Aldo Manuzio, editore e umanista italiano, nacque a Bassiano, nel ducato di Sermoneta, attorno al 1450/1452 (le fonti che abbiamo collocano la nascita in questo arco di tempo). Studiò latino a Roma, poi visse per alcuni anni a Ferrara, nel 1475, dove concentrò i suoi studi sulla lingua greca, inoltre, in questo periodo conobbe, colui che diventerà un suo grande amico, Giovanni Pico della Mirandola. Aldo potè contare sul suo aiuto quando si trasferì a Firenze. Infine si stabilì a Venezia dove nel 1493 aprì una delle più importanti stamperie di Italia. Il suo lavoro era finalizzato alla pubblicazione dei classici greci e latini per conservare in edizioni stampate, le opere che costituivano la grande letteratura greca e latina. In questi anni conobbe molti intellettuali Bizantini e grazie alle amicizie strette, fondò nel 1502 l’Accademia Aldina, volta agli studi ellenistici che potè vantare di avere accolto al suo interno grandi uomini come l’umanista Erasmo da Rotterdam, il cardinale e umanista Pietro Bembo e il medico e umanista Thomas Linacre. Nel 1505 si sposò con la figlia di Andrea Torresano, tipografo che si unì in società con Aldo. Dopo che le sue edizioni ebbero successo e grande importanza in tutta Europa, Aldo Manuzio morì nel 1515 a Venezia e la sua tipografia chiuse i battenti definitivamente nel 1590.

 

 

PUBBLICAZIONI

Le edizioni pubblicate da Aldo Manuzio prendono il nome di edizioni aldine e sono in totale 130 e riguardano i classici della letteratura greca e latina. La prima delle edizioni aldine risale al 1495, si intitola Erotemata e riguarda la grammatica greca. Una delle sue edizioni più importanti fu sicuramente quella riguardante l’opera omnia di Aristotele in 5 volumi, tra il 1495 e il 1498. Nel 1496 si colloca la pubblicazione del De Aetna di Pietro Bembo, nota per essere stata la prima in cui venne utilizzato il carattere Bembo, che ancora oggi è uno dei fondamentali della tipografia. Invece il 1499 è l’anno dell’edizione intitolata “Hypnerotomachia Poliphili”, si tratta di un romanzo allegorico che narra il viaggio, in sogno, del giovane Polifilo in cerca della donna amata. In questa molto belle sono le 169 illustrazioni xilografiche, cioè ricavate da rilievi

su tavolette di legno. A partire dal 1500/1501 vi è la produzione di edizioni scritte in corsivo, una di queste è la Commedia di Dante, che era di migliore qualità rispetto alle precedenti: infatti aveva un nuovo formato in-ottavo (costituito da 16 pagine, ovvero 8 carte), inoltre le pagine risultavano più pulite in quanto non erano sommerse da eccessivi commenti, che rendevano il tutto di difficile comprensione. Vi è poi una seconda ristampa della Commedia, nel 1515, importante perché è la prima che presenta delle illustrazioni.

 

 

Tra i più celebri volumi pubblicati a Venezia da Aldo Manuzio, un posto d’onore spetta all’edizione delle Epistole devotissime di Santa Caterina, apparse nel 1500.

L’opera è una delle prime edizioni in lingua volgare di Manuzio. La sua fama è in particolare legata alla xilografia con Santa Caterina, che appare sul verso di carta 10 (in bibliologia, carta è sinonimo di foglio): nel libro aperto che la Santa regge nella mano destra leggiamo l’iscrizione: «iesu / dol/ce / iesu / amo/re».

Perché questa iscrizione suscita l’interesse di molti studiosi di tipografia e di appassionati bibliofili?

Questa è la prima apparizione in assoluto di un carattere mobile corsivo. Si ha la certezza che si tratti di un carattere di piombo (e non di lettere incise nel legno), perché sono documentate un paio di copie dello stesso libro recante la medesima xilografia senza le cinque parole nell’immagine. Nelle raffigurazioni miniate o a stampa di santa Caterina il libro perlopiù è chiuso: la scelta di mostrarlo aperto si spiega verosimilmente con l’intento di ritagliare nella composizione uno spazio per il nuovo carattere corsivo.
L’ipotesi più plausibile è che si trattassero di prime tirature di stampa per errore inserite nel libro. È probabile, come ritengono alcuni studiosi, che Francesco Griffo, il magistrale incisore dei punzoni per la produzione dei caratteri e, di fatto, il “designer” dei tipi aldini, fosse in ritardo con il lavoro.
Comunque sia, queste lettere sono un’anteprima del corsivo tipografico che farà la sua definitiva apparizione in un libro stampato l’anno successivo, nel 1501, con il Virgilio aldino.

Vale la pena ricordare che il carattere che siamo soliti chiamare corsivo è la riproduzione della scrittura umanista corrente di quel tempo con copisti del calibro di Niccolò Niccoli e Bartolomeo Sanvito. Tale scrittura presenta un ductus spedito e molto aggraziato, una lieve inclinazione a destra ed eleganti legature fra alcuni gruppi di lettere. Per noi italiani, questa scrittura viene definita corsiva; in Francia diventa italique e nei Paesi anglofoni italic. Gli spagnoli, addirittura, la definiscono letra grifa con un evidente rimando al suo artefice, Francesco Griffo.

 

 

LE INNOVAZIONI DI ALDO MANUZIO

  • Come già detto prima, la sua più grande innovazione è il carattere corsivo, noto come italics, che si proponeva di imitare la scrittura cancelleresca militare del Rinascimento.
  • Altra importante innovazione è l’introduzione della punteggiatura, come la conosciamo e usiamo oggi, a lui è inoltre attribuita l’invenzione del punto e virgola.
  • Infine il formato in-ottavo per libri che non erano di tipo religioso: infatti estese il suo impiego anche alle opere che non riguardavano l’ambito della religione, come era stata abitudine fino a quel momento. 

 

 

 

CURIOSITÀ

La marca tipografica di Aldo Manuzio, che raffigura un delfino che si avvolge su un’ancora, è una delle più importanti della tipografia. Il significato che nasconde prende origine dal motto dell’editore “affrettati con calma”, di conseguenza l’ancora rappresenta la calma e la solidità, invece il delfino la velocità e agilità.

 

 

 

 

 


 

SITOGRAFIA

https://www.maremagnum.com/vetrina/aldo-manuzio

http://www.traccedistudio.it/5402/aldo-manuzio.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Manuzio#Edizioni_aldine