JEAN-JACQUES ROUSSEAU: 7 LEZIONI PEDAGOGICHE.Jean-Jacques Rousseau.

L’Emilio, scritto da Jean-Jacques Rouseau, è un trattato pedagogico che ha rivoluzionato la pedagogia e la filosofia successiva con concetti come: l’educazione naturale, l’autonomia del bambino, la specificità dell’infanzia, l’educazione attraverso l’esperienza e l’apprendimento come ricerca e scoperta personale.
L’Emilio è esplicitamente legato al Contratto Sociale, infatti lo Stato del Contratto è uno Stato che educa i cittadini e anche se l’Emilio delinea un progetto di uomo in cui sono esaltate l’autosufficenza e la libertà, queste sono indirizzate alla formazione di un cittadino cosciente e in grado di dare un contributo attivo alla società.Emilio o dell'educazione - Wikipedia L’Emile di Rousseau.

Secondo Rousseau le due polarità, che sono quindi l’esaltazione di un’individualità consapevole e il riconoscimento di un’identità comune, cioè il popolo, trovano una sintesi solo se sono complementari e se si integrano fra di loro e questa complementarietà si trova nel concetto di natura.
Una volta che l’uomo esce dallo stato di natura, non può più rinunciare alla sua formazione come essere sociale e perciò non potrà tornare allo stato di natura.
Per natura Rousseau intende l’insieme delle caratteristiche che l’uomo possiede dalla nascita e che ne guidano lo sviluppo.
Per Rousseau lo sviluppo naturale rappresenta un modello positivo, poiché è la natura stessa a dettare le fasi dello sviluppo.
Il rapporto con le cose inizialmente si fonda soltanto sulle reazioni di piacere o dolore, poi sull’accordo tra noi e le cose e infine sulla corrispondenza delle cose con i fini razionali. le esperienze infatti sono vissute diversamente in base alle diverse fasi dello sviluppo dell’uomo.
L’uomo realizzerebbe se stesso se potesse seguire le proprie qualità naturali, ma nella condizione artificiale della civiltà questo non è possibile, poiché le abitudini apprese socialmente alterano questo meccanismo, quindi per formare l’uomo oggi occorre operare una sintesi tra quello naturale e quello civile.
Rousseau identifica tre tipi di uomo: quello naturale, inadatto a una vita sociale, quello civile, che è solo un tassello di una realtà in cui non si riconosce e infine il cittadino, che ha il senso di sé e dell’individualità tipico dello stato naturale, ma si sente anche parte del proprio popolo.
In questo caso l’educazione per Rousseau non ha lo scopo di formare individui in funzione di un ruolo che dovranno rivestire nella società, perché così si produrrebbe un uomo incompleto, in conflitto perenne con la propria naturalità. Essa deve invece mirare a formare un’individualità completa e autosufficiente, ma che proprio per questa autosufficienza è in grado di stabilire con gli altri un’intesa.
Rousseau ritiene fondamentale l’armonia con se stessi e con la natura e pensa che l’indipendenza e la felicità dell’uomo dipendano dalla possibilità di soddisfare da sé i propri bisogni e che la civiltà è negativa perché crea bisogni innaturali e che per soddisfarli diventa inevitabile dipendere dagli altri.
Rousseau scrive che Emilio deve imparare un mestiere per dare un contributo alla società prima ancora che per trarne guadagno, attraverso il lavoro infatti si restituisce alla società tutto quello che si ha ricevuto in termini di formazione e di sicurezza e si partecipa alla vita della comunità.
Rousseau distingue diversi tipi di religiosità: la religione del cittadino, amministrata dallo Stato e che ha il compito di dare un valore morale alle leggi, la religione del prete, cioè quella confessionale e che produce intolleranza e la religione dell’uomo, il cui punto centrale è la fratellanza, anche questa religione però, anche se di per sé positiva, finalizza l’impegno morale all’aldilà e induce al disinteresse verso il mondo e al disimpegno sociale.
Anche per quanto riguarda la religione questa dev’essere finalizzata alla solidarietà e al compimento del dovere e deve far sorgere sentimenti di giustizia e di socievolezza.

Bibliografia: libro di testo di filosofia: Il nuovo pensiero plurale volume 2B: Dall’illuminismo all’idealismo di Enzo Ruffaldi.

Stefano Gaglione