Chi è un despota illuminato?

Come punto di partenza per affrontare la storia di uno dei più grandi sovrani di Russia, Caterina II detta la Grande, è necessario chiarire che tipo di forma di governo fosse il così detto “dispotismo o assolutismo illuminato”. Questa particolare monarchia nacque nel XVIII secolo, in corrispondenza dei pensieri illuministi che andavano diffondendosi all’epoca. Fino ad allora, i vari re avevano prima governato all’interno del tipico mondo feudale del Medioevo, e poi con quella monarchia totalitaria che era l’assolutismo, incarnato in pieno dal famoso Re Sole in Francia, Luigi XIV. Ma nel ‘700 i vari illuministi e le correnti di pensiero che aleggiavano tra i vari sudditi ebbero un ruolo determinante nel cambiare la concezione di alcuni regnanti riguardo al controllo di uno Stato: non si credeva più che il re regnasse per volere di Dio, e a gran voce si chiedevano riforme dettate dall’uso dello strumento per eccellenza del pensiero illuminista, la ragione.Visualizza immagine di origine Risultato immagine per scritti illumin istiEcco che allora, in alcuni Stati europei i sovrani solitamente più istruiti, lungimiranti o che più abbracciavano le idee dei filosofi illuministi, decisero di seguire, almeno in linea teorica, gli ideali del “Secolo dei lumi” per consolidare quello che era il loro potere assoluto e allo stesso tempo migliorare il proprio Stato. Le riforme attuate erano mirate a colpire la Chiesa cattolica e i suoi privilegi, a riformare il mercato in senso liberista, a cercare di uniformare le leggi, ma non solo: tra i vari propositi vi erano anche quelli di varare un sistema fiscale più equo, migliorare l’amministrazione dello Stato, alleggerire le pene e vietare l’utilizzo della tortura o addirittura dell’esecuzione capitale.

I sovrani illuminati furono diversi: Federico II di Prussia, Maria Teresa d’Austria e suo figlio Giuseppe II, Carlo III di Spagna e Leopoldo II d’Asburgo-Lorena per citarne alcuni, ma non va dimenticata quella che passò alla storia come la donna più famosa di Russia, Caterina la Grande.

Caterina II di Russia- L’infanzia

Elisabetta di Russia

Il 2 maggio 1729 nacque a Stettino, in Pomerania, regione dell’allora Regno di Prussia, attuale parte della Polonia, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst: come vedremo, passerà alla storia con il nome di Caterina la Grande. La ragazza era figlia di Cristiano Augusto principe del piccolo principato tedesco, appunto, di Anhalt-Zerbst, figura molto importante poiché generale di Prussia. Sua madre, Giovanna Elisabetta, era una principessa tedesca del casato di Holstein-Gottorp. In quanto nobile di alto rango, Sofia ricevette una educazione di alto livello, da parte di alcuni dei più importanti precettori dell’epoca e soprattutto dalla sua governante francese. La bambina non era particolarmente bella, ma spiccò subito per la sua intelligenza e il suo pensiero critico: non solo dimostrò diversi interessi culturali, ma rifiutò la rigida educazione luterana e basata sulla filosofia pessimistica leibniziana che provarono a impartirle. Curioso fu l’episodio in cui, al cospetto di Federico Guglielmo I di Prussia, gli negò l’usuale bacio all’orlo della veste, poiché troppo in alto da raggiungere considerata la sua statura di bambina. Questi comportamenti di considerevole orgoglio e spiccata curiosità la misero spesso in contrasto con la madre, decisa a educare la figlia secondo dettami più rigidi e considerati, all’epoca, più decorosi.

Pietro III di Russia

Nonostante le sue nobili origini, la famiglia di Sofia non navigava affatto in acque tranquille relativamente alla propria situazione economica, così decise di sfruttare la giovane come moneta di scambio per riacquisire prestigio sociale e potere. Il destino di Sofia di Anhalt-Zerbst fu determinato dalle trame di due delle figure politiche più importanti del panorama europeo: il neo sovrano di Prussia, Federico II, tra l’altro considerato da molti il despota illuminato per antonomasia, uomo di grande cultura e lungimirante visione, e la zarina regnante di Russia Elisabetta, zia alla lontana di Sofia. I due sovrani avevano come obiettivo comune quello di creare un fronte russo-prussiano per arginare il potere dell’Austria: da una parte, Federico II aveva tutti gli interessi a limitare il potere della dinastia imperiale degli Asburgo, a cui apparteneva il Regno di Prussia, che il sovrano prussiano sognava indipendente, dall’altra Elisabetta era intenzionata a sbarazzarsi di un’importante figura del Regno di Russia filo-austriaca, il primo cancelliere Bestuzhev. Quando ancora non aveva compiuto neanche 11 anni, la piccola Sofia fu dunque condotta a conoscere quello che sarebbe stato il suo futuro marito, per stringere una tipica alleanza matrimoniale: Pietro che sarebbe diventato lo zar Pietro III, nipote di Elisabetta e cugino di secondo grado della sua futura sposa.

Nel 1745, Sofia Federica Augusta si convertì con il battesimo ortodosso alla religione di Stato della Russia, prendendo dunque un nuovo nome: Caterina Alekseevna. Pochi mesi dopo, sposò Pietro III, uomo con cui ebbe sempre rapporti quasi esclusivamente formali: fin da ragazzina disdegnava i suoi problemi con il bere e il suo eccessivo militarismo, che cercò di limitare per tutta la vita.  Ma anche nella corte di Russia, quella che era diventata Caterina diede prova della sua grande intelligenza prendendo, man mano, il controllo del regno.

Gli anni di Pietro III al potere e il colpo di Stato

Gli anni successivi al matrimonio non furono affatto facili per Caterina: come scrisse nelle sue memorie, appena arrivata in Russia si ammalò di pleurite, rischiando la vita e dovendo sottoporsi a diversi salassi più volte al giorno, a cui sua madre tentò di opporsi con l’unico risultato di inimicarsi la zarina Elisabetta. Inoltre, subì anche pubblicamente violenze fisiche da parte del marito, che iniziò ad odiare e tradire con diversi amanti; lui faceva altrettanto, con la sorella della celebre scrittrice russa Ekaterina Romanovna Voroncova. Quest’ultima divenne intima amica niente di meno che di Caterina, che mise in contato con diversi gruppi politici in opposizione a Pietro. Nel periodo trascorso come sposa di Pietro Caterina sopportò con un’impressionante forza d’animo le varie difficoltà , mossa dalla sua brama di potere. Così scrisse nelle sue memorie:

“Ero solita dirmi che felicità e miseria dipendono da noi stessi. Se ti senti infelice, ergiti sopra l’infelicità, e fai che la tua felicità sia indipendente da tutto ciò che ti accade intorno.”

I fratelli Orlov, artefici della congiura

Arrivò il giorno, nel gennaio del 1762, in cui Pietro divenne Pietro III, zar di Russia: il suo regno fu tra i più brevi della storia del Paese, in quanto durò appena sei mesi; entro in quali si rese estremamente impopolare agli occhi di tutti: dovette siglare la resa della Guerra dei sette anni contro la Prussia, che aveva attaccato la Russia in alleanza con l’Inghilterra malgrado il matrimonio combinato. Per tentare di porre rimedio a questa sconfitta intraprese una guerra tanto dispendiosa quanto inutile contro la Danimarca, ma la mossa che gli fu fatale fu sicuramente il tentativo di trasformare la Russia in uno Stato luterano, sua religione d’origine. A questo punto, una congiura ai suoi danni organizzata da due ufficiali della guardi imperiale, i fratelli Aleksej e Grigorij Orlov, lo costrinse a destituirsi. Ma grazie a Ekaterina Voroncova, la stessa Caterina entrò in contatto con Grigorij Orlov, tanto che questi divenne molto probabilmente il suo amante e costrinse così Pietro III, al momento della destituzione, a firmare un documento in cui dichiarava di abdicare in favore della moglie, che altrimenti non sarebbe salita al potere in quanto non di sangue imperiale. Nel luglio dello stesso anno, otto giorni dopo il colpo di Stato, Pietro, rinchiuso nel carcere di Ropsha, fu strangolato per mano di Aleksej, ma gli storici non collegano ciò con una precisa volontà da parte di Caterina. Nel frattempo, il 20 giugno 1672, Caterina saliva al potere come Caterina II di Russia.

Caterina al potere

Il 22 settembre dello stesso anno prese luogo la sua incoronazione ufficiale nella Cattedrale dell’Assunzione di Mosca, dove fu usata per la prima volta, per il rito, la corona che diventerà il simbolo distintivo degli zar di Russia fino all’abolizione della monarchia nel Paese, nel 1917. La Corona imperiale di Russia fu prodotta in due mesi di tempo, composta da oro, argento, perle e diamanti indiani per un totale di 2,3 kg: un tesoro assoluto, attualmente osservabile al Cremlino di Mosca, presso il Fondo dei Diamanti.

Istruzioni di Caterina II alla commissione legislativa

Secondo la tradizione assolutistica di stampo illuminista l’imperatrice provvide ad un accentramento di tutti i poteri di governo, prendendo di fatto in mano il controllo di ogni attività. Il suo fu un dispotismo paternalistico, largo di interventi in molti campi. Primo dei quali, quello legislativo, proprio seguendo i pensieri illuministi di Montesquieu e Beccaria, conosciuti molto bene dalla zarina grazie alla sua educazione giovanile. Già nel 1767, infatti, redasse un documento di riforma del sistema giudiziario che affidò all’opera di una commissione legislativa, a unico titolo consultivo. La vera novità era il fatto che la commissione rappresentasse ogni classe sociale, esclusa la servitù della gleba, ma nonostante questo fu sciolta prima che completasse l’opera, a causa dello scoppio della guerra contro la Turchia e la necessità per Caterina di mantenere un forte accentramento dei poteri su di se. Questo sarà un elemento chiave dei dispotismi illuminati: la loro esistenza più a livello teorico che pratico, dove i sovrani spesso non attuavano i piani ispirati da correnti illuministe che avevano in mente pur di mantenere un pieno potere. Ma vedremo che, nel caso di Caterina, alcuni di questi presero concretamente forma.

L’istituto Smolny

Da un punto di vista amministrativo, riformò il sistema dei governatorati dividendoli in province e distretti nel 1775, creando un sistema più facile da tenere sotto controllo. Dieci anni dopo, pubblicò un editto che permetteva alla piccola nobiltà di presentare petizioni al sovrano, liberò i nobili da tasse e servizi obbligatori e riconobbe l’ereditarietà della nobiltà; diede inoltre loro pieno controllo sui servi della gleba che vivevano nelle loro terre: non fu un aspetto positivo della sua politica, anzi la penalizzazione di questa classe sociale fu la parte peggiore del suo regno, dove non mostrò alcun interesse per la classe povera. Ma la sua formazione illuminista influì molto su un punto che rese il suo Stato estremamente moderno in quel campo: quello dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria. Volle fortemente che fossero istituite case di educazione a Mosca e San Pietroburgo, e che in tutti i capoluoghi fossero aperte scuole a cui qualsiasi uomo oltre la maggiore età potesse accedere, per tentare di scolarizzare quella grande fetta della società che era ormai fuori dalla fascia degli studenti. In campo sanitario, fece costruire nuovi ospedali, ma soprattutto impose l’obbligo che ogni città di Russia fosse dotata di medici e farmacie.

Caterina tenne sempre in grande considerazione la filosofia e la cultura europee e desiderò sempre circondarsi di persone di mentalità aperta in Russia. Ella credeva fermamente che fosse possibile creare anche in Russia una “nuova società” se si fosse riusciti a inculcare nei giovani l’educazione europea. Caterina era convinta che l’educazione fosse l’unico metodo per far emergere il popolo russo dalla sua arretratezza. Questo avrebbe comportato uno sviluppo dell’intelletto e della moralità intellettuali, instillando conoscenza e senso civico. Il progetto di scolarizzazione e educazione di tutte le classi sociali fu gestito dalla zarina grazie soprattutto al consigliere in materia di educazione nazionale da lei nominato, Ivan Betskoy. Su indicazione di quest’ultimo, Caterina scrisse un manuale di formazione per i giovani basato sulle intuizioni del filosofo inglese John Locke, e nel 1764 fondò un istituto per la formazione delle giovani nobili russe, l’istituto Smolny. Questa scuola iniziò ad accogliere anche ragazze borghesi, a cui venivano insegnati il francese, la musica e la danza da insegnanti di eccellenza.

Il 5 agosto del 1786 si ebbe una svolta fondamentale per il sistema educativo, con la promulgazione dello Statuto dell’Educazione Nazionale dell’Impero Russo, che suddivideva l’istruzione in due ordini scolastici che arrivarono fino ai giorni nostri: la scuola primaria e la scuola superiore, dalle quali erano ancora una volta esclusi i servi della gleba. Gli ispettori che Caterina aveva inviato per controllare i progressi ottenuti con questo nuovo sistema riportarono però scarsi risultati, tanto che la zarina venne aspramente criticata per il rapporto tra le spese sostenute per la riforma e i frutti che inizialmente ne risultarono. Ciò nonostante, i progressi messi in atto per sua volontà rappresentarono una visione estremamente lungimirante per l’epoca e gettarono le basi per il sistema scolastico moderno.

Le campagne militari

Il generale russo Potemkin

Accanto a questi progressi in ambito legislativo, amministrativo e soprattutto scolastico-sanitario, va sottolineato come sotto questo sovrano l’Impero di Russia si espanse notevolmente e Caterina II si dimostrò una guida accorto nelle decisioni militari: i confini del regno furono estesi per ben 520 000 chilometri. Per iniziare, la zarina diede una grande dimostrazione di forza quando riuscì a sventare un colpo di Stato ordito ai suoi danni dal generale cosacco Puga‎c‎ev, che organizzò una rivolta nel 1774 facendo leva sui sentimenti della servitù della gleba, certamente ostile a Caterina. Ma in meno di un anno, il moto rivoluzionario fu completamente represso nel sangue, certo segno di un dispotismo totalitario ma al contempo molto saldo. Successivamente, nel 1783 occupò la Crimea e la annesse al regno, con un conseguente predominio ormai consolidato sul Mar Nero, a discapito dell’Impero ottomano. A questo punto l’Impero ottomano intraprese una guerra contro la già nemica Russia, dal 1787 al 1792, ma il risultato finale vide la Russia uscirne solo rafforzata, con il Trattato di Iasi. Questi grandi risultati vanno attribuiti in gran parte al generale che già aveva domato il colpo di Stato di Pugacev, Grigorij Aleksandrovic Potemkin, altro famoso amante di Caterina.

Dopo il conflitto russo-turco, nel 1795 si aprì una nuova pagina delle politiche estere del regno di Caterina la Grande, quella della guerra russo-polacca. La Russia ottenne tutte le provincie orientali della Polonia, che non oppose quasi resistenza essendo stata attaccata congiuntamente anche da Prussia e Austria, che si divisero la porzione restante del regno, ma soprattutto grazie al

Battaglia tra gli eserciti russo e polacco

rapporto tra Caterina e il sovrano polacco Stanislao Poniatowski, ennesimo ex amante della zarina, che era stato posto da lei stessa sul trono.

 

Per quanto riguarda invece la politica interna, dal 1789 strinse la morsa sulla servitù della gleba fiutando il pericolo rivoluzionario in arrivo dalla Francia, di cui di fatto non migliorò mai le condizioni come aveva promesso.

Campo culturale e rapporto con gli illuministi

Contemporaneamente però Caterina II si diede da fare in campo letterario con opere autografe, articoli, schizzi di satira e trattati dal piglio polemico. Divenne, insomma, appassionata sempre di più di cultura illuminista e di letteratura, alla quale si dedicò principalmente in campo teatrale. Tra le sue commedie, spesso didattiche e con intenti critici diretti ai suoi oppositori, si ricordano “L’ingannato” e “Lo stregone siberiano”. L’imperatrice fu un’illuminista convinta e scrisse alla maniera degli illuministi, versata in più ambiti artistici. Non a caso, ospitò Diderot in Russia e acquistò addirittura la sua biblioteca, pagandogli inoltre una retta più che sostanziosa e l’affitto del suo dispendioso appartamento parigino in rue Richelieu.

Diderot al cospetto di Caterina II

Convinse poi un famoso matematico svizzero, Leonhard Euler, a spostarsi da Berlino a San Pietroburgo. Ebbe più in generale diversi contatti con filosofi illuministi come Voltaire, Diderot e D’Alambert, che scrissero di lei in diverse opere facendole guadagnare l’appellativo di “Grande” con cui fu universalmente conosciuta.

 

Morte e lasciti

Il 16 novembre del 1796, dopo il caffè della mattina ed una conversazione con la propria domestica, la grande sovrana ebbe un infarto ed entrò in coma, morendo il giorno successivo all’età di 67 anni. A lei succedette il figlio Paolo, nonostante avesse avuto l’intenzione di nominare come suo erede il nipote prediletto, Alessandro, che considerava più adatto al ruolo di sovrano, senza aver però avuto il tempo di redigere alcun testamento causa la sua morte improvvisa.

La sua figura, che ha dato origine ad innumerevoli racconti popolari e dicerie, come quella che vuole che la zarina sia morta nel tentativo di avere un rapporto sessuale con un cavallo (questo avrebbe unito la sua passione per i cavalli con il suo atteggiamento decisamente lussurioso), resta ancora oggi leggendaria. Se in Russia è ricordata essenzialmente per aver potenziato lo Stato allargandone anche i domini, in Europa è spesso stata criticata, oltre che per una condotta libertina, per la sua incapacità nel realizzare riforme significative. Indubbiamente, insieme a regine del calibro di Elisabetta e Vittoria in Inghilterra, rimane una delle sovrane più importanti della storia moderna, contraddistinta da un’eccezionale curiosità intellettuale, un’energia inesauribile, ed una smisurata ambizione.

Sepolcro di Caterina la Grande, nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo


 

La stanza erotica e le poltrone falliche

Caterina voleva dominare su tutto, nel suo regno come nella camera da letto. Nel documentario “Caterina: notte bianca a San Pietroburgo” Stéphane Bern ci svela tutti i retroscena della vita privata di una delle sovrane più discusse del 18esimo secolo. 

 

Il suo robusto appetito sessuale le fa attribuire ben 22 amanti in 51 anni. Quello che stupisce è che la sovrana, per nulla in linea con le mode sessuali del suo tempo, si sarebbe comportata proprio come un uomo e avrebbe soddisfatto ogni sua voglia senza pensarci troppo su. Il culmine della sua stravaganza è la stanza erotica fatta costruire appositamente per lei ad immagine e somiglianza di un bordello di alto borgo. Sebbene le fonti si sprechino sull’esistenza di questa fantomatica stanza del sesso, purtroppo di essa non resta più alcuna traccia. Gli storici ipotizzano che sia andata distrutta durante il governo sovietico, anche se le autorità negano. Tuttavia le foto dei ritrovamenti non lascerebbero alcun dubbio sulla sua reale esistenza. 

 


 

Tutti i vizi di Caterina la Grande: l’Ultima Zarina di Russia

https://www.youtube.com/watch?v=wS7oZ9r10sM

 

 


 


ARTICOLO DI RICCARDO MOGGIO DELLA CLASSE IV B DELLICEO CLASSICO