la chiesa e la politica.

Per buona parte della sua vita, infatti, la chiesa cattolica non solo censurò ogni suo trattato, ma lo costrinse a lasciare anche la Francia in più occasioni per cause giuridiche; addirittura, si dice, gli chiesero di confessarsi in punto di morte,cosa che si rifiutò di fare, capendo che la chiesa aveva intenzione di usare subdolamente la sua eventuale confessione come mezzo di propaganda della sua conversione.

Il fatto dell’essere sempre circondato da persone non disposte nemmeno lontanamente ad ascoltare le sue idee lo faceva alquanto stizzire, per usare un eufemismo, e sconfortare, al punto che probabilmente sarebbe caduto in depressione se non fosse stato per una sua piccola dipendenza.

Voltaire infatti mostrava di avere sempre bisogno di caffè, addirittura confessò di berne dalle 40 alle 50 tazzine al giorno, circa al limite dell’umanamente possibile!

La motivazione di questo comportamento risiede nella risposta che egli stesso dava a chi gli chiedesse la causa della sua dipendenza “Bevo tutto questo caffè per pensare a come poter combattere meglio i tiranni e gli imbecilli”

Voltaire sarà anche stato un caffeinomane, ma sembra che questa abitudine non abbia nuociuto molto ne a lui (morì a 84 anni) ne a chi lo circondava; più avanti vedremo certi personaggi che facevano ammattire chiunque con le loro pazzie.

 

 

4: Nietzsche e il collasso mentale a Torino

Per la quarta posizione, torniamo ancora una volta in Germania per parlare del filosofo dal cognome più complicato di sempre, Friedrich Nietzsche, uno dei filosofi contemporanei più famosi di sempre, grazie al suo pensiero completamente diverso da quello di quasi tutti i filosofi precedenti, che gli permise di essere una specie di ponte tra il concetto tradizionale della filosofia, ed un nuovo tipo di pensiero molto più provocatorio.

Questo filosofo, soffriva però di molte malattie, tra le quali una patologia neurologica che lo avrebbe portato ad impazzire completamente nel 1889, non è chiara l’entità del collasso mentale.

Alcuni dicono che il collasso mentale dello scrittore del 1889, avvenne ufficialmente quando, uscendo dalla sua abitazione di Torino, vedendo un vetturino frustare un cavallo, si precipitò verso di lui, iniziò ad abbracciare e baciare l’animale, ed infine cadde a terra svenuto. La veridicità di questo avvenimento è tutt’oggi contestata ma l’aura leggendaria di cui si ricoprì ispirò vari racconti e persino il film ungherese ” A torinòi lò” (il cavallo di Torino).

Comunque, c’è chi dice che questo avvenimento sia sì avvenuto, ma nel 1888, un anno prima del collasso di Nietzsche (quindi l’episodio sarebbe stata la normalità per lo scrittore?!), mentre nel 1889 sia “semplicemente” accaduto che il filosofo, a Torino, ruzzolò giù da una scalinata in pubblico e, una volta tornato a casa, passò due giorni coricato sul divano a parlare da solo e scrivere.

Bisogna dire che Nietzsche era ben strano, anzi, se non avesse avuto una giustificazione per i suoi atteggiamenti nella malattia mentale, sarebbe probabilmente sul podio. Tuttavia, anche uno come il filosofo (forse) più pazzo di sempre deve inchinarsi davanti a colui che detiene la terza posizione.

 

Siamo arrivati al podio della classifica, finora abbiamo visto o aneddoti, o piccole abitudini strane ma pressochè ininfluenti nel quotidiano, coloro che si sono aggiudicati le tre medaglie, invece, fanno delle loro stranezze un vero marchio di fabbrica.

 

 

 

3: I bizzarri gusti di Cartesio

Medaglia di Bronzo per il filosofo e matematico francese René Descartes (1596-1650), conosciuto in Italia come Renato Cartesio.  Questo filosofo è ancora oggi noto come il padre della filosofia post-medievale, grazie al suo particolare Cartesio - Wikipediapensiero che univa la matematica con la filosofia.

Descartes pensava ,infatti, che il sapere fosse facile da scoprire, purchè si disponesse di un metodo d’indagine basato sull’aritmetica e la geometria.

Ciò che fa entrare Cartesio in classifica sono i suoi bizzarri gusti in ambito di donne (almeno per un periodo della sua vita): da bambino fino alla prima età adulta, infatti, il matematico era stato attratto dalle donne strabiche!

Descartes stesso, in una lettera alla regina Christina di Svezia (1626-1689), afferma che questa strana predilezione derivava da una sua cotta infantile: da bambino, infatti, si era innamorato perdutamente di una bambina strabica e da allora aveva sviluppato un sentimento speciale per ogni donna con quella particolarità.

Cartesio avrà anche avuto un gusto particolare, ma non è nulla rispetto alla fobia di un suo conterraneo, che occupa il secondo gradino del podio.

 

 

 

2: La fobia di Sartre

A vincere la medaglia d’argento, è il filosofo, scrittore e drammaturgo francese Jean-Paul Sartre (1905-1980), famoso per aver mirabilmente cercato di unire in un unico pensiero collettivismo e individualismo, comunismo e libertà umanistica. I suoi testi ebbero un impatto così grande nel XX secolo che gli fu offerta la Legion d’onore (la più alta onorificienza della repubblica francese) nel 1945, che rifiutò, e il premio nobel per la letteratura nel 1964, che accettò.Jean-Paul Sartre

Sartre, in realtà, aveva un aspetto fisico che lo rendeva già difficile da prendere sul serio: cieco dall’occhio destro, strabico e con occhiali spessissimi, guardarlo in faccia doveva essere ben strano (e guardarlo negli occhi impossibile)!

Il suo aspetto fisico, però, non è la causa della sua presenza qui ed ora, bensì una sua piccola fobia.

Il filosofo, infatti, era letteralmente terrorizzato dai crostacei! Proprio così, se Sartre vedeva (ammesso che ci riuscisse) un granchio o un’aragosta impazziva dalla paura!

La causa di questa fobia è da ricercarsi nella sua infanzia, quando, da bambino, vide un quadro rappresentante una chela che trascinava un uomo in fondo al mare; ciò gli procurò un trauma e da allora ebbe una paura estrema di ogni creatura marina dotata di chele. Nel quadro, infatti, non si vedeva a che animale appartenesse l’enorme tenaglia, quindi Sartre estese la sua paura ad un’intera classe di animali.

Camittico - Il frutto del mare più buono - Crostacei

Bene, siamo giunti finalmente sul gradino più alto del podio, finora abbiamo visto di tutto, dai barboncini ai deliri, dagli abbracci ai ronzini alle camicie da notte. Ora però, tocca al più pazzo tra tutti, a colui che viveva abitualmente di atteggiamenti strani e perversi, a colui che merita la medaglia d’oro della nostra classifica.

 

 

1: Diogene di Sinope, detto “Il Socrate pazzo”

Il primo posto della classifica non poteva che spettare a lui, Diogene di Sinope (412 a.C- 323 a.C), il filosofo cinico che fa impallidire ogni altro personaggio visto in questa lista per un semplice fatto: le sue stranezze non si limitano ad un aspetto Il filosofo che cercava l'uomo: DIOGENE DI SINOPEdella vita, erano la sua vita stessa.

Questo filosofo ebbe una vita lunga ma molto travagliata: dovette lasciare la sua città natale Sinope (nel Ponto) per non finire in carcere come suo padre, accusato di contraffazione di monete. Giunto ad Atene, venne piantato in asso dal suo schiavo Mane, che fuggì. Successivamente, dopo essersi guadagnato una certa fama come filosofo estremizzando gli insegnamenti di semplicità del discepolo di Socrate Antistene (del quale divenne allievo nonostante quest’ultimo non lo sopportasse), venne rapito dai pirati, venduto come schiavo ad un uomo di Corinto. Questa, almeno,  parrebbe la versione ufficiale; Diogene Laerzio, che documentò la vita di questo pazzoide, racconta che fu il suo omonimo di Sinope stesso, a Corinto, ad indicare il suo futuro padrone, Seniade, e a dire all’araldo che lo interrogava sulle sue capacità: “Vendimi a quest’uomo: ha bisogno di un padrone”, del quale poi divenne tutore dei figli, amministratore domestico e grandissimo amico, per poi morire alla veneranda età di 89 anni.

Che dire, la sua vita già di per sè fu strana, eppure, a renderla ancora più strana fu il suo modo di viverla cDiogene di Sinope - Wikiquotehe si basava su una sola parola: Semplicità.

Diogene, infatti, visse in una botte per quasi tutta la sua vita, inizialmente servendosi solo di una ciotola di legno per bere, che poi distrusse dopo aver visto un ragazzino bere dall’incavo delle mani. Ripudiò sempre ogni piacere corporale eccessivo (sebbene, come ci riporta Diogene Laerzio, fosse solito masturbarsi pubblicamente ed addirittura aggiungendo frasi del tipo: “Peccato che non possa togliermi la fame massaggiandomi la pancia!”), schifò letteralmente gloria e ricchezze e non sembrò provare rispetto per nessuno, nemmeno per il potente Alessandro Magno.

Si narra, infatti, che un giorno, probabilmente a Corinto, l’imperatore, affascinato dalle storie che si sentivano raccontare su questo strano filosofo, volle incontrarlo di persona. Lo trovò nella sua botte, lo salutò e alla domanda: “Posso fare qualcosa per te?” si sentì rispondere: “Stai fuori dal mio sole!”. Alessandro fu positivamente stupito del coraggio e della purezza di Diogene, tanto che, mentre tornava a palazzo dopo l’incontro confessò: “Davvero se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene”.

Nonostante l’ammirazione che il signore dei macedoni provasse per lui, a Diogene non andava giù l’ascesa di questi ultimi, tanto che, ormai vecchio, chiese, come ultimo desiderio che, una volta morto, venisse seppellito a faccia in giù; alla domanda del perchè del suo padrone ed amico Seniade, il filosofo, per far capire quanto fosse strana e paradossale la rapida presa di potere dei macedoni, rispose “Perchè tra poco, quel che è di sotto sarà  rivoltato all’insù”!

Vita letteralmente da strada, risposte dure all’uomo più potente del mondo, rapimenti, ironia e perversioni, tutti questi fattori fanno guadagnare a Diogene di Sinope il gradino più alto del podio, conferendogli il titolo di “Filosofo più pazzo del mondo”.

Incontro tra Diogene di Sinope e Alessandro Magno - Wikipedia

 

Che dire, la classifica è finita, spero di essere riuscito a strappare qualche sorriso ed a farvi vedere l’aspetto umano di coloro che di solito sono considerati degli inflessibili cervelloni.

 

 

 

 

 


Articolo redatto dall’alunno Edoardo Massolini della classe IIIA del liceo classico


 

 

Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Karl_L%C3%B6with

https://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_Bloch

Judith Butler: critica, coercizione e vita sacra in “Per la critica della violenza” di Benjamin

https://www.ilgiornale.it/news/benjamin-e-bloch-marxisti-all-hashish.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Immanuel_Kant

https://it.wikipedia.org/wiki/Arthur_Schopenhauer

https://it.wikipedia.org/wiki/Georg_Wilhelm_Friedrich_Hegel

https://www.studenti.it/Friedrich-Hegel.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Voltaire

https://www.artwave.it/cultura/voltaire-e-i-quaranta-caffe/

https://it.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Nietzsche

https://it.wikipedia.org/wiki/Cartesio

https://it.mydailyselfmotivation.com/articles/history-fact-fiction/10-odd-obsessions-of-famous-philosophers.h

https://it.wikipedia.org/wiki/Jean-Paul_Sartre

https://it.wikipedia.org/wiki/Diogene_di_Sinope